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Sul Comunismo e la Politica (G. I. Gurdjieff)

L.: Monsieur Gurdjieff, prima di entrare nel lavoro, mi occupavo molto di questioni politiche e sociali. E quando ho sentito per la prima volta il capitolo di Ashyata Sheyimash mi ha estremamente interessato, nella misura in cui ho potuto comprenderlo. E quasi istintivamente, ho visto che c'era tutto quello che potevo augurarmi. Ma c'è una cosa da cui non ho potuto distaccarmi. È che, di tutte le soluzioni che gli uomini propongono oggi, ce n'è una che io credevo al momento auspicabile. Non definitiva né perfetta, ma preferibile: la soluzione comunista. È da quando sono nel lavoro che cerco di sbarazzarmi di questa credenza. E, a poco a poco, comprendo cosa significhi vedere la propria nullità. Tutta una parte di me vuole sbarazzarsene, ma sono stato così impregnato che non posso spogliarmene realmente.

Gurdjieff: Da cosa si vuole quindi sbarazzare?

Lo stesso: Della convinzione che la soluzione comunista potrebbe, nell'immediato, essere preferibile rispetto ad altre. Me ne sono distaccato in parte con gli sforzi che ho fatto fin qui. La mia testa è distaccata, ma c'è qualcosa in me in cui questo permane e, in certe reazioni, sento che non ne sono distaccato.

Gurdjieff: Ha molti compagni con cui ha relazioni da molto tempo. In particolare, forse avrà constatato che ciascuno ha un'educazione differente, un carattere, un temperamento differente. Una questione non può mai essere presa come lei la pensa. Ciascuno si manifesta in modo differente. L'ha notato, colui che desidera una cosa che sia buona per tutti deve avere ricevuto l'istruzione per questo. Può avere questa istruzione solo colui che ha ricevuto una disciplina. Senza disciplina è impossibile fare qualunque cosa. Lei può giudicare basandosi su se stesso. Senza autorità, non farà mai nulla. Lei è debole. Le serve un'autorità. Qualcuno che la diriga. Ed è la stessa cosa per tutti i suoi amici. Parlerò un po' di politica con lei. Conosco il comunismo. Anch'io sono stato comunista. Non c'è istruzione nel comunismo, non c'è autorità, non ne riconoscono, non ce ne deve essere. Tutti devono essere uguali. Se ha constatato che nella sua vita era impossibile, comprende che anche in quel caso è impossibile. Se comprende questo, in lei l'idea comunista può morire. Questa idea deve morire se lei sa qualcosa di Ashyata Sheyimash. Il comunismo è tale in quanto gli istruttori e i dirigenti vengono scelti fra i profani, idioti che non sanno proprio niente; non si sceglie che gente piena d'amor proprio e di vanità. Il sistema di Ashyata Sheyimash è il contrario di tutto ciò. Di fronte a questo, tutti gli altri sistemi non esistono: che sia comunismo o monarchismo, è uguale. Non si sceglierà che un'idiota pieno di tutti questi difetti. Capisce ciò che dico e perché lo dico. L'uno è una grande idiozia e l'altro pure... Entrambi sono la stessa merda. Un'esistenza collettiva non può che esistere con un solo metodo: quello di Monsieur Ashyata Sheyimash. Oggi noi ci occupiamo solamente di questo, diventare "candidati", fra i quali si possano trovare sudditi di Ashyata Sheyimash. E poi si sceglierà fra questi sudditi. Comprende? Non siamo ancora dei sudditi di Ashyata Sheyimash. Ci prepariamo ad essere dei candidati per essere sudditi di Ashyata Sheyimash. La sua monarchia, il suo comunismo, il suo surrealismo, tutto ha esattamente lo stesso valore. Tutti questi sistemi, siano essi quattro, cinque, dieci sono la stessa cosa, lo stesso fetore. Puzza di culo di pollo. È un'espressione che esiste. Quando si compra un pollo, lo si sente sempre in questo posto. Che sia vecchio o giovane, c'è un posto dove lo sente: sotto la coda. E grazie a questo, lei può dire se è vecchio o giovane, se è stato ucciso da cinque giorni, una settimana o un mese; lo sente da quel posto lì. Tutti i polli hanno lo stesso odore in quel posto, ma con qualità differenti. Vecchio: una qualità. Giovane: un'altra qualità. Ma le due qualità sono mescolate con l'odore della merda. Tutti i suoi partiti sono la stessa cosa: il fetore è mescolato con l'odore della merda.

Lo stesso: Devo dunque cercare di far entrare queste idee nel mio organismo, poiché la mia testa vuole sbarazzarsene. E il mio sentimento, il mio organismo che non può... Bisogna che faccia penetrare questa idea in me.

Gurdjieff: Le ho dato questa idea. Ora pensi. Non le posso dare ulteriori dettagli. Cerchi di pensare in modo imparziale su questo pollo e sugli altri e se questo non entra nel suo organismo, me lo dica ed io glielo spiegherò in un altro modo. Ma non dimentichi ciò che le ho detto a proposito del pollo e come bisogna scegliere per sapere se il pollo è stato ucciso da poco oppure no. Non dimentichi che questo odore è sempre mescolato con l'odore di merda. La merda di pollo, non la merda di uomo. Rimarrà anche se lo lava con il sapone, il suo sapone di Marsiglia.



Fonte: G. I. Gurdjieff - Gruppi di Parigi. Vol. 1: 1943 (Libreria Editrice Psiche)





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