"Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo"
(Gen 2,22).
Così si legge praticamente in tutte le versioni tedesche della Bibbia. Il termine ebraico qui usato significa solo raramente "Costola" e viene tradotto abitualmente con "fianco" o "lato", per esempio quando si parla della tenda del convegno nel deserto, dell'arca dell'alleanza e del tempio di Gerusalemme. Tutti sanno che un fianco è anatomicamente indispensabile, mentre Adamo avrebbe potuto facilmente sopravvivere alla perdita di un'unica costola. Nessuna meraviglia quindi che l'errata traduzione della "Costola" abbia portato a una svalutazione della donna nel mondo cristiano. Nella derivazione di Eva dal fianco di Adamo i rabbi leggono un senso profondo. Se Dio avesse voluto che la donna dominasse sull'uomo, l'avrebbe creata dal capo di Adamo, così come, ad esempio, Pallade Atena, la dea protettrice dei greci, venne tratta dal capo di Zeus. Se avesse voluto che fosse schiava di Adamo, Dio l'avrebbe formata a partire dai suoi piedi (secondo le pitture e sculture della simbologia orientale). Ma Dio l'ha tratta dal fianco di Adamo, perché l'ha destinata ad essere la sua compagna, in tutto e per tutto uguale a lui, affinché essi compiano il loro viaggio terreno e lo portino a termine fianco a fianco.
In questo senso propongo che si proceda urgentemente alla correzione di questa errata traduzione.
"L'UOMO CHIAMÒ LA MOGLIE EVA" (Gen 3,20)
Nella profonda simbologia dei nomi biblici Eva - in ebraico Hawwah - ha tre significati: Eva è non solo colei che dona la vita "madre di tutti i viventi" - ma anche "colei che parla" e, non da ultimo, "colei che dona il senso", cosa che oggi si ama qualificare come "intuizione femminile". E tutto questo in tre lettere ebraiche, il cui profondo significato si perde quasi interamente nella traduzione.
Fonte: Bibbia Tradotta, Bibbia Tradita (Pinchas Lapide)