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Cosa intende Gurdjieff quando afferma: "La superficie del Sole è coperta di ghiaccio... e il Sole non illumina e non riscalda"


Chiediamoci subito: qual è lo scopo dichiarato dallo stesso Gurdjieff in relazione alla sua prima opera, "I racconti di Belzebù a suo nipote"?

"Estirpare dal pensiero e dal sentimento del lettore, spietatamente e senza il minimo compromesso, le credenze e le opinioni, radicate da secoli nello psichismo degli uomini, riguardanti tutto ciò che esiste al mondo".

Quindi è ovvio che metterà a repentaglio anche tutti i sofismi scientifici che abbiamo accettato ciecamente come "realtà consolidate", teorie a cui crediamo senza mettere in discussione l'autorità che nella nostra epoca rappresentano, per noi "poveri mortali", gli scienziati. Del resto, l'atteggiamento delle persone che credono alla scienza è lo stesso atteggiamento che avevano i fedeli quando la messa veniva celebrata in latino. Pur non capendo neanche una parola, oppure illudendosi di aver capito la spiegazione scientifica, e non essendo abituati a pensare in modo indipendente, accettano per "atto di fede", fondando quest'atto di fede sull'autorità, data anch'essa per scontato, che pronuncia tale dottrina. Quando il lettore pigro legge queste affermazioni di Gurdjieff, la sua mente le confronta con il sofisma scientifico corrente, nota che sono in contraddizione, e conclude in fretta che allora le parole di Gurdjieff andrebbero considerate allegoricamente. Fanno esattamente ciò che Gurdjieff non vorrebbe mai che si facesse. Qui Gurdjieff ci sta chiedendo di fare uno sforzo: mettere da parte le presunte certezze scientifiche, ascoltare la sua spiegazione e poi ragionarci su attivamente per comprendere esattamente ciò che intende comunicarci. E non di liquidare tutto in fretta e inventare con l'immaginazione una fantasiosa interpretazione allegorica. Questo non significa che la spiegazione letterale sul Sole escluda il lato allegorico del discorso. Al contrario, solo una comprensione esatta dell'aspetto letterale può condurre all'interpretazione esatta dell'aspetto allegorico. Questo perché l'allegoria è possibile solo per mezzo dell'analogia, nel nostro caso dell'analogia tra "essere tricerebrale" e "universo". Quindi tutto ciò che viene detto riguardo all'universo, per analogia, può essere traslato nella scala umana, ma affinché l'allegoria sia esatta, anche il significato letterale dev'essere compreso in modo esatto. Questo perché, se comprendiamo qualcosa in modo errato in relazione all'universo, dopo, lo stesso errore lo porteremo nell'allegoria che si riferisce al mondo interiore dell'essere umano. Se Gurdjieff ci comunicasse un dato errato su un fenomeno dell'universo, sarebbe come comunicarci un dato errato sul nostro mondo interiore, perché l'aspetto allegorico è una traslazione da un cosmo all'altro, ed è possibile solo se l'analogia tra questi due cosmi è esatta. Tutto questo ci obbliga a considerare le idee sul "Sole Freddo" innanzitutto alla lettera. Solo comprendendo in modo esatto il fenomeno cosmico potremo usarlo allegoricamente per comprendere qualcosa del nostro mondo interiore. L'interpretazione allegorica che non si fonda su una comprensione esatta dell'analogia "uomo-universo" è sempre e solo immaginazione. Qui Gurdjieff ci sta dicendo che le spiegazioni scientifiche sul nostro Sole, e per estensione su tutte le stelle, sono completamente errate. Afferma che la superficie del Sole è ricoperta di ghiaccio, quindi dobbiamo presumere che si riferisca al nucleo del Sole, la cui grandezza è circa il doppio del pianeta Giove. Dopodiché dichiara anche che il Sole non illumina e non riscalda, nel senso che "luce" e "calore" non arrivano già pronti direttamente dal Sole, ma si formano successivamente come effetti secondari. Prendiamo ora in considerazione anche il contesto in cui Belzebù fa queste affermazioni.

"Dunque, mio caro Hassin, perché tu possa rappresentarti fino a che punto la funzione detta "sensazione istintiva della realtà", propria ad ogni essere tricerebrale del Nostro Grande Universo, sia assente nella presenza degli esseri tricentrici che popolano il pianeta Terra, specie in epoche recenti, basterà per ora che ti esponga in che modo essi comprendano e si spieghino le ragioni per cui sul loro pianeta si producono periodicamente i fenomeni cosmici che chiamano "luce del giorno", "oscurità", "caldo", "freddo", e così via. Raggiunta l'età responsabile, gli esseri tricerebrali di quel pianeta, tutti senza eccezione, a causa delle influenze che ricevono laggiù da elucubrazioni varie circolanti sotto il nome di "scienze", sono categoricamente convinti che questi fenomeni arrivino sul loro pianeta bell'e fatti, "di-ret-ta-men-te" dal loro sole... e, come avrebbe detto il nostro Mullah Nassr Eddin in un caso simile, "la storia non finisce qui". La cosa più singolare al riguardo è che, a parte alcuni esseri vissuti laggiù prima della seconda perturbazione transapalniana, nessuno ha espresso finora il minimo dubbio su questa loro certezza".

Qui risulta evidente che la "sensazione istintiva della realtà" è riferita ai fenomeni esteriori, quali "luce, "calore", "freddo", "oscurità", e non interiori. Dopo si potrà traslare il discorso al mondo interiore, ma è evidente che non è intenzione diretta di Gurdjieff trattare la questione in forma allegorica riferita al mondo interiore. L'ulteriore conferma è data dal passo successivo nel quale critica la scienza e il fatto che tutti credono ad essa ciecamente:

"Raggiunta l'età responsabile, gli esseri tricerebrali di quel pianeta, tutti senza eccezione, a causa delle influenze che ricevono laggiù da elucubrazioni varie circolanti sotto il nome di "scienze", sono categoricamente convinti che questi fenomeni arrivino sul loro pianeta bell'e fatti, "di-ret-ta-men-te" dal loro sole".

Dopodiché Gurdjieff continua:

"...a parte alcuni esseri vissuti laggiù prima della seconda perturbazione transapalniana, nessuno ha espresso finora il minimo dubbio su questa loro certezza".

Ci informa che dopo l'inabissamento di Atlantide la conoscenza esatta sulla natura dei fenomeni prodotti dal Sole sulla Terra è andata perduta, e da allora nessuno ha mai sollevato dubbi in merito alla questione.

Ecco che arriva la prima affermazione che appare assurda (e il capitolo è intitolato "Arci-assurdo"):

"In realtà la superficie di quella "fonte di calore", proprio come la superficie di tutti i soli ordinari del Nostro Grande Universo, è coperta di ghiaccio forse più ancora di ciò ch'essi chiamano "Polo Nord". Quel "nucleo incandescente" prenderebbe volentieri a prestito un po' di "calore" da qualche altra sorgente di sostanza cosmica invece di mandarne una parte del suo a un pianeta qualsiasi – e particolarmente a quello che, dopo lo squarcio che gli si è aperto sul fianco, è ridotto a un mostro sciancato e rappresenta oggi per il povero sistema solare Ors una "triste vergogna".

Qui sta anche criticando apertamente l'idea scientifica che considera "incandescente" il nucleo del sole. Il contesto è inequivocabile, non si tratta di un'allegoria, sta dichiarando che la scienza è in errore. Mentre il riferimento allo "squarcio nel fianco" del pianeta Terra indica l'Oceano Pacifico, nel quale si schiantò la cometa Kondoor. Per farci comprendere meglio in che modo si producono i fenomeni di "Luce" e "Calore" spiega anche la differenza tra "Emanazione" e "Radiazione", e le proprietà peculiari che possiede l'Okidanokh. E lo fa sempre mettendo in risalto che si tratta di una feroce critica agli scienziati moderni, che ignorano la differenza tra "emanazione" e "radiazione". Nell'emanazione, ciò che viene prodotto all'interno del corpo celeste viene rilasciato verso l'esterno, nella radiazione invece i fenomeni non giungono già formati dall'interno della fonte in questione, ma si formano e manifestano successivamente, ossia esteriormente alla fonte.

"...e sebbene milioni e milioni di esseri tricerebrali detti "scienziati" siano comparsi laggiù in ogni tempo e luogo, a nessuno (salvo in verità a un certo cinese detto Ciun Kil Tess, di cui ti parlerò minutamente in seguito) è mai venuto in mente che fra i due fenomeni cosmici detti rispettivamente "emanazione" e "radiazione" esista una differenza qualsiasi. Neppure uno di quegli "scienziati della malora" ha mai capito che la differenza fra i due processi cosmici è assolutamente analoga a quella che il nostro venerabile Mullah Nassr Eddin ha definito con queste parole: "Sono simili fra loro come la barba del famoso inglese Shakespeare e il non meno famoso armagnac francese".

Qui è sempre evidente il contesto... una chiara critica agli scienziati: "scienziati della malora". Consideriamo ora la prima particolarità dell'Okidanokh:

"Quando una nuova unità cosmica si concentra, l'elemento attivo onnipresente non si fonde in essa come tale, né come tale si trasmuta in qualche punto corrispondente della nuova formazione, come invece accade per tutte le altre cristallizzazioni in tutte le formazioni cosmiche. Al contrario: appena entra in contatto con un'unità cosmica, subisce immediatamente quello che si chiama "djartklom", cioè si scompone nei tre principi fondamentali che gli hanno dato origine. Poi ciascuno dei tre principi, preso isolatamente, determina in quell'unità cosmica la concentrazione indipendente di tre nuove formazioni distinte. E così, all'origine di qualsiasi nuova formazione, l'elemento attivo onnipresente crea le fonti per un'eventuale manifestazione della sacra legge di Triamazikamno".

"Quanto alla seconda particolarità dell'Okidanokh onnipresente – propria anch'essa a lui solo e che dobbiamo chiarire subito perché tocca il cuore della nostra conversazione – non potrai capirla se non dopo aver preso conoscenza di un'altra legge cosmica fondamentale di secondo ordine, che nell'Universo esiste sotto il nome di "Ai-ei-oi-ua sacro". Questa è la legge cosmica. "Qualsiasi formazione grande o piccola, trovandosi in contatto diretto con le 'emanazioni' del Sole Assoluto o di un altro sole, subisce un processo detto 'rimorso', durante il quale ogni sua parte risultante da uno dei santi principi del Triamazikamno sacro ' si rivolta' e 'critica' sia le percezioni improprie del passato sia le manifestazioni improprie del momento di un'altra parte del suo tutto, cioè di una parte risultante da un altro santo principio della stessa sacra legge di Triamazikamno". Anche l'elemento attivo onnipresente Okidanokh è sottomesso al sacro processo di "Ai-ei-oi-ua", o "rimorso". Ma la peculiarità dell'elemento attivo nel corso di questo processo consiste nel fatto che, mentre la sua presenza subisce l'azione diretta del Teomertmalogos sacro o dell'emanazione di qualche altro sole ordinario, esso si scompone nelle sue tre parti originali, che a questo punto esistono in modo quasi indipendente; e appena tale azione cessa, le sue parti si fondono nuovamente e tornano ad esistere come un sol tutto".

La prima caratteristica dell'okidanokh ci spiega in che modo si produce la molteplicità all'interno di un'unità. Questo discorso si collega a ciò che Gurdjieff riferisce ad Ouspensky, e lo troviamo in "Frammenti di un insegnamento sconosciuto", quando spiega in che modo la legge (o "forza", o "volontà"), inizialmente unica, si frammenta e moltiplica nel passaggio tra Mondo 1 e i Mondi successivi. E poiché universo e uomo sono analoghi, questa particolarità dell'okidanokh spiega anche in che modo si formano i centri nell'essere umano, la ripartizione trinitaria verticale dei centri (intellettuale, emozionale, motoria), e anche la loro suddivisione bipolare in "attivo" e "passivo", o "positivo" (+) e "negativo" (-). Possiamo affermare che i cervelli dell'essere umano si formano attraverso l'assorbimento dei tre nutrimenti (cibo, aria, impressioni) da parte del feto nell'utero. Nell'utero il feto riceve già l'ossigeno. La placenta è un organo incredibilmente specializzato che agisce come un "polmone" per il feto. Al suo interno, una fitta rete di capillari sanguigni materni e fetali si trovano a stretto contatto, ma il sangue materno e fetale non si mescolano direttamente. Attraverso una barriera sottile, l'ossigeno passa dal sangue materno (più ricco di ossigeno) al sangue fetale (che ha bisogno di ossigeno) per diffusione. Contemporaneamente, l'anidride carbonica (prodotto di scarto del metabolismo fetale) passa dal sangue fetale al sangue materno per essere eliminata dalla madre attraverso la sua respirazione. La seconda caratteristica è il "rimorso". Tutte le stelle sono sottoposte all'emanazione continua del Sole Assoluto, quindi esistono perennemente in stato di "rimorso" nel quale le tre forze restano separate. Tant'è che nella scienza lo stato della materia solare è detto "quarto stato della materia". Le stelle sono fatte di "plasma", uno stato dove elettroni, protoni e neutroni (ossia le tre forze) esistono in modo indipendente. Anche la ionosfera terrestre si presenta sotto forma di plasma, ossia in stato di "rimorso". Questo discorso del "rimorso" in relazione ai fenomeni esterni cosmici può essere portato all'interno dell'essere umano per comprendere meglio il significato cosmico di questo analogo processo interiore. Un altro errore della scienza è quello di considerare i buchi neri come la morte di una stella, mentre si tratta di un grado evolutivo maggiore raggiunto da una stella. Non a caso al centro di ogni galassia c'è un buco nero supermassiccio, che in quanto centro galattico, dobbiamo presumere sia molto più intelligente e vivo di ogni stella che ruota attorno ad esso. Il buco nero è uno stadio più evoluto di una stella, dove la stessa radiazione elettromagnetica diventa fonte di cibo... un cibo più raffinato rispetto a quello precedente. Anche considerare Giove un "Sole mancato" è un errore. Si tratta piuttosto di un Sole in formazione. La maggior parte dei sistemi solari sono sistemi con più di una stella, e sono considerati i più antichi. Significa che altri pianeti all'interno di quel sistema solare hanno raggiunto il grado evolutivo di una stella. Il nostro sistema solare è relativamente giovane, perché possiede ancora una sola stella, nessuno degli altri pianeti ha raggiunto quel grado. Un giorno Giove si "illuminerà" come il Sole, e il nostro sistema solare diventerà un sistema binario. Sebbene sappiamo che il calore non arriva dal Sole già pronto, abbiamo difficoltà ad accettare che anche la luce visibile non è l'emanazione del Sole, ma soltanto la sua radiazione. Dal Sole ci arriva la radiazione elettromagnetica, la parte infrarossa di questo spettro si manifesta come "calore", la parte delle radiazioni visibili sotto forma di "luce". Quando Gurdjieff afferma che la superficie del nucleo solare è ghiacciata sarebbe ingenuo pensare che stia facendo riferimento all'elemento "acqua", poiché sarebbe più sensato e plausibile, considerando le notevoli pressioni all'interno del sole, che questo ghiaccio sia costituito interamente da "idrogeno solido", o "idrogeno metallico". Il fatto che la prima parte non sia allegorica è confermato anche da un altro passaggio successivo sempre all'interno dello stesso capitolo, in cui è Gurdjieff stesso a traslare il discorso al mondo interiore, dopo aver trattato la questione in relazione alla percezione dei fenomeni esterni:

"E ora dobbiamo succintamente affrontare un'altra questione: qual è il rapporto dell'elemento attivo onnipresente Okidanokh con la presenza integrale di ogni essere e quali risultati cosmici vi fa apparire? Occorre affrontare la questione perché il fatto in essa evidenziato ti consentirà di comprendere meglio le differenze fra i diversi sistemi di cervelli degli esseri, sistemi detti "unicerebrali", "bicerebrali" o "tricerebrali".

Nel capitolo successivo riceviamo un'ulteriore conferma che il discorso dev'essere preso innanzitutto alla lettera. Il capitolo è intitolato "Arci-Fantastico" e presenta vari esperimenti a cui assiste Belzebù con il suo amico d'essenza del pianeta Saturno. Tra i vari esperimenti, Gurdjieff ne propone uno per aiutarci a comprendere meglio la questione di "come" e "dove" si produce la luce nelle stelle, riprende quindi il discorso spiegato nel capitolo precedente "Arci-Assurdo":

"Ancora una volta, in questo spazio di vuoto assoluto le farò vedere il fenomeno non conforme alle leggi che abbiamo visto prima dall'esterno. In altri termini, le mostrerò di nuovo il fenomeno universale che si produce al momento in cui, dopo un djartklom, due parti distinte dell'Okidanokh si incontrano in uno spazio privo di qualsiasi concentrazione cosmica e tendono, senza la partecipazione della terza parte, a 'fondersi nuovamente in un sol tutto'". Ciò detto, egli chiuse quel pezzo di parete del khrakharzakha la cui materia aveva la proprietà di lasciar filtrare i "raggi", poi girò due "interruttori" e premette un bottone: così la piccola piastra di mastice speciale che si trovava sulla tavola si spostò automaticamente verso gli elettrodi al carbonio. Infine, attirata nuovamente la mia attenzione sull'amperometro e il voltmetro, egli aggiunse: "Ho appena aperto i condotti che permettono il passaggio delle due parti dell'Okidanokh dette Anodnatius' e Cathodnatius', entrambe con la stessa forza di tensione della prima volta". Volgendo lo sguardo sull'amperometro e il voltmetro, potei effettivamente constatare che le loro lancette si erano spostate sulle medesime cifre che avevo notato la prima volta all'esterno del khrakharzakha e ne fui molto sorpreso perché, nonostante l'indicazione delle lancette e l'annuncio di Gornakhur Kharkhar, non potei notare né sentire alcun cambiamento nel grado di visibilità degli oggetti circostanti. Così, senza attendere spiegazioni, gli chiesi: "Ma perché questa volta la tendenza non conforme alle leggi delle parti dell'Okidanokh a 'fondersi in un sol tutto' non dà alcun risultato?" «Prima di rispondere alla mia domanda, spense la sola lampada ch'era alimentata da una corrente magnetica speciale. Il mio stupore non fece che crescere, poiché nonostante l'oscurità improvvisa era possibile distinguere chiaramente, attraverso le pareti del khrakharzakha, le lancette dell'amperometro e del voltmetro che segnavano sempre la stessa cifra. Solo quando mi fui più o meno ripreso da questa sorprendente constatazione, Gornakhur Kharkhar dichiarò: "Le ho già detto che la materia di cui son fatte le pareti dell'apparecchio nel quale ora ci troviamo è composta in modo tale da non lasciar passare alcuna vibrazione di nessuna sorgente, ad eccezione di alcune vibrazioni che vengono da concentrazioni vicinissime, e possono essere percepite dagli organi visivi degli esseri tricerebrali, sempre che si tratti, ovviamente, di esseri normali. Inoltre, secondo una legge detta 'Heteratoghetar', le 'vibrazioni inerziali salnicissinuarniane', o raggi, acquisiscono la proprietà di agire sugli organi di percezione degli esseri solo dopo aver oltrepassato una soglia che la scienza definisce in questi termini: 'Il risultato della manifestazione è proporzionale alla forza di tensione data dallo shock'. Orbene, giacché il processo di conflitto delle due parti dell'Okidanokh possiede una forza di grande intensità, il risultato di questo conflitto si manifesta a una certa distanza dal suo luogo d'origine. E ora guardi ! " Premette un altro bottone e all'improvviso l'interno del khrakharzakha fu invaso dalla stessa luce abbagliante che, come ti ho già detto, mi aveva accecato quando ero all'esterno. Quell'irruzione di luce era dovuta al fatto che premendo l'ultimo bottone Gornakhur Kharkhar aveva scoperto il punto del khrakharzakha attraverso cui potevano filtrare i "raggi". Com'egli cercò di spiegarmi, quella luce era soltanto un effetto della "tendenza delle parti dell'Okidanokh a fondersi in un sol tutto" che si esercitava nello spazio assolutamente vuoto del khrakharzakha, e si manifestava grazie alla cosiddetta "riflessione" dei suoi "raggi" dall'esterno verso il luogo d'origine".

Questo passaggio aiuta a comprendere il discorso del capitolo precedente sul Sole che non illumina:

'Il risultato della manifestazione è proporzionale alla forza di tensione data dallo shock'. Orbene, giacché il processo di conflitto delle due parti dell'Okidanokh possiede una forza di grande intensità, il risultato di questo conflitto si manifesta a una certa distanza dal suo luogo d'origine".

In fondo, il nucleo del Sole è privo di luce ed è grande poco più del doppio di Giove, e la fotosfera (dove si manifesta la luce visibile) dista dal nucleo circa 521.775 km, ovvero più della distanza esistente tra la Terra e la Luna. E questa frase: "Il risultato di questo conflitto si manifesta a una certa distanza dal suo luogo d'origine" - si ricollega alla questione che la luce solare non si forma all'interno del Sole, ma si manifesta a una certa distanza all'esterno del Sole. Per concludere possiamo dire che l'Emanazione riguarda più l'aspetto psichico del Sole, mentre la Radiazione più il suo aspetto fisico. Al momento la scienza è fondata solo sulla materia ordinaria (barionica): circa il 5% della materia totale. Questa è la materia che conosciamo e che forma stelle, pianeti, galassie e tutto ciò che possiamo vedere e toccare. Il resto della materia è ignoto alla scienza, e si divide in:

Materia oscura: circa 27% Si tratta di una forma di materia che non emette, assorbe o riflette la luce, rendendola invisibile ai telescopi. La sua esistenza è inferita dagli effetti gravitazionali che ha sulla materia visibile, come la curva di rotazione delle galassie e il comportamento degli ammassi di galassie. La sua natura esatta è ancora sconosciuta.

Energia oscura: circa 68% Questa è una forma di energia misteriosa che si ritiene sia responsabile dell'accelerazione dell'espansione dell'universo. Come la materia oscura, la sua natura non è ancora compresa.

Infine, dai diagrammi di Gurdjieff possiamo capire anche che la fisica attuale è ancora lontana dal comprendere la vera natura della materia solare. 





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