La concezione di Gurdjieff dell’Okidanokh rappresenta un aspetto importante del suo sforzo di conciliare scienza e spiritualità. In quanto tale, svolge un ruolo potente nella nuova concezione di Dio nel mondo. Il modo in cui realizza questa riconciliazione è abbastanza “obliquo”, o indiretto, e bisogna leggere la sua complessa elaborazione con notevole cura e attenzione per vedere come ha completamente mescolato la “via” della scienza e della potenziale trasformazione con la “via” dello spirito.
“Devi anche sapere che una sola cristallizzazione cosmica chiamata ‘Okidanokh onnipresente’, pur avendo anch’essa per base l’eternokrilno, prende origine direttamente dai tre principi santi del “Teomertmalogos sacro”, cioè dalle emanazioni del Santissimo Sole Assoluto. Nell’Universo, l’Okidanokh onnipresente” partecipa al costituirsi di tutte le formazioni, grandi o piccole, ed è la causa principale di quasi tutti i fenomeni cosmici, particolarmente di quelli che si svolgono nelle atmosfere”.
“L’Okidanokh onnipresente, che appare nello spazio esterno rispetto al Santissimo Sole Assoluto, prende origine dalla fusione dei tre principi indipendenti in un principio solo; poi nel corso di ulteriori involuzioni, man mano che passa attraverso i vari “stopinder” o “centri di gravità” dell’Heptaparaparshinokh sacro fondamentale, si modifica rispetto alla “forza vivificante delle sue vibrazioni”.
Da queste due citazioni ci sono diverse osservazioni che possono servire come punti primari da esplorare. L’Okidanokh è L’ELEMENTO-ATTIVO onnipresente nell’Universo. È CRISTALLIZZATO (da Eternokrilno) dalle Tre Sante fonti del sacro Theomertmalogos (l’emanazione del Sole Assoluto) al di FUORI del Santo Sole Assoluto. È una FUSIONE delle tre FORZE Sante indipendenti in UN’UNICA forza. Subisce un CORRISPONDENTE cambiamento INVOLUTIVO (rispetto alla ‘Vivificazione delle Vibrazioni’) mentre passa attraverso i centri di gravità del sacro Heptaparaparshinokh fondamentale (il Raggio di Creazione) cosmico comune. Partecipa alle formazioni di TUTTO cioè che sorge ed è la causa fondamentale della maggior parte dei fenomeni cosmici (specialmente di quelli che avvengono nelle atmosfere). La concezione di Gurdjieff è un approccio allegorico a un paradosso che si presenta negli ultimi momenti riguardanti la creazione. L’aspetto centrale di questo paradosso riguarda due questioni contrastanti: L’INFINITO come immagine primordiale di un’unica Volontà che è INFINITA e del tutto AUTODETERMINANTE. E’ l’immagine dell’Universo che viene all’esistenza in fasi che limitano o “automatizzano” progressivamente gli eventi e i processi risultanti. Il Theomertmalogos è il risultato della Volontà dell’infinito che dirige l’azione delle forze delle due leggi primordiali (Triamazikamno e Heptaparaparshinokh) dall’interno del Santo Sole Assoluto ‘fuori’ nello spazio dell’Universo. La Volontà che dirige quest’azione è pura e incondizionata; è ‘libera’ nel senso ultimo della parola. L’Okidanokh sorge AL DI FUORI del Santissimo Sole Assoluto dalla fusione delle tre forze indipendenti in una. L’Okidanokh è, quindi, lontano di almeno un passo dalla pura Volontà, che dirige l’azione delle forze delle due leggi primordiali. L’immagine derivante da questa descrizione potrebbe essere intesa come avente caratteristiche risonanti sia con il Raggio di Creazione che con la Tavola degli Idrogeni. Il livello più alto VUOLE che da dentro di sé (Mondo Uno Infinito) le forze delle leggi modificate del Tre e del Sette vengano emanate dall’interno del Santo Sole Assoluto (Mondo Tre) nello spazio dell’Universo (Mondo Sei). Con questo movimento, dal Mondo Uno attraverso il Mondo Tre fino al Mondo Sei, c’è stato un passaggio dal livello della Volontà immediata e libera dell’Assoluto ad un espressione condizionata della Volontà nel Mondo Sei.
“Come ho già detto, la volontà dell’Assoluto si manifesta soltanto nel mondo direttamente creato da lui, all’interno di se stesso, cioè nel mondo 3: la volontà immediata dell’Assoluto non raggiunge il mondo 6 e non si manifesta in esso che sotto forma di leggi meccaniche. Più oltre, nei mondi 12, 24, 48, 96, la volontà dell’Assoluto ha sempre meno possibilità di manifestarsi. Questo significa che nel mondo 3 l’Assoluto crea, in un certo senso, un piano generale di tutto il resto dell’Universo che, ulteriormente, si sviluppa in modo meccanico. La volontà dell’Assoluto non può manifestarsi nei mondi successivi che in accordo con questo piano; la sua manifestazione prende allora la forma di leggi meccaniche. In altri termini, se l’Assoluto volesse manifestare la sua volontà, diciamo, nel nostro mondo, in opposizione alle leggi meccaniche alle quali quest’ultimo è assoggettato, dovrebbe distruggere tutti i mondi intermedi tra se stesso e il nostro mondo”.
Il fatto che l’Okidanokh “ottenga il suo primo sorgere nello spazio al di fuori del Santissimo Sole Assoluto” rappresenta, per noi, il passaggio dal Mondo Tre (un Mondo creato dalla stessa Volontà) al Mondo Sei. L’espressione “meccanica” delle leggi aumenterà progressivamente in restrizione dal livello del Mondo 12 al Mondo 96. Comprendiamo che le "ulteriori involuzioni" annotate nella citazione precedente, si riferiscono alla discesa, per gradi, attraverso i Mondi 12, 24, 48, e 96, e i corrispondenti cambiamenti nella "Vivificazione delle Vibrazioni" sono l’abbassamento della frequenza delle Vibrazioni mentre l’Okidanokh scende attraverso i gradini dell’ottava del Raggio di Creazione verso una materialità sempre più densa. C’è anche un interessante risonanza tra i corrispondenti cambiamenti nella “Vivificazione delle Vibrazioni” nel movimento involutivo lungo il Raggio di Creazione e la descrizione dell’ottava che si trova nella Tavola degli Idrogeni. La risonanza non è esatta perché la tavola degli Idrogeni è una concezione, che unisce Assoluto-Sole- Terra-Luna in tre ottave successive. Di conseguenza, non esiste un’identificazione specifica del Mondo Sei (il Mondo di Tutti i Soli) o del Mondo 24 (il Mondo di Tutti i Pianeti). Tuttavia, il passaggio delle energie lungo gli Stopinders o i “centri di gravità” nelle tre ottave, riecheggia il passaggio dell’Okidanokh nelle sue “ulteriori involuzioni”. È anche degno di nota il fatto che la concezione di Gurdjieff della tavola degli idrogeni includa due “scelte” nella forma che applica agli studi sugli esseri tricerebrali. Queste riduzioni possono essere intese come riferite ai Mondi Uno e Tre (la Volontà dell’Infinito e il Santo Sole Assoluto), che sono inaccessibili ai “poteri e alle capacità ordinarie” dell’uomo. Il Raggio di Creazione è una singola ottava che abbraccia l’intera Creazione. Lo stesso si potrebbe dire dell'Heptaparaparshinokh. L’espressione “Tre Sante Fonti del Sacro Theomertmalogos” (l’emanazione del Santissimo Sole Assoluto) potrebbe essere intesa come riferita alle azioni che avvengono nel Terzo Mondo, che stabiliscono il modello primordiale delle Grandi Leggi per l’intero Universo. Se prendiamo il Santo Sole Assoluto come Mondo Tre, sembrerebbe coerente identificarlo anche come l’Essere dell’infinito; mentre il Mondo Uno si riferisce alla Volontà dell’infinito. Così, l’espressione “Io Sono” diventa un’affermazione inclusiva della Volontà e dell’Essere dell’infinito. L’universo esistente diventa, in questa prospettiva, l’espressione creativa o il deflusso dall'”Io Sono”. È importante enfatizzare i cambiamenti involutivi nella Vivificazione delle Vibrazioni dell’Okidanokh nel suo passaggio lungo il sacro Heptaparaparshinokh (il Raggio di Creazione) cosmico comune. Ad ogni Stopinder, o baricentro, il livello di vibrazione cambia; rallenta a un livello di vibrazione inferiore. Ciò è coerente con la tavola degli idrogeni di tre ottave, dove, per ogni successiva categoria di idrogeno ci sono tre note in un ottava (do-si-la, la-sol-fa, fa-intervallo-mi, mi-re-do) e queste note sono nominate come portatrici delle forze attive, passive e neutralizzanti. Ad ogni passo, la forza della Santa Riconciliazione (3; N) diventa 1 (C) per la successiva triade inferiore, facendo eco nell’azione che Gurdjieff descrive come “Djartklom”.
“Quando una nuova unità cosmica si concentra, l’elemento attivo onnipresente non si fonde in essa come tale, né come tale si trasmuta in qualche punto corrispondente della nuova formazione, come invece accade per tutte le altre cristallizzazioni in tutte le formazioni cosmiche. Al contrario: appena entra in contatto con un’unità cosmica, subisce immediatamente quello che si chiama “djartklom”, cioè si scompone nei tre principi fondamentali che gli hanno dato origine. Poi ciascuno dei tre principi, preso isolatamente, determina in quell’unità cosmica la concentrazione indipendente di tre nuove -formazioni distinte. E così all’origine di qualsiasi nuova formazione azione l’elemento attivo onnipresente crea le fonti per un’eventuale manifestazione della sacra legge di Triamazikamno”.
Le “unità cosmiche” a cui si fa riferimento in questa citazione sono i RISULTATI (più e meno) delle tre note dell’ottava precedente. L’Okidanokh, a questo nuovo livello inferiore, si divide nelle tre forze che determinano poi i tipi di interazione che possono verificarsi a questo livello della tavola degli idrogeni. Ad esempio, la massa appare prima come protoni, neutroni ed elettroni. Quando l’energia decade, queste masse (o unità cosmiche) continuano ad essere presenti, ma poi interagiscono tra loro, tramite le frequenze più basse di Okidanokh (cioè le onde elettromagnetiche), per produrre il livello inferiore successivo di materialità basata sulla massa (atomi). Ogni categoria discendente di ‘idrogeno’, avente una vibrazione più bassa (e quindi una materialità più densa), parteciperà ad azioni energetiche inferiori. Le azioni stesse sono, tuttavia, TUTTE manifestazioni dell’Okidanokh. Possiamo ragionevolmente concludere che l’Okidanokh ha molti, molti livelli di forza e funzione, essendo l’influenza VIVIFICANTE (Elemento – Attivo – Onnipresente) nell’apparizione di “tutte le grandi e piccole formazioni che sorgono”, e la causa fondamentale della maggior parte dei fenomeni cosmici.
LA NATURA DELL'OKIDANOKH
“Ma siccome una ‘capace ragione’ — in questo caso, la mia — ha appositamente escluso la terza parte dell’Okidanokh, nota sotto il nome di Parijrahatnatius, ora il processo si sta svolgendo lì dentro solo tra le altre due parti, dette dalla scienza rispettivamente Anodnatius (anodo; n.d.r.), la prima, e Cathodnatius (catodo; n.d.r.) la seconda. Sicché, invece del risultato conforme alle leggi ottenibile dal suddetto processo di fusione delle tre parti, in questo momento si realizza un risultato non conforme alle leggi, detto ‘risultato del processo di reciproca distruzione di due forze opposte’, che gli esseri ordinari chiamano 'causa della luce artificiale'”.
“E questo fenomeno ora non c’è più, solo perché dall’ultima volta che ho tirato una certa leva, ho introdotto nel processo di distruzione delle due parti dell’Okidanokh, una terza parte che compone l’Okidanokh indipendente, che ha cominciato a fondersi proporzionalmente con le altre due dando il risultato previsto per questa fusione delle tre parti indipendenti dell’Okidanokh Onnipresente”.
“…L’Ambra è una di quelle sette formazioni planetarie in cui l’elemento attivo dell’Okidanokh Onnipresente prende parte con tutte e tre le sue parti separate, indipendenti e sacre, in proporzioni uguali“.
“Nella nostra giovinezza tutte queste navi, sia per le comunicazioni intersistemiche che interplanetarie, erano ancora funzionanti con la sostanza cosmica 'Elekilpomagtistien' (elettromagnetismo; n.d.r.) che è una sostanza costituita da due parti separate dell’Okidanokh onnipresente”.
“…dove c’è una fusione dell’elemento attivo Okidanokh nell’atmosfera sopra una certa località, lì avvengono grandi temporali”.
“La totalità o le parti separate di questa sostanza – che proprio per loro, in quanto esseri tricerebrali, è oggettivamente sacra – hanno ricevuto laggiù vari nomi nelle diverse epoche, ed oggi il risultato della fusione e della reciproca distruzione di due parti dell’Okidanokh onnipresente viene chiamato “elettricità”.
Dalle citazioni sopra riportate, è possibile discutere la natura dell’Okidanokh nei seguenti aspetti:
La triade dell’Okidanokh è Anodnatious (+), Cathodnatious (-) e Parijrahatnatioose (N).
Quando presenti in proporzione uguale, i tre aspetti dell’Okidanokh sembrano trasmettere l’attributo di Imparzialità o non reattività alla formazione specificata. Questa comprensione è in risonanza con quello che Gurdjieff riferisce sull’ambra e del simbolo di “Akhaldan”. L’imparzialità deriva dal fatto che quando tutti e tre gli aspetti dell’Okidanokh sono presenti in eguale proporzione non c’è reazione alla presenza esterna di qualsiasi altra fonte di una o due delle forze (non è conduttiva, ma funziona come un isolante). Qui potremmo trovare un’analogia con il nostro mondo interiore, perché quando si è in uno stato di “Ambra” si è isolati e non si reagisce automaticamente. Ad esempio, se una persona si manifesta in modo negativo verso qualcuno e se quel qualcuno è imparziale nei confronti della sua manifestazione, questo darebbe un esempio del più alto livello del Partkdolg-Doveri-dell’Essere (non reagire alle manifestazioni negative di altre persone nei confronti di se stessi). Uno così è isolato (non è conduttivo – né più né meno); è semplicemente imparziale per entrambi. “Elekilpomagtistien” sembra essere una forma appena mascherata della parola “Elettromagnetismo”. Ora si ritiene che i temporali riflettano il complesso processo di equilibratura tra le partitelle separate con carica negativa e positiva; processo denominato separazione di carica. Viene indotto un campo elettrico che dipende dalla separazione della terra o della nuvola caricata positivamente e di quella caricata negativamente. Quando il campo elettrico raggiunge un certa intensità, si verifica una scarica elettrica (il fulmine) all’interno delle nuvole, o tra queste e la Terra. L’energia generata dal campo elettrico è sufficiente per produrre, a volte, raggi gamma al alta energia oltre la luce visibile. Quindi, il fulmine è un esempio drammatico di uno dei poteri dell’elettromagnetismo. Lo sforzo di fondere Anodnatious e Cathodnatious – che è inerente alla natura delle forze che affermano e negano – portano a un risultato (una riconciliazione); la produzione di luce (onde elettromagnetiche di frequenze visibili e altre).
OKIDANOKH E SCIENZA MODERNA
Alla fine del XIX secolo, la scienza moderna si trovava sull’orlo di un netto divario. Da un lato c’era la convinzione di molti scienziati che le leggi che governano l’Universo fossero state fondamentalmente comprese, e che avevano bisogno solo di un “completamento” in relativamente poche aree. Dall’altra parte, c’erano scienziati che nutrivano inquietanti interrogativi sulla natura dei raggi Roentgen (raggi X), sulle onde radio recentemente scoperte, sulla radioattività, sulla radiazione/assorbimento della scatola nera e delle molte implicazioni delle equazioni di Maxwell che unificano l’elettricità e al magnetismo. Inoltre, l’esistenza dell’etere (il mezzo proposto per le onde fotoniche, o “elettromagnetiche”) era stato seriamente messo in discussione. In questo ambiente di tale fermento (1900 circa), apparve la prima teoria quantistica di Max Planck sulle unità (o quanti) di azione. Questa teoria sosteneva aspetti essenziali della Teoria della Relatività Speciale di Einstein. Da una prospettiva strettamente deterministica sulla causalità – che era pervasiva nella fisica del XIX secolo – gli scienziati si confrontarono improvvisamente con osservazioni e teorie che confusero le loro precedenti visioni e, contemporaneamente, aprirono più porte verso il mondo quantistico dell’incertezza, della natura simultanea di “onde” e “particelle”, e dei limiti della prevedibilità statistica. Nel corso dei due secoli successivi ai “Principia” di Newton, le uniche forze risultate operative nell’Universo furono la gravità e l’elettromagnetismo (unificate dalle equazioni di Maxwell nel 1873). Le scoperte graduali delle forze nucleari forti e deboli come forze primarie nell’Universo non avrebbero avuto luogo per diversi decenni. In particolare, il neutrone non fu “scoperto” fino al 1932. Nel 1916, con la pubblicazione della Teoria della Relatività Generale, la natura della forza di gravità fu messa in discussione, poiché Einstein propose che la curvatura del continuum spaziotemporale “producesse” i fenomeni che gli scienziati identificano e descrivono come gravità. Questa prospettiva sembrava collocare la gravità in un ruolo derivato piuttosto che in un ruolo primario come “forza” fondamentale nell’Universo. Nei primi anni del XX secolo, il molo dominante dei fenomeni elettromagnetici nei processi fisici e chimici che avvengono sulla Terra fu ben stabilito. La gravità, come forza fondamentale, fu in qualche modo relegata a un ruolo secondario. Soli, pianeti, uomo, vita animale e vegetale erano intesi come manifestazioni, a vari livelli di energia, derivanti dalla forza primaria dell’elettromagnetismo. Quanto sopra è un breve abbozzo delle principali prospettive scientifiche della fisica che erano presenti durante i primi anni in cui Gurdjieff divenne insegnante. Non dovrebbe sorprendere che Gurdjieff abbia fatto uso delle scoperte scientifiche e dei derivati tecnologici che scaturivano dalle intuizioni, allora attuali, sulla natura fisica dell’Universo. L’Elettromagnetismo era emerso come un’influenza chiaramente dominante e primordiale in tutte le prospettive scientifiche, e, poiché il suo obiettivo includeva l’unione della ricerca della scienza dell’Occidente e della saggezza dell’Oriente, sarebbe stato essenziale includere le attuali opinioni scientifiche nell’elaborazione della sua “nuova” cosmologia. I concetti e gli strumenti tecnologici (cioè la lampadina, la dinamo, le batterie, ecc.) che appaiono nei capitoli “Arci- Assurdo” e “Arci-fantastico”, sono una vivida testimonianza a sostegno di una collocazione dell’elettromagnetismo, da parte di Gurdjieff, al culmine delle "forze" mondiali. Che il fotone svolga questo ruolo in tutti i fenomeni elettromagnetici fu compreso solo nei primi decenni del ventesimo secolo, e ciò rende l’affermazione di Gurdjieff ancor più straordinaria.