È possibile trovare qualcosa di reale negli insegnamenti delle religioni esistenti? (G. I. Gurdjieff)
Ma in altre occasioni qualche domanda opportuna portava a spiegazioni nuove e inaspettate. Qualcuno, una volta, durante un discorso, gli chiese se era possibile trovare qualcosa di reale, e che potesse condurre a qualche risultato, negli insegnamenti e nei riti delle religioni esistenti.
"Sì e no", disse G. "Immaginate che siamo seduti qui a parlare di religioni e che la cameriera Maša ascolti la nostra conversazione. Lei ovviamente la comprende a modo suo e ripete quello che ha compreso al portinaio Ivan. Il portinaio Ivan la comprende di nuovo a modo suo e ripete quello che ha compreso al cocchiere Peter. Il cocchiere Peter va in campagna e racconta in paese quello di cui parlano i nobili in città. Ciò che racconta somiglierà in qualche modo a ciò che abbiamo detto? Questa è proprio la relazione tra le religioni esistenti e ciò che ne era il fondamento. Quasi tutto è stato distorto ed ora è irriconoscibile, e tutto l’essenziale è stato dimenticato da tempo. «Ad esempio, in tutte le denominazioni del cristianesimo un parte importante è rivestita dalla tradizione dell'Ultima Cena di Cristo e dei suoi discepoli. Su di essa si fondano le liturgie e tutta una serie di dogmi, riti e sacramenti. Questo è stato un terreno per lo scisma, per la separazione delle chiese, per la formazione di sette; quante persone sono morte perché non accettarono questa o quell'altra interpretazione. Ma in realtà nessuno comprende di cosa si tratta esattamente, né cosa fu fatto da Cristo e dai suoi discepoli quella sera. Non esiste alcuna spiegazione che assomigli anche solo approssimativamente alla verità, perché, in primo luogo, ciò che è scritto nei Vangeli è stato distorto dai copisti e dai traduttori e, in secondo luogo, è stato scritto per coloro che sanno, a coloro che non sanno non possono spiegare nulla, e quanto più cercano di comprendere, tanto più profondamente sono indotti all'errore. Per comprendere ciò che accadde durante l'Ultima Cena è necessario innanzitutto conoscere alcune leggi. Ricordate quello che ho detto a proposito del 'corpo astrale'? Riprendiamolo brevemente. Le persone che hanno un 'corpo astrale' possono comunicare tra loro a distanza senza ricorrere ai comuni mezzi fisici. Ma affinché tale comunicazione sia possibile è necessario stabilire una qualche "connessione" tra loro. A questo scopo, quando si recano in luoghi diversi o in paesi diversi, le persone a volte portano con sé qualcosa che appartiene a un altro, specialmente cose che sono state in contatto con il suo corpo e sono permeate delle sue emanazioni, e così via. Allo stesso modo, per mantenere un legame con una persona morta, i suoi amici conservavano oggetti che gli erano appartenuti. Queste cose lasciano, per così dire, una traccia dietro di sé, qualcosa di simile a dei fili o filamenti invisibili che rimangono distesi nello spazio. Questi fili collegano un dato oggetto con la persona, viva o in certi casi morta, alla quale l'oggetto apparteneva. Se ne possono trovare tracce nei costumi di molti popoli. Sapete, per esempio, che diverse nazioni hanno la consuetudine della fratellanza di sangue. Due uomini, o più uomini, mescolano insieme il loro sangue nella stessa coppa e poi bevono da questa tazza. Dopodiché sono considerati fratelli di sangue. Ma l’origine di questa usanza è più profonda. In origine era una cerimonia magica per stabilire una connessione tra i "corpi astrali". Il sangue ha qualità speciali. E alcuni popoli, per esempio gli ebrei, attribuivano al sangue un significato speciale, delle proprietà magiche. Ora, vedete, se si stabilisce una connessione tra i “corpi astrali”, anche secondo le credenze di alcune nazioni, essa non verrà interrotta dalla morte. Cristo sapeva di dover morire. Così era stato deciso in anticipo. Lo sapeva lui e lo sapevano i suoi discepoli. Ciascuno sapeva quale ruolo doveva svolgere. Ma allo stesso tempo volevano stabilire un legame permanente con Cristo. E per questo diede loro da bere e da mangiare il suo sangue e la sua carne. Non era affatto pane e vino, ma vera carne e vero sangue. L'Ultima Cena fu una cerimonia magica simile alla 'fratellanza di sangue' per stabilire una connessione tra i 'corpi astrali'. Ma nelle religioni esistenti c'è forse qualcuno che lo sappia e ne comprenda il significato? Tutto questo è stato dimenticato da tempo e a ogni cosa è stato dato un significato completamente diverso. Le parole sono rimaste, ma il loro significato è andato perduto da tempo".
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"Tutto questo e molte altre cose possono essere spiegate solo con l'aiuto della legge delle ottave e con la comprensione del ruolo e del significato degli 'intervalli', che fanno sì che la linea di sviluppo della forza cambi costantemente e proceda in modo discontinuo fino a deviare per diventare l'esatto opposto. Questo corso delle cose, cioè un cambiamento di direzione, lo possiamo osservare ovunque. Dopo un certo periodo di attività energica, o di forte emozione, o di giusta comprensione, arriva una reazione, il lavoro diventa noioso e faticoso; momenti di stanchezza e indifferenza si manifestano nel sentimento; invece del giusto pensiero comincia la ricerca di compromessi; la repressione, l'elusione dei problemi difficili. Ma la linea continua a svilupparsi, anche se ora non nella stessa direzione iniziale, al livello degli avvenimenti comuni della giornata; il pensiero diventa dogmatico, letterale. Tutto procede così per un certo tempo, poi di nuovo c'è una reazione, un nuovo arresto, una nuova deviazione, e il lavoro iniziato con grande zelo ed entusiasmo diventa una formalità obbligatoria e inutile; sono entrati nel sentimento una quantità di elementi del tutto estranei: considerazione, vessazione, irritazione, ostilità; il pensiero gira in circolo ripetendo ciò che prima già sapeva, e la via d'uscita trovata viene persa di vista. La stessa cosa accade in tutte le sfere dell'attività umana. Nella letteratura, nella scienza, nell'arte, nella filosofia, nella religione, nella vita individuale e soprattutto sociale e politica, possiamo osservare come la linea di sviluppo delle forze devia dalla sua direzione originaria e procede, dopo un certo tempo, in una direzione diametralmente opposta, conservando ancora il suo antico nome. Uno studio della storia da questo punto di vista mostra i fatti più sorprendenti, e l'umanità meccanica è lungi dal voler notare tale cambiamento di direzione nella linea di sviluppo delle forze. Questo lo si può riscontrare nella storia delle religioni, in particolare nella storia del cristianesimo, se studiata in modo imparziale. Pensate a quante deviazioni deve aver preso la linea di sviluppo delle forze per passare dall'amore della predicazione evangelica all'Inquisizione; oppure per passare dagli asceti dei primi secoli che studiavano il cristianesimo esoterico agli scolastici che calcolavano quanti angeli potevano essere collocati sulla punta di un ago. La legge dell'ottava spiega molti fenomeni della nostra vita che sono incomprensibili. Il primo è il principio della deviazione delle forze. Il secondo è il fatto che nulla al mondo resta nello stesso posto o rimane quello che era, tutto si muove, tutto va da qualche parte, cambia, e inevitabilmente o si sviluppa o s'indebolisce o degenera, vale a dire, si muove lungo una linea di ottave ascendente o discendente. E in terzo luogo, che nell'effettivo sviluppo stesso delle ottave ascendenti e discendenti, si verificano costantemente fluttuazioni, accelerazioni e rallentamenti".
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"Il terzo stato di coscienza è il ricordo di sé, o coscienza di sé, o coscienza del proprio essere. Siamo soliti ritenere di essere già in possesso di questo stato di coscienza o che possiamo ottenerlo semplicemente desiderandolo. La nostra scienza e filosofia hanno trascurato il fatto che non possediamo questo stato di coscienza e che non possiamo crearlo in noi stessi solo con il desiderio o la decisione. Il quarto stato di coscienza è chiamato stato di coscienza oggettiva. In questo stato l'uomo può vedere le cose come sono. Lampi di questo stato di coscienza si verificano anche nell'uomo. Nelle religioni di tutte le nazioni ci sono indicazioni della possibilità di un stato di coscienza di questo tipo che viene chiamato "illuminazione" e con vari altri nomi, ma che non può essere descritto a parole. Ma l'unica via giusta verso la coscienza oggettiva è attraverso lo sviluppo dell'auto-coscienza. Se un uomo ordinario fosse portato allo stato di coscienza oggettiva e poi riportato al suo stato abituale, non ricorderebbe nulla e penserebbe di aver perso coscienza per un certo periodo. Ma nello stato di ricordo di sé un uomo può avere bagliori di coscienza oggettiva e ricordarli. Il quarto stato di coscienza nell'uomo significa uno stato dell'essere del tutto diverso; è il risultato della crescita interiore e di un lungo e difficile lavoro su se stessi. Ma il terzo stato di coscienza costituisce il diritto naturale dell'uomo così com'è, e se l'uomo non lo possiede è solo a causa delle errate condizioni della sua vita. Si può dire, senza alcuna esagerazione, che attualmente il terzo stato di coscienza si manifesta nell'uomo solo sotto forma di rarissimi lampi, e può essere reso più o meno permanente in lui solo mediante un addestramento speciale. Per la maggior parte degli uomini, anche quelli colti e pensanti, l'ostacolo principale sulla via dell'acquisizione dell'autocoscienza consiste nel fatto che credono di possederla, cioè di possedere l'auto-coscienza e tutto ciò che ad essa è connesso; l'individualità nel senso di un 'io' permanente e immutabile, la volontà, la capacità di fare, ecc. È evidente che un uomo non sarà interessato se gli si dice che potrà acquisire, grazie a un lavoro lungo e difficile, qualcosa che, secondo lui, possiede già. Al contrario, penserà che tu sia pazzo o che tu voglia ingannarlo per un tornaconto personale. I due stati superiori di coscienza - 'ricordo di sé' e 'coscienza oggettiva' - sono collegati al funzionamento nell'uomo dei centri superiori. Oltre ai centri di cui abbiamo parlato finora, nell'uomo esistono altri due centri: il centro emozionale superiore e il centro intellettuale superiore. Questi centri sono in noi; sono completamente sviluppati e lavorano continuamente, ma il loro lavoro non riesce a raggiungere la nostra coscienza ordinaria. La causa di ciò risiede nelle proprietà speciali della nostra cosiddetta 'coscienza lucida'. Per comprendere quale sia la differenza tra gli stati di coscienza, torniamo al primo stato di coscienza che è il sonno. Questo è uno stato di coscienza del tutto soggettivo. L'uomo è immerso nei sogni, che li ricordi o meno. non importa. Anche se alcune impressioni reali lo raggiungono, come suoni, voci, calore, freddo, la sensazione del proprio corpo, queste suscitano in lui solo immagini soggettive fantastiche. Dopodiché l'uomo si sveglia, a prima vista in un diverso stato di coscienza, ora può muoversi, può parlare con altre persone, può fare calcoli in anticipo, può notare il pericolo ed evitarlo, e così via. Ma se entriamo un po' più a fondo nelle cose, se diamo uno sguardo al suo mondo interiore, ai suoi pensieri, alle cause delle sue azioni, vedremo che è quasi nello stesso stato di quando dorme. Ed è anche peggio, perché nel sonno è passivo, cioè non può fare nulla. Nello stato di veglia, tuttavia, può fare qualcosa in ogni momento e i risultati di tutte le sue azioni si rifletteranno su di lui o su coloro che lo circondano. Eppure, non si ricorda di se stesso. È una macchina, tutto con lui accade. Non riesce a fermare il flusso dei suoi pensieri, non riesce a controllare la sua immaginazione, le sue emozioni, la sua attenzione. Vive in un mondo soggettivo di "amo", "non amo", "mi piace", "non mi piace", "voglio", "non voglio", in altre parole vive di ciò che gli piace e non gli piace, di ciò che pensa di volere, di ciò che pensa di non volere. Non vede il mondo reale. Il mondo reale gli è nascosto dal muro dell'immaginazione. Vive nel sonno. È addormentato. Ciò che viene chiamato “coscienza lucida” è soltanto “sonno”, e si tratta di un sonno molto più pericoloso del sonno della notte quando siamo a letto. Prendiamo qualche evento nella vita dell'umanità. Per esempio, la guerra. C'è una guerra in corso in questo momento. Che cosa significa? Significa che diversi milioni di persone addormentate stanno cercando di distruggere diverse altre milioni di persone addormentate. Naturalmente non lo farebbero se si svegliassero. Tutto ciò che avviene è dovuto a questo sonno. [...] Tutti gli insegnamenti religiosi – ad eccezione ovviamente delle religioni completamente degenerate dei selvaggi e delle religioni e sette inventate nei tempi moderni – consistono di due parti, quella visibile e quella nascosta. Essere delusi dalla religione significa essere delusi dalla parte visibile e sentire la necessità di trovare la parte nascosta e sconosciuta".
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"Dovete capire" – disse – "che ogni vera religione, cioè quella creata da persone istruite per uno scopo preciso, consiste di due parti. Una parte insegna ciò che deve essere fatto. Questa parte diventa conoscenza comune e col passare del tempo si deforma e si allontana dall'originale. L'altra parte insegna a fare ciò che la prima parte dice di fare. Questa parte viene conservata segretamente in scuole speciali e con il suo aiuto è sempre possibile correggere ciò che è stato distorto nella prima parte, o recuperare quanto dimenticato. "Senza questa seconda parte non può esserci conoscenza della religione o comunque tale conoscenza sarebbe incompleta e molto soggettiva. "Questa parte segreta esiste anche nel cristianesimo così come nelle altre religioni, e insegna come eseguire i precetti di Cristo e cosa significano veramente".
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"Nelle condizioni ordinarie della vita colta, la posizione di un uomo, anche di un uomo intelligente che cerca la conoscenza, è senza speranza, perché, nelle circostanze che lo circondano, non c'è nulla che assomigli alle scuole dei fachiri o degli yogi, mentre le religioni occidentali sono talmente degenerate che in esse, già da lungo tempo, non c'è più nulla di vivo. Varie società occulte e mistiche, esperimenti ingenui sul genere dello spiritismo, ecc., non possono dare alcun risultato. E la situazione sarebbe davvero senza speranza se non esistesse la possibilità di una Quarta Via. La quarta via non richiede il ritiro nel deserto, non richiede che un uomo si arrenda e rinunci a tutto ciò con cui viveva in precedenza. La quarta via inizia molto più in là della via dello yogi. Ciò significa che un uomo dev'essere preparato per la quarta via, questa preparazione dev'essere acquisita nella vita ordinaria ed essere molto seria, e abbracciare molti aspetti diversi. Inoltre l'uomo deve vivere in condizioni favorevoli per lavorare nella quarta via, o comunque in condizioni che non la rendono impossibile. Bisogna comprendere che sia nella vita interiore che in quella esteriore di un uomo possono esserci condizioni che creano barriere insuperabili alla quarta via. Inoltre, la quarta via non ha forme definite come le vie del fachiro, del monaco e dello yogi. E, prima di tutto, bisogna trovarla. Questa è la prima prova. Non è così conosciuta come le tre vie tradizionali. Ci sono molte persone che non hanno mai sentito parlare della quarta via e ce ne sono altre che ne negano l'esistenza o la possibilità. Allo stesso tempo l'inizio della quarta via è più facile dell'inizio delle vie del fachiro, del monaco e dello yogi. Sulla quarta via è possibile lavorare e seguire questa via pur rimanendo nelle consuete condizioni di vita, continuando a svolgere il lavoro ordinario, preservando i precedenti rapporti con le persone, e senza rinunciare a nulla. Al contrario, le condizioni di vita in cui l'uomo si trova all'inizio del suo lavoro, in cui, per così dire, il lavoro lo coglie, sono per lui le migliori possibili, almeno all'inizio del lavoro. Queste condizioni sono naturali per lui. Queste condizioni sono l'uomo stesso, perché la vita dell'uomo e le sue condizioni corrispondono a ciò che egli è. Qualsiasi condizione diversa da quella creata dalla vita sarebbe artificiale per l'uomo, e in tali condizioni artificiali il lavoro non potrebbe toccare contemporaneamente ogni lato del suo essere. Grazie a ciò, la quarta via influenza simultaneamente ogni lato dell'essere umano. È il lavoro sulle tre stanze contemporaneamente. Il fachiro lavora sulla prima stanza, il monaco sulla seconda, lo yogi sulla terza per raggiungere la quarta. Nella stanza, il fachiro, il monaco e lo yogi, lasciano dietro di sé molte cose incompiute e non possono utilizzare ciò che hanno ottenuto, perché non sono padroni di tutte le loro funzioni. Il fachiro è padrone del suo corpo, ma non delle sue emozioni e della sua mente; il monaco è padrone delle sue emozioni, ma non del suo corpo o della sua mente; lo yogi è padrone della sua mente ma non del suo corpo o delle sue emozioni. Perciò la quarta via differisce dalle altre vie in quanto la principale richiesta fatta all'uomo è una richiesta di comprensione.