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Gurdjieff: l’Ateismo come Motore Principale del Nostro Mancato Risveglio

L'ateismo, nonostante la sua ostentata attitudine a credo razionalista, è in realtà una regressione metafisica: una posizione infantile, reattiva e in ultima analisi autodistruttiva. Non si fonda sulla scienza, né sulla ragione, né sui fenomeni osservabili, bensì sulla cecità spirituale. Non è il risultato della ricerca, ma il rifiuto della responsabilità e, peggio ancora, il motore principale del nostro mancato risveglio. Come affermano sia Gurdjieff sia la tradizione cristiana, in modi diversi, l'ateismo è il risultato di un profondo disordine nell'anima: un crollo dell'orientamento verso il Reale, il Bene e il Vero. Lungi dall'essere una posizione filosofica matura, l'ateismo è una patologia spirituale: una ribellione non solo contro "Dio", ma contro la Realtà stessa. E come tale, diventa la forma più perniciosa di idolatria: l'adorazione di sé.


L’ateismo non è una visione del mondo, è un rifiuto

L'ateismo non è una filosofia fondamentale. Non offre una spiegazione costruttiva dell'Essere, della coscienza, del significato o del valore. È interamente definito da ciò che nega: ovvero Dio. In questo senso, non si tratta di una seria proposta metafisica, ma di una formazione reattiva – un "no" riflessivo a qualsiasi pretesa trascendente che possa richiedere obbedienza, umiltà o trasformazione. È l'epitome dell'Hasnamuss di Gurdjieff. La vacuità di questa posizione è ancora più evidente se confrontata con l'affermazione di Gurdjieff secondo cui l'esistenza di Dio non è qualcosa su cui si può discutere, ma qualcosa di auto-evidente, presupposto nella struttura stessa del cosmo e nell'esperienza della coscienza stessa. L'ateismo, quindi, è l'atto di segare il ramo stesso su cui si è seduti.


L’ateismo pretende di essere scientifico, ma non lo è

Gli atei moderni amano indossare i panni della scienza. Eppure la scienza, correttamente intesa, è metodologicamente naturalistica: non esprime (e non può esprimere) giudizi metafisici. L'affermazione che la scienza "confuti Dio" è un errore di categoria, simile all'affermare che un microscopio abbia confutato la musica. La scienza tace sul trascendente proprio perché si limita all'immanente. Inoltre, la traiettoria della fisica e della cosmologia moderne – in particolare nella Meccanica Quantistica, nel Fine-Tuning e negli studi sulla coscienza – ha reso il modello ateo-materialista sempre più insostenibile. La sorprendente precisione delle costanti cosmologiche, l'emergere dei qualia e l'irriducibilità dell'esperienza soggettiva richiedono tutti una spiegazione ontologica più profonda. Tuttavia l'ateismo continua ad aggrapparsi a una cosmologia obsoleta e meccanicistica, cieco alle implicazioni metafisiche che la stessa scienza richiama.


Gurdjieff e il “Terrore della Situazione”

Secondo Gurdjieff, la condizione umana è segnata da una tragica ironia: siamo esseri spirituali addormentati rispetto alla nostra stessa condizione, ipnotizzati dall'illusione, dall'automatismo e dalla falsa personalità. In questo contesto, l'ateismo non è semplicemente un errore di credenza: è l'apice del sonno, la forma suprema di illusione. "Il Terrore della Situazione", come lo chiamava Gurdjieff, è il fatto che l'uomo si è scambiato per il suo ego, e quindi si venera, credendosi autonomo, auto-generante e sufficiente. L'ateismo è la formalizzazione teologica di questo errore. Non si tratta semplicemente di non credere in Dio: è l'intronizzazione del sé. E questa, Gurdjieff comprese, è la forma più pericolosa di idolatria: l'adorazione di sé mascherata da ragione. In quest'ottica, l'ateismo non è una posizione neutrale: è una deviazione ontologica, un rifiuto di sopportare il peso dell'essere. Nega l'asse verticale della realtà (la gerarchia dell'essere) e fa collassare ogni significato sul piano orizzontale dell'ego e della materialità. Riduce l'uomo a una macchina, e poi si chiede perché si senta morto dentro.


La diagnosi cristiana: l'ateismo come inversione diabolica

Da una prospettiva cristiana, l'ateismo è più di un errore: è inganno. Il rifiuto di riconoscere Dio non è solo ignoranza, ma ribellione spirituale, uno stratagemma di Satana per allontanare gli esseri umani dalla loro fonte, dal loro telos e dalla loro salvezza.

San Paolo scrive:

"Essi hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito la creatura anziché il Creatore..." (Romani 1:25)

L'ateismo, nel suo cuore, è proprio questo scambio. È la sostituzione di sé a Dio, dell'autonomia all'obbedienza, dell'edonismo alla santità. È la tentazione originaria nell'Eden – "sarete come déi" – rivestita con gli abiti del razionalismo moderno. E il frutto di questa ribellione è ovunque: narcisismo, nichilismo, decadenza della civiltà, crollo del significato, ascesa dei sistemi totalitari, mercificazione del corpo e morte dell'anima. Abbandonando Dio, l'uomo non diventa libero, ma schiavo delle sue passioni e dei poteri di questo mondo.


La caduta nel narcisismo e nell'anti-umanesimo

Ciò che l'ateismo genera in ultima analisi non è liberazione, ma narcisismo. Quando l'uomo viene reso misura di tutte le cose, perde ogni misura. Oscilla tra arroganza e disperazione. Senza un punto di riferimento trascendente, l'essere umano rimane intrappolato nel proprio solipsismo, consumato dall'autoesaltazione o schiacciato dalla futilità esistenziale. Gurdjieff lo vide chiaramente: senza un lavoro cosciente su se stessi (e un grande aiuto da parte di Dio), l'uomo diventa schiavo degli impulsi meccanici. E la tragedia è che si crede libero. L'ateo, negando Dio, diventa il proprio dio e quindi cessa di svilupparsi. È un prigioniero che ha gettato via la chiave e ha trasformato la sua cella in un palazzo. Questo è il vero Terrore: non solo che dormiamo, ma che difendiamo il nostro sonno come verità.


L'ateismo è una degenerazione spirituale

L'ateismo non è una neutrale "mancanza di fede": è una degenerazione spirituale, una crisi di percezione, un rifiuto volontario di partecipare alla realtà così com'è. Non è né filosoficamente solido né scientificamente fondato. È un'evasione psicologica mascherata da intelletto. È, come hanno compreso Gurdjieff e i santi cristiani, una ribellione contro la struttura stessa del cosmo: un tradimento ontologico le cui conseguenze non sono meramente intellettuali, ma civilizzatrici ed eterne. L'ateismo è il credo di coloro che hanno scelto l'ego anziché l'Assoluto, la comodità anziché la coscienza, e l'illusione anziché il lavoro della trasformazione interiore. È, in ultima analisi, la menzogna più antica del mondo: 

"Sarete come déi". 

Ma l'uomo non è stato creato per adorare se stesso. È stato creato per risvegliarsi, per conoscere, amare e servire la Fonte di ogni Essere. E finché non tornerà su quel sentiero, ogni negazione di Dio non farà altro che rendere più profondo il sonno da cui un giorno dovrà risvegliarsi, altrimenti perirà.



Fonte: Revisiting Gurdjieff’s “Terror of the Situation”: Atheism as the principal engine of our unawakening (Faith made Flesh)





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