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Estasi della Rivelazione (G. I. Gurdjieff)

Oggi ho finito di scrivere questo mio primo libro dedicato al venerato Belzebù, e ora desidero scriverne un epilogo, o come lo chiamano altri scrittori: "Dall'Autore". Desidero fare ciò perché come ho già detto nella prefazione del libro: ho osservato che tutti gli scrittori lo fanno, cioè scrivono qualcosa per se stessi e la chiamano postfazione, ovvero: "Dall'Autore". Ecco perché desidero scrivere qualcosa di simile anche alla fine di questo mio libro su Belzebù. Come ti ho già detto, non faccio niente nello stesso modo in cui lo fanno gli altri. Quindi, in primo luogo, non la chiamerò come fanno tutti gli altri scrittori. Non la chiamerò né "Postfazione" né "Dall'Autore", ma niente di più né di meno che "Estasi della Rivelazione". Ora inizierò a scrivere il testo. E con l'aiuto delle forze più alte e di quelle più basse, io comincio... Cosa devo scrivere? Sì, prima di tutto devo dire perché la chiamo "Estasi della Rivelazione". La chiamo così perché adesso ho, come al solito, non so perché, la malattia di parlare sinceramente. Ho avuto questa malattia più volte durante la mia vita, e anche se ormai so bene come andrà a finire questa mia sincerità, e lo so molto bene perché ho già avuto molta esperienza nell'ottenere con questa sincerità ciò che persino il Creatore ha rifiutato di accettare, tuttavia devo parlare, o in questo caso scrivere, perché non posso fare diversamente... Sicuramente ti è noto che questa "Estasi" non dipende dalla mia volontà, ma, in sola una parola, dalla mia malattia. Spero che dopo aver letto questo mio primo libro comprenderai che sono una di quelle persone che amano la sincerità, e quindi scriverò qualcosa di molto sincero. Per favore, dì la verità, mio prezioso acquirente dei miei libri; ti piace la sincerità?... Cosa? Dici che ti piace molto? Certo, lo dicono tutti, lo so!... Ma come ti senti dentro quando ti viene detta una verità?... Lo so benissimo anche questo!... Cosa?... Non proprio così? Ebbene!... Te lo spiegherò subito!... Dici che di regola ti fa piacere quando ti si parla sinceramente. Posso dirti che anche se lo dici sempre, in realtà menti sempre. Non ti piace e non ti è mai piaciuto, quando la verità ti viene detta in faccia. Sei abituato a farti piacere solo l'adulazione e la stimolazione del tuo amor proprio. Ogni rivelazione ti rovina sempre l'appetito e il tuo umore beatamente tranquillo per diversi giorni. Allora ascolta! Per esempio, con tutte le fibre della mia anima, come si dice, io ti odio. È uguale, chiunque tu sia, uomo o donna, giovane o vecchio, in una parola, se sei un essere umano, ti odio!!! Ora sarai solo divorato dalla curiosità; perché ho questo odio per l'uomo? Bene, ti spiegherò subito anche questo. Ti odio perché per tutta la mia vita, cioè mezzo secolo, ho faticato e sofferto per te, giorno e notte, con lo scopo di scoprire perché sei infelice, e se fosse stato possibile rendere felice un uomo che mi era del tutto indifferente. Ho lavorato così duramente che posso dire liberamente di aver lavorato più duramente di qualsiasi uomo sulla terra. Il risultato di tutto ciò, è che tutti coloro che mi hanno conosciuto mi odieranno, o mi definiranno uno speculatore, o un entusiasta visionario psicopatico, o cose del genere. Ciò riguarda l'uomo. Inoltre, cosa mi ha dato questo mezzo secolo della mia vita? Come ho concluso questa vita di sofferenza? Semplicemente scontrandomi con la mia amata automobile, in un terribile schianto, contro un bellissimo albero secolare, che cresceva a lato della famosa strada Fontainebleau-Parigi. E tutto sarebbe finito se non fosse stato per un caso, per un caso su cento, e grazie a questo caso sono rimasto vivo, e ora, mezzo uomo, vegeto a letto. E così, dopo questo incidente, quando ho ripreso coscienza, il mio corpo, a causa di varie lesioni causate da questa disgrazia, non poteva muoversi, e mi era impossibile pensare alle cose attuali; e nello stesso tempo, conoscendo molto bene la medicina, le mie possibilità di restare in vita aumentavano di giorno in giorno, e io, essendo libero, cominciavo a pensare. I miei pensieri, innanzitutto, mi dimostrarono categoricamente che, se fossi rimasto in vita, sarebbe stato un caso del tutto eccezionale! Dopo quello che è successo, posso ancora vivere! Secondo tutte le teorie delle probabilità, la mia vita sarebbe dovuta finire, o durante il mio incidente, oppure durante il periodo di lotta per la vita dell'organismo dopo questo incidente. Per questo si può dire che la mia vita è già finita. Ma se ora rimango in vita, sarà per me una vita nuova, come se rinascessi, con la differenza che nascendo, per così dire, di nuovo, ho l'esperienza e il ricordo della mia vita precedente. Dopo un simile ragionamento, in me è sorta involontariamente una domanda. Come ho vissuto la mia vita precedente? Vale la pena vivere nello stesso modo la mia nuova vita? E quando ho esaminato tutto questo secondo i risultati ottenuti, ho compreso che nella mia vita precedente ero un idiota all'ennesima potenza, che aveva moltissime possibilità, come quasi nessun uomo aveva mai avuto, di vivere bene e in un letto di rose, una vita sempre piena di piaceri. Ho sofferto volontariamente e ho sopportato ciò che per un uomo era insopportabile. E dopo questo ragionamento sono arrivato alla decisione che in questa mia nuova vita vivrò solo per ciò che mi darà piacere, cioè di questa conoscenza ed esperienza che ho ottenuto per caso nella mia vita precedente. E così ora ho deciso, in questa nuova vita, di vivere in un modo nuovo, vale a dire, ho realizzato il seguente programma:

Siccome quando mi preoccupavo e soffrivo, tu per esempio, mio caro, ballavi il fox-trot, ora anch'io voglio ballare il fox-trot. Ma se adesso balliamo tutti il fox-trot, allora, come sapete, da un lato il fox-trot non sarà più interessante, e dall'altro non ci sarà più spazio per ballare. Per questo ho deciso di uscire da questa difficoltà nel modo seguente: poiché tu hai già ballato molto, e io nemmeno una volta, la giustizia vuole che ora io balli, e tu faccia un po' di quello che io ho fatto per tutta la vita, e cosa si dovrebbe fare affinché i nostri ruoli vengano scambiati, lo vedrò a riguardo. Ricordati che all'inizio di questo libro ho detto di aver assaggiato tutto nella mia vita, ed è per questo che ora posso fare ciò molto facilmente. Ma intanto il mio stato mi permette solo di scrivere libri, e poi... beh, vedremo, soprattutto ora che Belzebù è diventato mio amico. Sì, mio prezioso acquirente! Penso che tu sappia già che per ballare il fox-trot occorrono molti soldi; e come dovresti anche sapere, non ho così tanti soldi. Tutti i soldi che ho avuto finora, che ho guadagnato sudando fino al settimo sudore; tutti questi soldi, li ho spesi nella mia vecchia stupida vita, in viaggi e ricerche, o per aiutare chi aveva bisogno di soldi e altre cose, e al momento non mi è rimasto un solo centesimo. Allo stesso tempo non voglio dover guadagnare soldi come facevo nella mia stupida vita precedente, e tuttavia ballare il fox-trot senza soldi - ma chiunque sappia muovere il cervello comprenderà che i soldi sono necessari. E quindi, nel frattempo, questo denaro desidero averlo attraverso la vendita di questi libri che ora sto scrivendo. Che cosa! Dici che è un pessimo modo di guadagnare? No, caro mio, mi sembra che porteranno un buon reddito. Ad esempio, tu personalmente... puoi aiutare non comprando i miei libri?



Fonte: GURDJIEFF'S EARLY TALKS 1914-1931





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