Gurdjieff, attraverso la narrazione di Belzebù, solleva una questione profondamente controintuitiva per la mentalità moderna: l'estrazione e l'uso indiscriminato dell'energia elettrica dalla natura non sarebbe un segno di progresso, ma piuttosto una pratica dannosa con conseguenze di vasta portata, inclusa la diminuzione della vitalità e della longevità umana. La sua prospettiva si basa sull'idea che esista una sostanza cosmica onnipresente, denominata Okidanokh, che permea l'universo e costituisce la base di ogni forma di esistenza, dalla vita planetaria alla capacità di auto-perfezionamento degli esseri.
L'Okidanokh e l'Equilibrio Cosmico
Il cuore dell'argomentazione risiede nella natura dell'Okidanokh. Questa sostanza, essenziale per i processi cosmici e per la vitalità degli esseri, è descritta come un elemento fondamentale presente nell'atmosfera di ogni pianeta. La sua concentrazione e distribuzione sono regolate da un equilibrio universale meticoloso. Ciò significa che ogni consumo o "distruzione" di Okidanokh in un punto dello spazio atmosferico deve essere compensato da un flusso compensatorio da altre aree, inclusi altri pianeti. In sostanza, l'universo opera come un sistema energetico chiuso e interconnesso, dove ogni alterazione locale ha ripercussioni a distanza. Quando gli esseri umani estraggono e utilizzano l'elettricità – che nel contesto del racconto è presentata come il risultato della "fusione e reciproca distruzione" di parti dell'Okidanokh – non stanno semplicemente "generando" energia, ma piuttosto stanno consumando una risorsa cosmica vitale. Questo consumo non è neutrale; esso altera l'equilibrio complessivo dell'Okidanokh nell'atmosfera planetaria e, per estensione, nell'intero sistema solare. L'analogia potrebbe essere quella di un organismo che preleva incessantemente da una riserva energetica essenziale senza consentirne il naturale ripristino, portando a un progressivo depauperamento. Le conseguenze di questo squilibrio, secondo la visione di Gurdjieff, sono molteplici e gravi. Non solo la "presenza generale" del pianeta ne risentirebbe, compromettendo il sorgere e il mantenimento di ogni forma di esistenza, ma soprattutto verrebbe influenzata la qualità intrinseca degli esseri. In particolare, per gli esseri "tricerebrali" (gli umani), la distruzione di questa sostanza sacra ne ostacolerebbe la possibilità di perfezionarsi e di evolvere spiritualmente, fino a compromettere la loro capacità di raggiungere la "Fonte Originaria". L'idea è che l'energia che viene consumata per scopi "ingenuamente egoistici" (come l'elettricità per convenienze materiali) sia la stessa energia sottile necessaria per lo sviluppo interiore.
Eco della Saggezza Antica e Risonanze Moderne
Le intuizioni di Gurdjieff, pur espresse in un linguaggio esoterico, trovano inaspettate risonanze in alcune scoperte e teorie scientifiche moderne, sebbene con terminologie e prospettive differenti. Non esistono studi scientifici che confermino direttamente l'esistenza dell'Okidanokh o la sua relazione con la longevità umana nel modo descritto. Tuttavia, possiamo individuare dei paralleli concettuali che meritano un'analisi approfondita:
Termodinamica e Leggi di Conservazione
Il concetto di un equilibrio cosmico e della necessità di rimpiazzo di una sostanza consumata richiama fortemente il Primo Principio della Termodinamica, noto anche come principio di conservazione dell'energia. Questo principio afferma che l'energia non si crea né si distrugge, ma si trasforma. Quando "estraiamo" elettricità, stiamo convertendo altre forme di energia (chimica, nucleare, cinetica, solare) in energia elettrica. Tuttavia, l'intuizione di Gurdjieff va oltre la semplice trasformazione: suggerisce che vi sia una qualità intrinseca o una "sottigliezza" dell'energia che viene degradata o "distrutta" nel processo di utilizzo, non solo la sua forma. Il Secondo Principio della Termodinamica, o principio dell'entropia, potrebbe essere ancora più pertinente. Esso afferma che in un sistema isolato, l'entropia (il grado di disordine o di dispersione dell'energia) tende sempre ad aumentare. L'estrazione e l'utilizzo dell'energia elettrica, specialmente se inefficiente o finalizzata a scopi "egoistici", potrebbe essere vista come un processo che aumenta il disordine cosmico o degrada la "qualità" dell'energia disponibile per scopi più elevati. Se l'Okidanokh rappresenta una forma di energia altamente organizzata o "sottile", la sua conversione in energia elettrica per usi comuni potrebbe essere interpretata come un aumento di entropia a livello cosmico, con conseguenze sulla vitalità degli esseri.
L'Interconnessione Ambientale e Sistemica
L'idea che il consumo di una sostanza in un punto influenzi l'intero sistema (dalla stessa atmosfera planetaria ad altri pianeti) è un principio cardine dell'ecologia moderna e della teoria dei sistemi complessi. Sappiamo che le risorse terrestri non sono infinite e che il loro consumo ha impatti globali. La deforestazione in Amazzonia influenza il clima a migliaia di chilometri di distanza; l'inquinamento atmosferico non conosce confini nazionali. La visione di Gurdjieff estende questo principio di interconnessione non solo alle risorse materiali, ma a una sostanza energetica fondamentale per la vita stessa, suggerendo una risonanza che va oltre la semplice risorsa fisica.
Bioenergetica e Campo Energetico Umano
Sebbene controversa e non ampiamente accettata dalla scienza mainstream, la bioenergetica e alcune discipline della medicina complementare esplorano l'idea di un "campo energetico" che permea gli esseri viventi. Concetti come il "qi" (energia vitale) nella medicina tradizionale cinese, il "prana" nello yoga o il "biocampo" nelle ricerche occidentali, suggeriscono che la salute e la vitalità dipendano da un flusso armonioso di energia sottile all'interno e attorno al corpo. Se l'Okidanokh fosse una sorta di energia vitale cosmica, la sua "distruzione" indiscriminata potrebbe metaforicamente corrispondere a un depauperamento del serbatoio energetico da cui attingono gli esseri viventi, influenzando la loro vitalità e longevità. La diminuzione della "capacità di perfezionamento" potrebbe essere interpretata come una ridotta disponibilità di energia sottile necessaria per i processi di crescita personale e spirituale.
Il Paradosso del Progresso Tecnologico
Infine, la critica implicita all'uso "ingenuamente egoistico" dell'elettricità da parte di Gurdjieff risuona con le moderne preoccupazioni sull'impatto ambientale e sociale del progresso tecnologico. Nonostante i benefici innegabili, l'eccessiva dipendenza dalla tecnologia e il consumo sconsiderato di risorse (anche energetiche) hanno portato a crisi climatiche, inquinamento e un senso crescente di alienazione. L'accorciamento della vita umana, in quest'ottica, potrebbe non essere solo una conseguenza diretta di un depauperamento energetico sottile, ma anche il deterioramento complessivo della qualità della vita a causa di un modello di sviluppo insostenibile. La visione di Gurdjieff ci invita a riflettere se ciò che consideriamo progresso materiale non stia, in realtà, minando le fondamenta della nostra esistenza più profonda e della nostra evoluzione.
L'Elettrosmog e il Dilemma Moderno:
Un'Eco delle Antiche Preoccupazioni Energetiche
La visione di Gurdjieff, espressa attraverso la figura di Belzebù, sulla "distruzione" della sostanza cosmica Okidanokh per generare energia elettrica e le sue conseguenze sulla longevità e la capacità di auto-perfezionamento umano, risuona in modo sorprendente con un dibattito scientifico e sociale molto attuale: quello sull'elettrosmog e i potenziali effetti dei campi elettromagnetici (CEM) sulla nostra salute. Sebbene il linguaggio sia diverso – una metafora esoterica contro un'analisi scientifica – il filo conduttore rimane la preoccupazione per l'impatto dell'energia artificiale sulla nostra vitalità intrinseca. Gurdjieff ipotizzava un legame tra l'utilizzo smodato di una forma energetica "sacra" e il deterioramento della qualità della vita. La scienza moderna, pur senza adottare concetti mistici come l'Okidanokh, indaga se l'esposizione ai CEM, prodotti dalle nostre tecnologie quotidiane, possa effettivamente compromettere funzioni vitali, come quelle cognitive. Esploriamo i risultati delle ricerche, le loro limitazioni e le ipotesi sui meccanismi biologici che potrebbero spiegare queste correlazioni.
Campi Elettromagnetici e Funzioni Cognitive: La Ricerca in Corso
Il panorama scientifico riguardo l'influenza dei CEM sulla salute umana, in particolare sulle funzioni cognitive come l'attenzione e la memoria, è un campo di studio attivo e complesso. Le sfide metodologiche sono notevoli, rendendo difficile giungere a conclusioni definitive.
Studi Epidemiologici e Correlazioni: Il Puzzle dell'ADHD
Diversi studi epidemiologici hanno tentato di stabilire una correlazione tra l'esposizione prolungata a CEM e l'insorgenza o l'aggravamento di disturbi dell'attenzione, in particolare il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD). Queste indagini spesso si concentrano su popolazioni particolarmente vulnerabili, come i bambini, la cui esposizione a dispositivi come smartphone e router Wi-Fi è sempre più precoce e intensa, o su individui che vivono in prossimità di fonti significative di CEM, come tralicci o stazioni radio base. L'ipotesi di fondo è che l'esposizione cronica a questi campi possa influenzare lo sviluppo neurologico o alterare i circuiti cerebrali responsabili dell'attenzione e del controllo degli impulsi. Tuttavia, è fondamentale sottolineare un limite cruciale: questi studi spesso rilevano correlazioni statistiche, ma non riescono a stabilire un nesso di causalità diretto. Molti fattori confondenti, come lo stile di vita, la genetica, l'esposizione ad altre tossine ambientali, il tempo trascorso davanti agli schermi (indipendentemente dai CEM) e la dieta, possono influenzare lo sviluppo dell'ADHD. Per questo motivo, sono necessari ulteriori studi con disegni metodologici più robusti, come studi prospettici longitudinali, per isolare l'effetto specifico dei CEM.
Impatto sulle Funzioni Cognitive Specifiche
Al di là dell'ADHD, la ricerca ha esteso l'indagine all'impatto dei CEM su un più ampio spettro di funzioni cognitive, tra cui la memoria, il coordinamento visuo-motorio e la capacità di risolvere problemi. Qui, la distinzione tra diverse tipologie di CEM diventa importante:
Campi a Bassissima Frequenza (ELF-EMF): Questi campi sono generati da fonti come elettrodotti, elettrodomestici e impianti elettrici domestici. Alcuni studi hanno suggerito che l'esposizione a ELF-EMF possa essere correlata a variazioni nelle risposte a test neuropsicologici che valutano la memoria e l'attenzione. Si parla di alterazioni "lievi e transitorie" nell'attività elettrica del cervello (rilevabili tramite EEG) in presenza di determinate densità di corrente indotta. Tuttavia, la significatività clinica di questi effetti non è sempre chiara; non è automatico che una piccola alterazione dell'EEG si traduca in un danno cognitivo permanente o rilevante nella vita quotidiana.
Radiofrequenze (RF-EMF) da Dispositivi Wireless: La crescente diffusione di telefoni cellulari, tablet, Wi-Fi e, più recentemente, il 5G, ha spostato l'attenzione sulle radiofrequenze. Le preoccupazioni maggiori riguardano l'uso intensivo di smartphone, specialmente nei bambini, il cui cervello in via di sviluppo è ritenuto più vulnerabile all'assorbimento delle radiazioni. Sebbene le ricerche attuali non abbiano fornito prove conclusive di danni a lungo termine o di un aumento significativo del rischio di ADHD direttamente attribuibili all'esposizione a RF-EMF ai livelli attuali, il dibattito è aperto e molto attivo. Molti ricercatori e organizzazioni per la salute pubblica sottolineano la necessità di un approccio prudenziale e di ulteriori studi, soprattutto in considerazione dell'esponenziale aumento dell'uso di queste tecnologie e della rapidità con cui si evolvono gli standard tecnologici (ad esempio, il passaggio al 5G, che opera su nuove bande di frequenza).
Meccanismi Biologici Proposti: Come i CEM Potrebbero Influire sul Cervello
Sebbene manchi ancora un "meccanismo biologico universale" pienamente accettato che spieghi come i CEM a bassi livelli possano causare disturbi dell'attenzione, diverse ipotesi sono state avanzate:
Alterazioni dell'Attività Cerebrale: Questa è forse l'ipotesi più intuitiva. I campi elettromagnetici, per definizione, interagiscono con cariche elettriche. Il cervello è un organo che funziona attraverso segnali elettrici (impulsi nervosi). È plausibile che i CEM possano influenzare direttamente l'attività elettrica dei neuroni o la comunicazione sinaptica tra di essi, portando a disfunzioni cognitive. Alcuni studi hanno effettivamente osservato variazioni nell'elettroencefalogramma (EEG) in seguito all'esposizione a CEM, suggerendo un'alterazione dei ritmi cerebrali che sono alla base dei processi attentivi e di veglia.
Inibizione della Produzione di Melatonina: La melatonina è un ormone fondamentale che regola i cicli sonno-veglia (ritmo circadiano) e possiede anche importanti proprietà antiossidanti. Alcune ricerche suggeriscono che i campi elettrici e magnetici, specialmente quelli a bassa frequenza, possano inibire la produzione di melatonina da parte della ghiandola pineale. Se il sonno è disturbato, la capacità di attenzione, la memoria e le funzioni esecutive ne risentono inevitabilmente. Questo meccanismo potrebbe quindi spiegare indirettamente una parte dei problemi cognitivi riportati.
Stress Ossidativo: Un'altra ipotesi avanzata è che i CEM possano indurre stress ossidativo nelle cellule. Lo stress ossidativo si verifica quando c'è uno squilibrio tra la produzione di specie reattive dell'ossigeno (radicali liberi) e la capacità del corpo di detossificarle. Questi radicali liberi possono danneggiare le cellule, le proteine e il DNA, portando a danni cellulari e infiammazione. Se questo processo colpisce le cellule nervose del cervello, potrebbe contribuire a disfunzioni neurologiche e cognitive, inclusi problemi di attenzione e memoria.
La Posizione delle Autorità e Organizzazioni Scientifiche:
Prudenza e Ricerca Continua
Le principali agenzie sanitarie a livello internazionale e nazionale, come l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) in Italia, adottano una posizione cauta ma chiara. Affermano che allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, non esistono prove conclusive che l'esposizione a campi elettromagnetici ai livelli che si incontrano negli ambienti di vita e di lavoro causi effetti nocivi sulla salute a lungo termine, inclusi disturbi neurologici come l'ADHD o problemi di attenzione. Tuttavia, questa posizione non implica una totale assenza di rischio. Tali enti riconoscono esplicitamente la necessità di continuare la ricerca, specialmente sugli effetti a lungo termine e sulle popolazioni più vulnerabili, come i bambini, che sono più sensibili e hanno una vita di esposizione futura più lunga. Un punto chiave spesso citato è la classificazione della IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), un'agenzia dell'OMS. Nel 2001, la IARC ha classificato i campi magnetici a frequenza nominale di rete nel Gruppo 2B (possibili cancerogeni per l'uomo). Questa classificazione è stata basata principalmente su correlazioni statistiche con la leucemia infantile. Successivamente, nel 2011, anche le radiofrequenze sono state classificate nel Gruppo 2B, basandosi su prove limitate di un aumento del rischio di gliomi (un tipo di tumore cerebrale) negli utilizzatori intensivi di telefoni cellulari. La categoria 2B indica che ci sono "prove limitate" di cancerogenicità nell'uomo e "prove sufficienti" negli animali, ma non una certezza. Questo significa che, sebbene non ci sia una prova diretta e inconfutabile, la possibilità esiste e merita attenzione e ulteriore studio.
Conclusione: Il Parallelo tra Antico e Moderno
Le idee di Gurdjieff sull'Okidanokh e il suo depauperamento, pur essendo espresse in un contesto filosofico-spirituale, trovano un'inquietante eco nelle preoccupazioni contemporanee riguardo l'elettrosmog. Entrambe le prospettive, seppur con metodologie e linguaggi diversi, sollevano la domanda fondamentale: l'energia che estraiamo e manipoliamo dal nostro ambiente sta minando la nostra vitalità più profonda? Se Gurdjieff metteva in guardia contro la "distruzione" di una sostanza cosmica essenziale per la nostra evoluzione, la scienza moderna indaga se la proliferazione di CEM stia avendo effetti sottili ma significativi sulla nostra salute neurologica e cognitiva. Sebbene non ci siano prove conclusive di un legame diretto e universale tra CEM e disturbi dell'attenzione come l'ADHD ai livelli di esposizione attuali, la ricerca è in fermento e le ipotesi sui meccanismi biologici sono plausibili. La prudenza, specialmente nell'esposizione dei bambini, rimane una raccomandazione comune tra molti scienziati e organismi sanitari, in attesa di dati più definitivi. La questione non è quindi risolta, ma è più che mai attuale, spingendoci a riflettere sulla relazione tra progresso tecnologico e il nostro benessere più intrinseco. Gurdjieff, a suo modo, aveva forse intuito un principio universale di equilibrio energetico, la cui rottura, indipendentemente dalla forma, potrebbe avere ripercussioni sulla nostra stessa esistenza.
George Woodward Warder - L'Universo: Un Vasto Organismo Elettrico