Percival Lowell, una figura poliedrica e affascinante, è principalmente ricordato per le sue osservazioni astronomiche di Marte e la sua controversa teoria dei "canali" marziani. Tuttavia, la sua vita e i suoi interessi si estendevano ben oltre l'astronomia, abbracciando un profondo fascino per l'Oriente, in particolare il Giappone. Questo interesse, spesso trascurato, rivela una dimensione meno conosciuta di Lowell, quella di un acuto osservatore culturale e di un ricercatore spirituale che si immerse nel "Giappone Occulto" e nella "Via degli Dei", ovvero lo Shintoismo.
Il Viaggio in Giappone e la Scoperta dello Shintoismo
Lowell arrivò in Giappone nel 1883, un periodo di grande fermento e trasformazione per il paese, che si stava aprendo al mondo occidentale dopo secoli di isolamento. A differenza di molti viaggiatori occidentali che si limitavano a osservare la superficie, Lowell si dedicò con fervore allo studio della lingua, della cultura e, soprattutto, della religione e delle credenze popolari. Trascorse diversi anni nel paese, vivendo a stretto contatto con la popolazione locale e cercando di comprendere l'anima più profonda del Giappone. Fu durante questo periodo che Lowell sviluppò un profondo interesse per lo Shintoismo, la religione indigena del Giappone, che venera i "kami" (divinità o spiriti). A quel tempo, lo Shintoismo era spesso frainteso o ignorato dagli occidentali, che tendevano a considerarlo una forma primitiva di animismo o una semplice superstizione. Lowell, invece, riconobbe la sua complessità e la sua importanza fondamentale nella vita e nella mentalità giapponese.
"Occult Japan: Or, The Way of the Gods"
Il culmine delle sue ricerche e osservazioni fu il libro "Occult Japan: Or, The Way of the Gods" (1895). Il titolo stesso è rivelatore: "Occult Japan" non si riferisce a pratiche magiche o esoteriche nel senso occidentale, ma piuttosto agli aspetti nascosti, meno evidenti e più profondamente radicati della cultura e della spiritualità giapponese, che sfuggivano a una comprensione superficiale. La "Via degli Dei" è una traduzione diretta di "Shinto", sottolineando il suo focus sulla religione. Nel libro, Lowell esplora le pratiche e le credenze shintoiste, i riti, le festività, il culto degli antenati e la venerazione dei kami. Descrive in dettaglio i santuari, le cerimonie e le esperienze che ebbe durante le sue immersionioni nella vita religiosa giapponese. Non si limita a una descrizione accademica, ma offre anche le sue interpretazioni e riflessioni personali, cercando di cogliere l'essenza dello Shintoismo e il suo impatto sulla psiche giapponese.
L'Approccio di Lowell: Tra Scienza e Spiritualità
Ciò che rende il lavoro di Lowell sul Giappone particolarmente interessante è il suo approccio, che fonde la sua mentalità scientifica (derivata dai suoi studi astronomici) con una sensibilità per il trascendente e il spirituale. Nonostante fosse un uomo di scienza, Lowell non disdegnava l'esplorazione di fenomeni che andavano oltre la mera osservazione empirica. La sua capacità di analizzare e sistematizzare le informazioni, unita a una profonda curiosità e apertura mentale, gli permise di penetrare in aspetti della cultura giapponese che molti altri non avrebbero colto. Lowell vedeva nello Shintoismo non solo una religione, ma anche una filosofia di vita, un modo di percepire il mondo e la natura che era intrinsecamente legato all'identità giapponese. La sua opera contribuì a sfatare molti stereotipi occidentali sul Giappone e a promuovere una comprensione più profonda e rispettosa della sua cultura e spiritualità.
Eredità e Rilevanza Oggi
Sebbene "Occult Japan" non sia l'opera più celebre di Lowell, rimane un contributo significativo agli studi giapponesi e alla comprensione occidentale dello Shintoismo. Il suo lavoro ha aperto la strada a future ricerche e ha dimostrato come un approccio multidisciplinare, che unisce l'osservazione scientifica alla sensibilità culturale, possa rivelare nuove prospettive su civiltà diverse. L'eredità di Percival Lowell, quindi, non si limita ai canali di Marte, ma si estende anche a un profondo e illuminante viaggio nel cuore spirituale del Giappone, rivelando un aspetto meno noto ma ugualmente affascinante di un uomo che cercava di comprendere i misteri dell'universo, sia quelli celesti che quelli terrestri. La sua "Via degli Dei" rimane una testimonianza della sua curiosità insaziabile e del suo desiderio di esplorare l'ignoto, ovunque esso si trovasse.