Passa ai contenuti principali

John Robison e le "Prove di una Cospirazione": Un Allarme Illuminista contro le Società Segrete


Nel tumultuoso panorama intellettuale e politico della fine del XVIII secolo, un'opera si distinse per la sua audacia e le sue rivelazioni sconvolgenti: "Prove di una Cospirazione contro tutte le Religioni e i Governi d'Europa, portate avanti nelle riunioni segrete di Massoni, Illuminati e Società di Lettura" (Proofs of a Conspiracy against all the Religions and Governments of Europe, carried on in the secret meetings of Free Masons, Illuminati, and Reading Societies) di John Robison, pubblicata per la prima volta nel 1797. Questo libro, scritto da un distinto professore di filosofia naturale all'Università di Edimburgo e segretario generale della Royal Society di Edimburgo, divenne rapidamente un best-seller e un catalizzatore di dibattiti accesi, alimentando le paure e le paranoie di un'epoca già scossa dalla Rivoluzione Francese.


Il Contesto Storico: Un'Europa in Fermento

Per comprendere appieno l'impatto delle "Prove di una Cospirazione", è essenziale collocarle nel loro contesto storico. La fine del Settecento fu un periodo di profondi cambiamenti e incertezze. L'Illuminismo, con la sua enfasi sulla ragione, la libertà individuale e il progresso scientifico, aveva minato le fondamenta dell'Ancien Régime, mettendo in discussione l'autorità della monarchia assoluta e della Chiesa. La Rivoluzione Americana aveva dimostrato la possibilità di un governo basato sui principi repubblicani, e la Rivoluzione Francese, iniziata nel 1789, aveva rovesciato la monarchia e scatenato un'ondata di violenza e radicalismo che terrorizzava le classi dirigenti europee.

In questo clima di agitazione, le società segrete, come la Massoneria, avevano prosperato. Nascoste dietro veli di mistero e rituali esoterici, queste organizzazioni offrivano spazi di discussione e associazione al di fuori del controllo statale e religioso. Sebbene molte logge massoniche fossero dedicate a ideali filantropici e di miglioramento sociale, la loro natura segreta le rendeva facili bersagli di sospetto e accuse di complotto.


John Robison: L'Autore e le Sue Motivazioni

John Robison (1739-1805) non era un personaggio marginale o un teorico del complotto improvvisato. Era un accademico rispettato, un matematico e un fisico di notevole reputazione. Aveva viaggiato ampiamente, trascorrendo del tempo in Russia come segretario di un ammiraglio e avendo contatti con diverse figure influenti in tutta Europa. La sua familiarità con la cultura e le lingue continentali gli permise di accedere a fonti e informazioni che molti altri non avrebbero potuto.

Robison affermò di aver iniziato la sua indagine sulle società segrete con l'intenzione di confutare le voci di una cospirazione. Tuttavia, man mano che approfondiva le sue ricerche, si convinse sempre più della loro veridicità. La sua motivazione principale era la profonda preoccupazione per la stabilità sociale e religiosa dell'Europa, che vedeva minacciata da forze occulte e sovversive. Era un conservatore illuminato, convinto che i principi della ragione dovessero essere usati per preservare l'ordine e la moralità, non per distruggerli.


Le Accuse Principali: Illuminati e Massoni

Il fulcro delle "Prove di una Cospirazione" è l'accusa che una rete di società segrete, in particolare gli Illuminati di Baviera, avesse orchestrato un complotto per rovesciare tutti i governi e le religioni stabilite in Europa.

Gli Illuminati di Baviera: Fondati nel 1776 da Adam Weishaupt, un professore di diritto canonico all'Università di Ingolstadt, gli Illuminati erano un ordine segreto che si proponeva di promuovere la ragione, la moralità e il progresso sociale. Sebbene inizialmente avessero obiettivi nobili, Robison li dipinse come una setta radicale e atea, dedita alla distruzione dell'ordine sociale. Secondo Robison, gli Illuminati si infiltravano nelle logge massoniche, corrompendone i principi e trasformandole in strumenti per i loro scopi rivoluzionari. Egli sosteneva che il loro obiettivo finale fosse l'abolizione della proprietà privata, della famiglia e dello stato, e l'instaurazione di un governo mondiale basato su principi atei e anarchici.

La Massoneria: Robison non condannò la Massoneria nella sua interezza. Riconobbe che molte logge erano composte da uomini onorevoli e dediti alla filantropia. Tuttavia, sostenne che alcune logge, in particolare quelle sul continente europeo, erano state infiltrate e radicalizzate dagli Illuminati e da altri gruppi sovversivi. Egli descrisse come gli Illuminati usassero la struttura gerarchica e la segretezza della Massoneria per diffondere le loro idee rivoluzionarie e reclutare nuovi membri ignari dei loro veri intenti.

Le "Società di Lettura": Robison estese la sua accusa anche alle "Società di Lettura", circoli intellettuali e salotti dove si discutevano le nuove idee illuministe. Egli le considerava veicoli per la diffusione di testi radicali e critici nei confronti dell'autorità, contribuendo così a preparare il terreno per la rivoluzione.


Le "Prove" di Robison: Fonti e Metodologia

Robison basò le sue "prove" su una combinazione di testimonianze, documenti trapelati e interpretazioni personali. Affermò di aver avuto accesso a documenti originali degli Illuminati, inclusi i loro statuti e la loro corrispondenza segreta, che erano stati confiscati dalle autorità bavaresi nel 1785. Sebbene l'esistenza di tali documenti sia confermata, l'interpretazione che Robison ne diede fu fortemente influenzata dalle sue convinzioni e paure. La sua metodologia, sebbene non sempre rigorosa secondo gli standard moderni di ricerca storica, era tipica del suo tempo. Egli assemblò una vasta gamma di informazioni, spesso frammentarie, e le collegò attraverso una narrazione coerente che suggeriva un piano generale e un'azione coordinata. La sua prosa era appassionata e persuasiva, e il suo stile retorico contribuì a rafforzare l'impressione di una minaccia imminente.


L'Impatto e la Ricezione dell'Opera

Le "Prove di una Cospirazione" ebbero un impatto immediato e profondo. Il libro fu tradotto in diverse lingue e divenne un punto di riferimento per coloro che vedevano nella Rivoluzione Francese non un'esplosione spontanea di malcontento popolare, ma il risultato di un complotto deliberato.

In Gran Bretagna: Il libro fu accolto con entusiasmo dai conservatori e dai realisti, che lo usarono per giustificare la repressione delle idee radicali e per rafforzare la lealtà alla monarchia e alla Chiesa anglicana. Fu visto come una conferma delle loro paure riguardo alla diffusione del giacobinismo e dell'ateismo.

Negli Stati Uniti: Le idee di Robison trovarono terreno fertile anche negli Stati Uniti, dove furono abbracciate da alcuni federalisti, preoccupati per l'influenza delle idee rivoluzionarie francesi e per la crescita delle società segrete. Il libro contribuì a plasmare la retorica anti-massonica e anti-illuminista che avrebbe caratterizzato parte del discorso politico americano per decenni.

Le Critiche: Nonostante il suo successo, il libro di Robison non fu esente da critiche. Molti contemporanei, inclusi alcuni massoni, contestarono le sue interpretazioni e le sue conclusioni. Sottolinearono la mancanza di prove concrete di un complotto coordinato e accusarono Robison di esagerare l'influenza degli Illuminati e di confondere le loro intenzioni con quelle di altri gruppi. Gli storici successivi hanno in gran parte ridimensionato la portata del presunto complotto, pur riconoscendo l'influenza delle idee illuministe e la presenza di reti di intellettuali che discutevano di riforme radicali.


L'Eredità di Robison: Teorie del Complotto e Modernità

Le "Prove di una Cospirazione" di John Robison rimangono un'opera fondamentale per comprendere la genesi delle moderne teorie del complotto. Il suo libro ha contribuito a stabilire un modello narrativo che è stato replicato innumerevoli volte: l'idea di una forza occulta e malevola che opera nell'ombra per sovvertire l'ordine stabilito. L'opera di Robison continua a risuonare per diverse ragioni:

  1. La Paura dell'Invisibile: Il libro attingeva a una paura atavica dell'ignoto e dell'invisibile, la sensazione che forze nascoste stessero manipolando gli eventi dietro le quinte.

  2. La Crisi di Fiducia: In un'epoca di rapidi cambiamenti e incertezze, le teorie del complotto offrivano una spiegazione semplice e rassicurante per eventi complessi e sconvolgenti come la Rivoluzione Francese.

  3. Il Potere della Narrazione: Robison fu un narratore efficace, capace di tessere insieme frammenti di informazione in una storia avvincente e allarmante.

  4. L'Anti-Illuminismo: L'opera di Robison divenne un testo chiave per il movimento anti-illuminista, che vedeva nella ragione e nel progresso i semi della distruzione sociale e morale.

In conclusione, "Prove di una Cospirazione" di John Robison è più di un semplice testo storico; è un documento che riflette le ansie e le paure di un'epoca di transizione. Il libro ha avuto un impatto duraturo sul pensiero occidentale, contribuendo a plasmare la nostra comprensione delle teorie del complotto e il modo in cui percepiamo le forze nascoste che si presume agiscano nella storia. La sua lettura offre uno sguardo affascinante su come le paure sociali e politiche possano essere cristallizzate in narrazioni potenti e persistenti.


John Robison - Prove di una Cospirazione contro tutte le Religioni e i Governi d'Europa





Post popolari in questo blog

Gurdjieff: Cosa significa realmente "Cercare di non esprimere Emozioni Negative"

Di tutte le indicazioni e i suggerimenti di Gurdjieff per l'attuazione pratica delle sue idee, quello che sembra essere stato più persistentemente frainteso è la sua raccomandazione di "cercare di non esprimere negatività". A prescindere da quanto spesso si possa ricordare agli studenti che il Lavoro potrebbe riguardare l'evoluzione psicologica, non si tratta di psicoterapia. Non si tratta di sopprimere o reprimere sentimenti, comportamenti e reazioni. Non si tratta di imparare a fingere di essere al di là della reattività. Non si tratta di migliorare la propria personalità per apparire una persona più gentile o più spirituale. Ho visto persone scoraggiate e frustrate con se stesse per anni, che si chiedevano se stessero fallendo, se non si stessero "impegnando abbastanza" quando riferivano che, nonostante tutti gli sforzi che avessero cercato di mettere in atto, continuavano a sperimentare periodicamente stati interiori di rabbia, ansia, risentimento, irrit...

La morte di Gurdjieff (Dr. William J. Welch)

Fui chiamato al telefono. Da Parigi giunse voce che Gurdjieff fosse gravemente malato, e mi fu chiesto se avessi potuto spedire al suo medico di Parigi dell’albumina sierica che era stata recentemente resa disponibile negli Stati Uniti. Gurdjieff non era stato molto bene quando arrivò a New York nell’inverno del 1948, ma non sembrava gravemente malato e non si era mai messo a letto. Era tormentato da una tosse tracheale spasmodica, un rombo profondo, gorgogliante, che rifletteva non solo un’infiammazione cronica alla base dei suoi polmoni, ma anche il suo amore per le Gaulois Bleu, la popolare sigaretta francese con tabacco nero turco aspro e grasso. La sua circonferenza addominale era eroica, e la sua presenza nel bagno turco, anche se non pantagruelica, era quantomeno all’altezza del Balzac di Rodin. Fu così che con i ricordi del vigore non più giovane, ma robusto e invecchiato di Gurdjieff, udii con incredulità, nella tarda estate del 1949, della sua forza in diminuzione e del deter...

Gurdjieff: "Ogni persona che incontri, compreso te stesso, è una merda".

La notizia dell’arrivo del Signor Gurdjieff a Chicago, nell’inverno del 1932, mi mise in apprensione. A tutt’oggi, a distanza di quasi trent’anni e con il senno del poi, ancora non riesco a capire perché non lo volessi vedere. Sicuramente, i miei sentimenti nascevano in parte dal fatto che mi ero convinto che forse avevo sbagliato a lasciare il Prieuré nel 1929. A causa della mia dipartita, sentivo di non essere un seguace leale o fedele. Inoltre, se da una parte i suoi scritti mi interessavano veramente e provavo un sincero affetto per Gurdjieff come uomo, dall’altra il mio rapporto con il gruppo di Chicago mi aveva portato a mettere in discussione la validità del suo lavoro sotto ogni aspetto. Ero ancora alla ricerca di prove – qualche qualità nel comportamento dei suoi seguaci – che mi convincessero che egli fosse qualcosa di più di un potente essere umano in grado di ipnotizzare a suo piacere folte schiere di individui. In quel periodo, il mio interesse per i suoi scritti non andav...