Il Ricordo di Sé è per sua natura un esercizio arduo che esige uno sforzo cosciente e prolungato. In questo contesto, l'impiego di gadget o oggetti recanti i simboli o le massime chiave dell'insegnamento di Gurdjieff, come l'Enneagramma o brevi frasi mnemoniche, può agire temporaneamente come un prezioso "fattore di ricordo." Un tale oggetto, visibile o percepibile in specifici momenti della giornata, può funzionare come un inatteso campanello d'allarme, interrompendo il flusso automatico di pensieri e azioni e richiamando l'attenzione sull'individuo stesso. È cruciale comprendere la natura transitoria di tale supporto. L'obiettivo ultimo della pratica non è sviluppare una dipendenza dall'oggetto, ma piuttosto stabilizzare la funzione interiore di Osservazione e Ricordo di Sé. Ciononostante, nelle fasi iniziali, un elemento esterno in grado di catturare l'occhio può essere straordinariamente efficace: agisce come un promemoria visivo che spezza l'automatismo del momento, richiama l'individuo al qui e ora e al necessario sforzo di praticare l'attenzione divisa, e infine innesca la volontà di agire coscientemente, impedendo che "qualcosa in me" operi in modo automatico. L'oggetto è, in questo senso, un mezzo e non il fine, destinato a essere accantonato una volta che la capacità di Ricordo di Sé sarà sufficientemente radicata. Questa strategia dell'ausilio esterno per la consapevolezza e la pratica spirituale è peraltro comune a molte tradizioni religiose e spirituali del mondo. Si pensi al Rosario cristiano o al Mala buddista e induista: entrambi sono strumenti tattili che non solo aiutano a tenere il conto di preghiere, mantra o invocazioni, ma soprattutto servono come ancore fisiche per riportare la mente al presente e all'impegno spirituale. Similmente, i mandala tibetani, le icone ortodosse o i simboli geometrici sacri non sono mera decorazione, ma veri e propri strumenti di contemplazione (yantra) volti a focalizzare e trascendere la dispersione mentale. Nelle pratiche meditative, come nello Zen, il suono improvviso di un campanello o di un gong può scandire i momenti della pratica o richiamare i praticanti a un momento di presenza mentale immediata durante il giorno, sfruttando la natura penetrante del suono come promemoria del risveglio. Anche l'uso di oggetti votivi o talismani, spesso portati indosso, ha la funzione di richiamo costante all'impegno interiore o al sacro. Dunque, l'uso temporaneo di un gadget che funge da richiamo all'insegnamento di Gurdjieff, e in particolare al Ricordo di Sé, si iscrive in una tradizione universale che sfrutta stimoli esterni per supportare l'allerta interiore, creando un ponte materiale verso un'intenzione spirituale, destinato a crollare non appena il risveglio non avrà più bisogno di supporti esteriori.
Di tutte le indicazioni e i suggerimenti di Gurdjieff per l'attuazione pratica delle sue idee, quello che sembra essere stato più persistentemente frainteso è la sua raccomandazione di "cercare di non esprimere negatività". A prescindere da quanto spesso si possa ricordare agli studenti che il Lavoro potrebbe riguardare l'evoluzione psicologica, non si tratta di psicoterapia. Non si tratta di sopprimere o reprimere sentimenti, comportamenti e reazioni. Non si tratta di imparare a fingere di essere al di là della reattività. Non si tratta di migliorare la propria personalità per apparire una persona più gentile o più spirituale. Ho visto persone scoraggiate e frustrate con se stesse per anni, che si chiedevano se stessero fallendo, se non si stessero "impegnando abbastanza" quando riferivano che, nonostante tutti gli sforzi che avessero cercato di mettere in atto, continuavano a sperimentare periodicamente stati interiori di rabbia, ansia, risentimento, irrit...






