John Nicol Farquhar (1861-1929) è stato una figura di spicco nel campo degli studi religiosi e del dialogo interculturale, un missionario scozzese e orientalista la cui opera ha lasciato un'impronta significativa nella comprensione reciproca tra Oriente e Occidente. Sebbene la sua carriera missionaria in India sia stata inizialmente orientata alla diffusione del cristianesimo, Farquhar si distinse per un approccio innovativo e profondamente rispettoso delle tradizioni religiose indiane, in particolare dell'Induismo. Il suo lavoro più emblematico in questo senso è "Gita and Gospel" (1903), un'analisi comparativa tra la Bhagavadgītā, uno dei testi sacri più venerati dell'Induismo, e il Vangelo cristiano.
Il Contesto e l'Approccio di Farquhar
Nato ad Aberdeen, Farquhar studiò all'Università di Oxford prima di recarsi in India nel 1891 come missionario laico per la London Missionary Society. Trascorse oltre un decennio a Calcutta, immergendosi nello studio dell'Induismo e della cultura indiana. A differenza di molti missionari del suo tempo, che spesso adottavano un approccio polemico e denigratorio nei confronti delle religioni non cristiane, Farquhar sviluppò una "teologia del compimento" (fulfillment theology). Questa prospettiva sosteneva che Cristo non fosse venuto solo a compiere la legge e i profeti (Matteo 5:17), ma anche a portare a compimento tutte le "religioni superiori" del mondo. In questo senso, Cristo era visto come la "corona" dell'Induismo, suggerendo che le verità presenti nelle tradizioni indiane trovassero la loro piena realizzazione nel cristianesimo. Questo approccio, sebbene ancora radicato in una prospettiva cristiana, era rivoluzionario per l'epoca, poiché promuoveva il dialogo e il rispetto reciproco piuttosto che la mera conversione o la superiorità coloniale. Farquhar era convinto che una comprensione approfondita e simpatetica delle tradizioni religiose indiane fosse essenziale per un dialogo significativo e per la costruzione di relazioni positive.
"Gita and Gospel": Un Ponte tra Due Mondi
Il libro "Gita and Gospel" è un esempio lampante di questa metodologia. Farquhar si propone di esplorare le intersezioni tra la Bhagavadgītā e gli insegnamenti cristiani, esaminando le lezioni morali e spirituali derivate da entrambi i testi. L'opera cerca di capire come queste due influenti scritture possano informarsi e arricchirsi a vicenda nel contesto della fede personale e della pratica etica.
La Bhagavadgītā, parte del poema epico Mahābhārata, è un dialogo tra il principe Arjuna e il suo auriga e consigliere, Krishna (che si rivela essere la divinità suprema). Affronta temi come il dharma (il dovere), il karma (l'azione e le sue conseguenze), il moksha (la liberazione) e le diverse vie per raggiungere la realizzazione spirituale, inclusi il karma yoga (la via dell'azione disinteressata), il bhakti yoga (la via della devozione) e il jnana yoga (la via della conoscenza).
Farquhar, con la sua profonda conoscenza del sanscrito e della letteratura indù, analizza i principi fondamentali della Gītā, evidenziandone la profondità filosofica e il suo impatto sulle classi istruite in India. Successivamente, procede a un'analisi comparativa con gli insegnamenti del Vangelo, in particolare del Vangelo di Giovanni, cercando paralleli e divergenze.
Temi di Confronto
Nel suo confronto, Farquhar esamina diversi temi chiave:
Dovere e Azione (Dharma e Karma Yoga vs. Etica Cristiana): Farquhar analizza il concetto di azione disinteressata nella Gītā e lo confronta con l'etica dell'amore e del servizio nel cristianesimo. Sebbene le motivazioni e le finalità ultime possano differire, egli cerca di evidenziare come entrambi i testi enfatizzino l'importanza di agire con rettitudine e senza attaccamento ai frutti delle proprie azioni.
Devozione (Bhakti Yoga vs. Fede in Cristo): La via della devozione nella Gītā, incentrata sull'amore e l'adorazione di Krishna, viene messa in relazione con la fede e la devozione a Cristo nel cristianesimo. Farquhar esplora come entrambe le tradizioni offrano un percorso di relazione personale con il divino.
Conoscenza e Salvezza (Jnana Yoga vs. Rivelazione Cristiana): Il ruolo della conoscenza spirituale nella Gītā per raggiungere la liberazione viene confrontato con il concetto di rivelazione divina e salvezza attraverso Cristo. Farquhar discute come entrambe le tradizioni affrontino la questione della verità ultima e del destino umano.
Natura del Divino: Sebbene la Bhagavadgītā presenti una visione monistica o panenteistica del divino (Krishna come Brahman supremo), e il cristianesimo una visione trinitaria di Dio, Farquhar cerca di trovare punti di contatto nella loro enfasi sulla trascendenza e sull'immanenza del divino.
L'Eredità e le Critiche
"Gita and Gospel" fu un'opera influente per il suo tempo, contribuendo a un maggiore apprezzamento dell'Induismo tra il pubblico occidentale e promuovendo un approccio più dialogico nelle missioni cristiane. Farquhar non si limitò a un'analisi superficiale, ma dimostrò una profonda erudizione e una sincera volontà di comprendere. Tuttavia, il suo lavoro non fu esente da critiche. Alcuni studiosi e teologi, sia cristiani che indù, hanno contestato la sua "teologia del compimento", vedendola come una forma più sottile di proselitismo o come un tentativo di subordinare l'Induismo al cristianesimo. Nonostante il suo rispetto per le altre fedi, la sua convinzione ultima che il cristianesimo fosse il culmine di tutte le religioni rimaneva una premessa fondamentale. Nonostante queste riserve, l'opera di John N. Farquhar, e in particolare "Gita and Gospel", rappresenta un momento significativo nella storia degli studi comparativi delle religioni. Egli fu un pioniere nel tentativo di costruire ponti intellettuali e spirituali tra tradizioni diverse, sottolineando l'importanza del dialogo e della comprensione reciproca in un'epoca di crescenti tensioni culturali e religiose. La sua eredità ci ricorda l'importanza di affrontare le diverse fedi con curiosità, rispetto e una mente aperta, cercando le verità universali che risuonano in tutte le grandi tradizioni spirituali.