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Un'analisi dell'opera di Arthur Lillie: "L'influenza del Buddismo sul Cristianesimo Primitivo"


Il Buddhismo e il Cristianesimo, due delle più grandi religioni del mondo, hanno storie e dottrine distinte. Tuttavia, negli ultimi secoli, alcuni studiosi e pensatori hanno esplorato la possibilità di interazioni e influenze reciproche tra queste due fedi, in particolare l'influenza del Buddhismo sul Cristianesimo primitivo. Uno dei primi e più espliciti sostenitori di questa teoria fu Arthur Lillie (1831-1911), un funzionario del governo indiano in pensione e scrittore britannico. La sua opera più nota sull'argomento, "The Influence of Buddhism on Primitive Christianity" (1893), presentò un caso dettagliato, seppur controverso, per una connessione significativa tra le due religioni.


Chi era Arthur Lillie?

Arthur Lillie fu una figura affascinante, un uomo del suo tempo con un profondo interesse per le religioni orientali, maturato durante il suo servizio in India. Era affascinato dalle somiglianze che percepiva tra il Buddhismo e il Cristianesimo, e dedicò gran parte della sua vita a esplorare queste apparenti paralleli. Il suo approccio era quello di un comparatista religioso, cercando di trovare fili comuni e possibili prestiti culturali tra diverse tradizioni spirituali. Lillie non era un teologo accademico, e le sue metodologie e conclusioni furono spesso criticate dalla comunità accademica tradizionale, ma il suo lavoro stimolò un dibattito che continua ancora oggi.


"L'influenza del Buddismo sul Cristianesimo Primitivo": Le Argomentazioni di Lillie

Nel suo libro, Lillie si sforzò di dimostrare che il Buddhismo, fiorito in India secoli prima della nascita di Cristo, avesse in qualche modo raggiunto il mondo mediterraneo e influenzato la formazione del Cristianesimo. Le sue argomentazioni si basavano principalmente su tre pilastri:

  1. Parallelismi Dottrinali e Morali: Lillie evidenziò numerose somiglianze tra le vite di Buddha e Gesù, nonché tra gli insegnamenti morali del Buddhismo e quelli del Cristianesimo. Ad esempio, sottolineò la nascita miracolosa di entrambi, la tentazione nel deserto, l'importanza della compassione e dell'amore per tutti gli esseri, il distacco dalle ricchezze mondane, e l'enfasi sulla vita ascetica e monastica. Lillie suggerì che queste somiglianze non potessero essere meramente casuali, ma indicassero una trasmissione di idee.

  2. Somiglianze Nelle Pratiche e Istituzioni Monastiche: Lillie dedicò molta attenzione alle somiglianze tra le prime comunità monastiche buddiste (il Sangha) e le prime comunità cristiane, in particolare gli Esseni, un gruppo ebraico ascetico contemporaneo a Gesù, che Lillie vedeva come un ponte tra il Buddhismo e il Cristianesimo. Sostenne che l'organizzazione dei monasteri, le regole monastiche, la pratica della povertà e del celibato, e la dedizione alla meditazione e alla preghiera fossero paralleli troppo stretti per essere spiegati dalla sola convergenza indipendente.

  3. Vie di Trasmissione: Lillie propose che le idee buddiste potessero aver viaggiato verso ovest attraverso la "Via della Seta" e altri percorsi commerciali e culturali. Suggerì che i missionari buddisti avrebbero potuto raggiungere l'Egitto (in particolare Alessandria, un centro cosmopolita di pensiero e filosofia) e la Palestina, portando con sé le loro dottrine e pratiche. Lillie vedeva gli Esseni come un potenziale punto di contatto, ipotizzando che fossero stati influenzati dal Buddhismo e che, a loro volta, avessero influenzato il nascente movimento cristiano.


Arthur Lillie - L'influenza del Buddismo sul Cristianesimo Primitivo





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