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William Scott-Elliot: Esplorando le Civiltà Perdute di Atlantide e Lemuria


William Scott-Elliot (1866-1925) fu una figura di spicco nel movimento teosofico di fine XIX e inizio XX secolo, noto principalmente per i suoi scritti che attingevano ampiamente alle dottrine esoteriche e alle presunte conoscenze "occulte" relative a civiltà antiche e perdute. La sua opera più celebre, "La Storia di Atlantide e della Lemuria Perduta" (originariamente pubblicata in due parti separate, "La Storia di Atlantide" nel 1896 e "La Storia della Lemuria" nel 1904, poi unite), è diventata un testo fondamentale per coloro che esplorano i misteri di questi continenti sommersi. Scott-Elliot non era uno storico o un archeologo nel senso accademico moderno. Le sue fonti principali non erano scavi o reperti materiali, ma piuttosto quelle che lui e altri teosofi consideravano "registrazioni akashiche" – una sorta di memoria universale dell'universo, accessibile attraverso chiaroveggenza e meditazione profonda. Questa metodologia, promossa da figure come H.P. Blavatsky e C.W. Leadbeater (con cui Scott-Elliot collaborò strettamente), era al centro della sua ricerca e delle sue rivelazioni.


La Visione Teosofica di Atlantide

Secondo Scott-Elliot e la dottrina teosofica, Atlantide non era semplicemente un'isola leggendaria descritta da Platone, ma un vasto continente che esistette nell'Oceano Atlantico per milioni di anni prima della sua finale distruzione. Egli suddivise la storia di Atlantide in diverse epoche, ciascuna dominata da una "razza radice" diversa, ognuna con le proprie caratteristiche fisiche, capacità mentali e progressi tecnologici e spirituali. Scott-Elliot descrisse dettagliatamente le fasi di sviluppo e declino degli Atlantidei. Inizialmente, erano esseri dotati di poteri psichici notevoli, capaci di levitazione e telepatia. Con il tempo, tuttavia, emersero diverse sottorazze, alcune delle quali divennero sempre più materialiste e corrotte, abusando dei loro poteri per scopi egoistici. Particolare enfasi viene posta sulla razza dei Toltec, descritta come grandiosa e benevola, e successivamente sui Rama e gli Akad, che avrebbero fondato civiltà avanzate e sviluppato tecnologie basate sull'energia eterica e la manipolazione della forza vitale universale. Le città atlantidee, come Poseidonis, venivano descritte con architetture imponenti, templi magnifici e sistemi di trasporto avanzati, tra cui i "viman" (velivoli) che solcavano i cieli. Tuttavia, il culmine della loro civiltà fu seguito da un progressivo declino morale e spirituale, culminato in una serie di cataclismi. Scott-Elliot sosteneva che la distruzione finale di Atlantide avvenne attraverso quattro grandi inabissamenti, il più catastrofico dei quali portò alla scomparsa della gran parte del continente, lasciando solo alcune isole residue che alla fine scomparvero anch'esse. Questi eventi furono interpretati come purificazioni naturali per una civiltà che aveva perso la sua strada spirituale.


La leggenda della Lemuria: La culla della Razza Umana

Ancor più antica di Atlantide, la Lemuria (o Mu) è presentata da Scott-Elliot come il continente primordiale, situato principalmente nell'Oceano Pacifico e che avrebbe coperto anche parti dell'Oceano Indiano. Questo continente, secondo la teosofia, fu la culla della Terza Razza Radice, un'umanità molto diversa da quella attuale. I Lemuriani, nella narrazione di Scott-Elliot, erano esseri giganti, con corpi eterici e capacità riproduttive androgine nelle prime fasi del loro sviluppo. Erano descritti come semi-eterei, in grado di comunicare telepaticamente e di interagire con il mondo fisico in modi che oggi considereremmo soprannaturali. Il loro ambiente era lussureggiante e tropicale, con una flora e una fauna che riflettevano un periodo geologico molto precedente. La loro evoluzione fu complessa, passando da esseri quasi amorfi a forme più consolidate, fino alla separazione dei sessi. Si dice che i Lemuriani avessero una comprensione intrinseca della natura e dell'energia, vivendo in armonia con l'ambiente prima che il declino graduale del loro continente portasse alla sua scomparsa sotto le onde, lasciando solo piccole isole residue che oggi conosciamo come isole del Pacifico. Scott-Elliot sostenne che le grandi statue dell'Isola di Pasqua fossero reliquie della civiltà lemuriana, erette da popoli che ne conservavano ancora frammenti di conoscenza. "La Storia di Atlantide e della Lemuria Perduta" ha esercitato un'enorme influenza culturale. Ha alimentato l'immaginario collettivo, ispirando innumerevoli romanzi, film, videogiochi e teorie del complotto. Molti ricercatori del paranormale, spiritualisti e ufologi continuano a citare il lavoro di Scott-Elliot come una fonte primaria di conoscenza su queste civiltà perdute. La sua narrazione ha contribuito a definire l'archetipo di una civiltà avanzata che soccombe alla propria arroganza o a cataclismi naturali, un tema che risuona profondamente nella psiche umana.


L'Eredità di Scott-Elliot

William Scott-Elliot, attraverso la sua opera, ha offerto non solo una dettagliata cronaca di civiltà leggendarie, ma anche una visione del progresso e del declino delle razze umane da una prospettiva esoterica. La sua enfasi sulla relazione tra sviluppo spirituale e prosperità materiale, e il pericolo della degenerazione morale, rispecchiava le preoccupazioni teosofiche riguardo al futuro dell'umanità. Indipendentemente dalla sua accettazione scientifica, il lavoro di Scott-Elliot rimane un importante documento storico-culturale, che ci offre uno spaccato delle credenze e delle aspirazioni del movimento teosofico e della sua ricerca di una storia alternativa e più profonda dell'umanità. Le sue descrizioni vibranti e dettagliate di Atlantide e Lemuria continuano a stimolare la curiosità e a ispirare coloro che si avventurano oltre i confini della conoscenza convenzionale alla ricerca di verità nascoste e antichi segreti.


William Scott-Elliot - La storia di Atlantide e della Lemuria perduta






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