Cultura: Sumeri/Accadi (Mesopotamia antica)
Fonte: Mito di Adapa. Questo è un racconto mesopotamico ben documentato, risalente a circa il XIV secolo a.C., ma con radici in tradizioni sumere più antiche. È spesso citato come un mito che spiega l'assenza dell'immortalità per l'umanità.
Il Racconto:
Nell'antica città di Eridu, bagnata dalle acque del Golfo e protetta dal saggio dio Enki (o Ea, nella versione accadica), viveva un uomo di nome Adapa. Egli era un Sacerdote, il più devoto e intelligente tra gli uomini, a cui Enki stesso aveva concesso una profonda saggezza e la conoscenza dei riti e delle erbe. Adapa era il custode dei segreti del tempio, un uomo puro nel cuore che serviva gli dei con ogni fibra del suo essere. Non gli fu concessa, tuttavia, l'onniscenza totale, né la vita eterna.
Un giorno, mentre Adapa era intento a pescare nel Mare Interno, una violenta tempesta si levò improvvisa. Il vento del Sud, che di solito portava benedizioni, infuriò con una tale forza da far capovolgere la sua barca. Irato per questo ostacolo alla sua sacra missione di pescare per il tempio, Adapa imprecò contro il vento, spezzandone l'ala. Per sette giorni, il vento del Sud non soffiò più sulla terra.
Questa anomalia fu notata da Anu, il Re degli dei, che dimorava nel più alto dei cieli. Anu, furioso per l'audacia di un mortale che aveva osato danneggiare un'entità divina, ordinò che Adapa fosse condotto al suo cospetto nella dimora celeste.
Enki, che conosceva la purezza di cuore di Adapa e la sua innocenza nella rabbia, volle proteggerlo. Lo ammonì prima del viaggio: "Adapa, quando giungerai alla porta di Anu, incontrerai Tammuz e Ningishzida, le divinità guardiane. Essi ti chiederanno perché il vento del Sud non ha soffiato. Racconta loro la verità e mostra umiltà. Quando sarai davanti ad Anu, ti verrà offerto il cibo della vita e l'acqua della vita. Non mangiare e non bere nulla di ciò che ti verrà offerto. Ti sembrerà cibo e bevanda per un mortale, ma in realtà è la morte. Ti daranno invece un vestito e olio: prendili e ungiti."
Adapa, obbediente al suo dio, partì per il cielo. Giunto alla porta di Anu, incontrò Tammuz e Ningishzida, che furono commossi dalla sua storia e lo presentarono favorevolmente ad Anu. Anu, placato dalle parole di Adapa e dalla sua apparente umiltà, decise di mettere alla prova la sua lealtà. Ordinò che gli fossero portati il cibo e l'acqua della vita.
Adapa, ricordando le parole di Enki, rifiutò il cibo e l'acqua. Accettò invece un vestito e dell'olio, con i quali si vestì e si unse. Anu, sorpreso da questo rifiuto, chiese ad Adapa perché non avesse mangiato né bevuto. Adapa spiegò l'avvertimento di Enki.
A quel punto, Anu comprese il piano di Enki: il dio della saggezza aveva impedito ad Adapa di ottenere l'immortalità. Anu scosse il capo e disse: "Adapa, eri a un passo dall'ottenere l'immortalità, ma la tua saggezza, che ti portò a obbedire a Enki, ti ha negato ciò che poteva elevare l'umanità al di sopra della sua sorte. Ora, la tua vita, come quella di tutti gli uomini, sarà limitata nel tempo. La conoscenza dei segreti divini ti è stata data, ma la vita eterna no."
Così Adapa tornò sulla terra, un uomo mortale ma dotato di una saggezza profonda e di una comprensione della volontà divina. La storia si diffuse tra i Sumeri come un monito: la vita è finita, e sebbene l'uomo possa raggiungere la saggezza e la devozione, la sua mortalità è un destino fissato dagli dei. Ciò che conta è vivere con integrità, onorare il divino e contribuire all'ordine terreno, poiché solo attraverso la giusta condotta si può sperare in una serena esistenza post-mortem nel "Paese del Senza Ritorno".
Spiegazione Esoterica
Il mito di Adapa, pur essendo un racconto sulla perdita dell'immortalità, veicola un profondo significato esoterico sulla caducità della vita e sull'importanza di viverla nel sacro secondo la visione mesopotamica.
1. La Mortalità come Ordine Cosmico e Limite Divino
Il rifiuto da parte di Adapa del cibo e dell'acqua della vita, per quanto guidato dall'obbedienza, sigilla il destino mortale dell'umanità. Questo non è un "fallimento" nel senso comune, ma una conferma dell'ordine divino stabilito dagli dei.
Il Ruolo di Enki/Ea: Esotericamente, l'azione di Enki non è un inganno maligno, ma un atto di protezione. Enki, dio della saggezza e dell'acqua, sa che l'immortalità per gli uomini non fa parte del disegno cosmico. Potrebbe essere vista come una "prova" in cui l'obbedienza a un principio superiore (la saggezza di Enki) è più importante della gratificazione immediata (l'immortalità offerta da Anu). Impedendo ad Adapa di alterare il suo stato, Enki preserva l'equilibrio tra il divino e il mortale, un aspetto cruciale della cosmologia mesopotamica. L'uomo è destinato a servire gli dei sulla terra, non a diventare uno di loro.
La Caducità come Definizione: La storia stabilisce che la mortalità è una caratteristica intrinseca della condizione umana, voluta dagli dei. Non è una punizione, ma una condizione esistenziale che definisce il ruolo dell'uomo nell'universo. Gli uomini sono stati creati per lavorare, prosperare e servire gli dei, permettendo agli dei di riposare. Questa limitazione temporale conferisce valore e urgenza alle azioni umane.
2. La Saggezza e la Devozione come Sacro Scopo della Vita Mortale
Se l'immortalità fisica è negata, ciò che rimane come via verso il "sacro" è la saggezza e la retta condotta.
Adapa come Archetipo del Sacerdote Saggio: Adapa è un prototipo del sacerdote/scriba ideale, dotato di saggezza (da Enki) e devozione. La sua conoscenza dei riti e delle erbe indica una comprensione delle leggi naturali e divine. La sua saggezza, sebbene non lo renda immortale, lo eleva al di sopra degli altri uomini e gli permette di interagire con il regno divino. È la saggezza, non la durata della vita, che lo rende eccezionale.
Il Servizio agli Dei: Per i Sumeri, la vita sacra consisteva principalmente nel servizio e nell'onore agli dei. Questo includeva la costruzione e il mantenimento dei templi, l'offerta di sacrifici e la conduzione di riti appropriati. L'incidente con il vento del Sud nasce dall'interruzione della sua missione di pescare per il tempio, sottolineando la sacralità delle sue mansioni quotidiane al servizio del divino.
3. L'Accettazione del Destino e la Vita nel "Paese del Senza Ritorno"
La consapevolezza della mortalità portava a una filosofia di accettazione e a una meticolosa preparazione per l'aldilà.
Il "Paese del Senza Ritorno": A differenza dell'Egitto, la visione mesopotamica dell'aldilà era spesso cupa, un luogo polveroso e oscuro da cui non si tornava. Tuttavia, la qualità della propria esistenza sulla terra influenzava il benessere dell'anima in questo regno. Vivere nel sacro significava compiere azioni rette, rispettare i propri giuramenti, onorare gli antenati e servire gli dei, per assicurarsi un riposo il più dignitoso possibile.
L'Importanza del Rito e dell'Offerta: Adapa è un sacerdote, il che enfatizza l'importanza del rito come ponte tra il mondo umano e quello divino. Compiere i riti correttamente era essenziale per mantenere l'ordine cosmico e assicurarsi il favore degli dei, anche se non la vita eterna. L'unzione con l'olio e l'indossare il vestito offertogli da Anu, sebbene non portino all'immortalità, sono atti di benedizione e di riconoscimento della sua distinzione.
In sintesi, il mito di Adapa, pur negando l'immortalità fisica all'uomo, rivela che la vera pienezza e il senso del sacro nella vita mortale si trovano nella saggezza, nella devozione, nell'obbedienza all'ordine divino e nella retta condotta. La caducità non è una maledizione, ma la condizione entro cui l'uomo deve realizzare il suo scopo designato dagli dei, servendoli e mantenendo l'armonia nel mondo terreno.