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Racconti Esoterici: Il Pescatore e l'Anima (Tradizione Sufi)


Un pescatore anziano, saggio e rispettato, viveva in un piccolo villaggio costiero. Ogni mattina, prima dell'alba, usciva con la sua barca per gettare le reti, e ogni sera tornava con un buon pescato per la sua famiglia e per la vendita al mercato. Era conosciuto per la sua onestà e la sua pace interiore.

Un giorno, mentre era in mare, la sua rete si impigliò in qualcosa di insolitamente pesante. Con grande fatica, tirò su la rete e scoprì non un pesce, ma una piccola statuetta d'oro di straordinaria bellezza. La statuetta emanava una luce soffusa e un'aura di antichità. Il pescatore, stupito, la esaminò attentamente. Pensò: "Questa non è un semplice oggetto, è un tesoro. Se la vendessi, potrei vivere nel lusso per il resto dei miei giorni, senza più faticare."

Tuttavia, un'altra voce dentro di lui sussurrò: "Ma questa non è la tua strada. La tua gioia è nel mare, nel lavoro onesto, nel provvedere alla tua famiglia con il sudore della tua fronte." Il pescatore lottò con questi pensieri per un po'. Alla fine, decise di portare la statuetta a casa, con l'intenzione di nasconderla e riflettere sul da farsi.

Nei giorni successivi, il pescatore continuò ad andare a pesca, ma la sua mente non era più serena. La statuetta nascosta sotto le assi del pavimento della sua capanna era diventata un peso. Ogni volta che gettava le reti, pensava all'oro; ogni volta che tornava a casa, si affrettava a controllare che la statuetta fosse ancora lì, come se qualcuno potesse scoprirla. Cominciò a guardare i suoi vicini con sospetto, temendo che potessero invidiargli la sua improvvisa "fortuna" che in realtà non aveva ancora rivelato.

La sua pesca diminuì, perché la sua mente era distratta. La sua pace interiore svanì. Cominciò a rispondere bruscamente alla moglie e ai figli. Si sentiva sempre più stanco e irrequieto. Ogni sera, prima di addormentarsi, si diceva: "Domani prenderò una decisione su quella statuetta. Domani sarò libero da questo fardello." Ma il domani arrivava e lui continuava a procrastinare, dicendosi che non era ancora il momento giusto.

Un giorno, sua moglie, notando il suo cambiamento, gli chiese: "Cosa ti tormenta, marito mio? Non sei più il pescatore sereno che conoscevo. La tua anima sembra agitata." Il pescatore, incapace di mentire alla sua amata, le raccontò della statuetta e del suo dilemma.

La moglie lo ascoltò attentamente, poi disse con dolcezza: "Caro marito, questa statuetta non ti ha portato fortuna, ma angoscia. Ti ha rubato la pace e la gioia nel tuo lavoro. Hai mentito a te stesso, dicendoti che la volevi per la sicurezza, ma in realtà ti ha solo incatenato. La tua vera ricchezza non è l'oro, ma la tua integrità e la tua serenità."

Le parole della moglie colpirono il pescatore come un fulmine. Si rese conto della profonda verità in quelle parole. Si era autoingannato, convincendosi che la statuetta avrebbe portato felicità, quando in realtà aveva solo generato ansia e insoddisfazione. Si era attaccato a un'illusione.

Il giorno dopo, il pescatore tornò in mare. Quando fu nel punto esatto dove aveva trovato la statuetta, la tirò fuori dal suo sacchetto e, con un respiro profondo, la gettò di nuovo nelle profondità dell'oceano. Mentre la statuetta scintillava scendendo nell'acqua, sentì un'enorme leggerezza invadergli il cuore. La sua pace interiore tornò, e con essa la sua capacità di pescare con gioia e abbondanza. Non aveva bisogno dell'oro per essere ricco; la sua vera ricchezza era nella sua anima onesta e nella sua vita semplice.



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