Nel cuore della giungla del Chiapas, in Messico, si ergono le maestose rovine di Palenque, antica città-stato Maya che conobbe il suo massimo splendore tra il VII e l'VIII secolo d.C. Tra le sue strutture più emblematiche vi è il Tempio delle Iscrizioni, un imponente edificio piramidale che custodisce al suo interno uno dei più significativi ritrovamenti archeologici del Mesoamerica: la tomba di K'inich Janaab' Pakal I, sovrano di Palenque per quasi settant'anni (615-683 d.C.). La scoperta, avvenuta nel 1952 ad opera dell'archeologo Alberto Ruz Lhuillier, rivelò un'eccezionale cripta funeraria. Al centro di questa camera, protetto da un sarcofago monolitico di calcare, giaceva lo scheletro di Pakal, adornato da ricchi gioielli di giada e una maschera funeraria dello stesso materiale. Ciò che rende questo ritrovamento ancora più straordinario è la lastra di copertura del sarcofago, un capolavoro dell'arte Maya che ha catalizzato l'attenzione di studiosi e appassionati, ma anche di chi ha cercato in essa significati al di fuori del contesto culturale originale. La lastra, di dimensioni considerevoli (circa 3,8 metri di lunghezza per 2,2 metri di larghezza e 25 centimetri di spessore), è scolpita in un unico blocco di calcare e presenta un intricato rilievo. La tecnica di realizzazione, tipica dell'arte Maya classica, prevedeva l'uso di scalpelli e martelli per scolpire la pietra, con dettagli finemente incisi per creare un effetto di profondità e complessità.
L'Interpretazione Ufologica: Un Viaggio Fuori Rotta
Nonostante il consenso accademico sulla natura e il significato della lastra di Palenque, una corrente di pensiero ha proposto un'interpretazione radicalmente diversa, distorcendo il suo vero significato per adattarlo a un'agenda ufologica. Questa interpretazione, resa popolare da autori come Erich von Däniken, sostiene che la figura centrale incisa sulla lastra non sia Pakal I nel momento della sua transizione verso l'aldilà, bensì un "astronauta" ai comandi di una sorta di "navicella spaziale". Gli ufologi individuano nella posizione reclinata della figura, negli elementi stilizzati che la circondano e nella presunta presenza di "controlli" e "propulsori" le prove di una tecnologia avanzata e di un contatto extraterrestre avvenuto millenni or sono. Questa narrazione, pur affascinante per alcuni, ignora sistematicamente le profonde radici culturali e religiose della civiltà Maya, proiettando su di essa concetti e tecnologie del XX e XXI secolo.
Smontare il Mito: Il Vero Significato degli Elementi Iconografici
Per confutare l'interpretazione ufologica è fondamentale analizzare gli elementi del disegno della lastra di Palenque nel loro vero contesto simbolico Maya, contrapponendoli alle fantasie extraterrestri.
La Figura Centrale: Pakal nel Viaggio Cosmico-Mitologico
Interpretazione Ufologica: Un astronauta seduto ai comandi di una capsula spaziale, con mani che sembrano afferrare leve e piedi posizionati su pedali. Il "tubo" che fuoriesce dal naso sarebbe un respiratore.
Vero Significato: La figura è chiaramente identificabile come K'inich Janaab' Pakal I. La sua posizione reclinata non è quella di un pilota, ma quella tipica di una persona defunta in un contesto funerario Maya, raffigurato nel momento della sua discesa nel mondo sotterraneo e della sua rinascita. Il "tubo" vicino al naso è in realtà il respiro di Pakal che si trasforma nel sacro "albero del mondo" o "albero della vita", un elemento centrale della cosmologia Maya che collega i tre livelli dell'universo: mondo sotterraneo, terrestre e celeste. La "maschera" sul volto non è un casco, ma la maschera di mais che simboleggia la divinità del mais, associando Pakal al ciclo di morte e rinascita della natura, cruciale per l'agricoltura e la sussistenza Maya. Le sue mani sono posizionate in un gesto rituale, non su comandi tecnologici.
Gli Elementi Circostanti: La Cosmogonia Maya, Non una Macchina
Interpretazione Ufologica: Vengono identificati "fiamme" o "propulsori" nella parte inferiore della lastra, "cavi" e "strumentazioni" tutt'intorno alla figura.
Vero Significato:
Il Monstro della Terra/Mostro della Boca: Alla base della composizione, sotto i piedi di Pakal, si trova la bocca spalancata del Mostro della Terra (o Witz Monster), un simbolo del mondo sotterraneo, l'aldilà. Le "fiamme" che gli ufologi vedono sono in realtà le fauci stilizzate di questa creatura mitologica, spesso rappresentate con simboli di fertilità e morte. Pakal sta letteralmente discendendo in questo regno, simboleggiando il suo passaggio dalla vita alla morte.
L'Albero del Mondo (Ceiba): Sopra Pakal, svetta un enorme albero cruciforme, identificato come l'Albero del Mondo (la Ceiba sacra per i Maya). Questo albero è il cardine dell'universo Maya, un asse cosmico che connette il cielo, la terra e il mondo sotterraneo. Il "respiro" di Pakal si trasforma in questo albero, sottolineando la sua trasformazione in un'entità divina e il suo ruolo nel ciclo cosmico. Sull'albero, spesso si trova un uccello quetzal o un uccello mitologico che rappresenta il dio supremo Itzamná, o il dio uccello celestiale.
Il Serpente a Due Teste: Ai lati dell'Albero del Mondo, si snodano due serpenti a due teste, anch'essi elementi ricorrenti nell'iconografia Maya. Questi serpenti sono associati al cielo, alla pioggia e alla fertilità. Le loro fauci aperte spesso rivelano divinità o spiriti ancestrali, indicando la dimensione sacra e il legame tra i mondi.
Simboli Celesti e Glifi: Attorno alla scena principale, sono presenti numerosi simboli astrali e glifi che rappresentano costellazioni, pianeti (come Venere) e altri corpi celesti, oltre a elementi del calendario Maya. Questi non sono "controlli" di una macchina, ma un'accurata rappresentazione della conoscenza astronomica e calendariale Maya, fondamentale per la loro religione e organizzazione sociale.
La Vera Grandezza di Pakal e della Civiltà Maya
L'interpretazione ufologica, nel suo tentativo di trovare evidenze di visitatori alieni, non solo travisa completamente il significato di un'opera d'arte e archeologica di inestimabile valore, ma sminuisce anche la profondità e la complessità della civiltà Maya. I Maya erano astronomi raffinati, matematici geniali, architetti e artisti di straordinaria abilità. La loro cosmologia era ricca e complessa, intessuta di divinità, miti e cicli naturali che governavano la loro vita e la loro morte. La lastra di Palenque è un testamento a questa ricchezza culturale. È la rappresentazione del passaggio di un grande sovrano nel regno dei morti e della sua ascesa a una dimensione divina, in linea con le credenze e le pratiche funerarie della sua epoca. Essa riflette la profonda comprensione Maya del cosmo, della natura e del destino umano, non una presunta visita di alieni con tecnologie incomprensibili. Per comprendere appieno il significato della lastra di Palenque, è necessario immergersi nel contesto culturale Maya, studiare la loro lingua, la loro religione e la loro arte. Solo così si può apprezzare la vera grandezza di questa civiltà e riconoscere la lastra non come un "astronauta", ma come un simbolo potente e sacro del loro universo.