Passa ai contenuti principali

Oltre Braid e Charcot: Gurdjieff Smaschera l'Inganno dell'Ipnotismo Moderno


In questo articolo, ci immergeremo nelle profonde critiche di G.I. Gurdjieff nei confronti della scienza ufficiale, in particolare per quanto riguarda il trattamento riservato alle scoperte di Franz Anton Mesmer e la successiva "riscoperta" dell'ipnotismo da parte di figure come James Braid e Jean-Martin Charcot. Gurdjieff, attraverso la voce del suo alter ego Beelzebù, smaschera l'ipocrisia, l'ignoranza e l'inerzia intellettuale che, a suo dire, hanno impedito all'umanità di comprendere e sviluppare una conoscenza cruciale per la propria evoluzione.


La Crocifissione Intellettuale di Mesmer: Un Delitto Accademico

Gurdjieff dipinge un quadro desolante della reazione della comunità scientifica alle intuizioni di Mesmer. Descrive Mesmer come un "modesto essere sapiente" che, per caso, si imbatté nella "evidente dualità del conscio" nei suoi simili. Questa scoperta, lungi dall'essere accolta con curiosità e spirito di indagine, fu invece "beccata a morte" con una ferocia e una persistenza che si sono tramandate per generazioni. Secondo Gurdjieff, la "particolarità propria agli esseri terrestri sapienti 'di nuova formazione'" è quella di "beccare a morte" chiunque osi deviare dalle loro metodologie meccaniche e dalle loro consolidate narrazioni. Mesmer, con le sue ricerche sperimentali "diverse da quella meccanica adottata da tutti i sapienti 'di nuova formazione'", fu immediatamente etichettato come "imbroglione patentato e un ciarlatano della più bell'acqua". Questa condanna non fu un incidente isolato, ma una prassi che ha continuato a definire l'atteggiamento della scienza ufficiale per quasi due secoli. I libri sull'ipnotismo, anche oggi, iniziano regolarmente con la denigrazione di Mesmer, perpetuando una calunnia ingiustificata. La critica di Gurdjieff è feroce: più gli "attuali esseri sapienti" sono "idioti al quadrato", più criticano Mesmer con "ogni sorta di assurde calunnie". Questa non è solo una critica all'ignoranza, ma anche alla malafede intellettuale. Gurdjieff sostiene che Mesmer, se non fosse stato "beccato a morte", avrebbe potuto "rigenerare l'unica scienza a loro necessaria, la sola che avrebbe potuto salvarli dalle conseguenze delle proprietà dell'organo kundabuffer". Qui, Gurdjieff introduce un concetto fondamentale della sua cosmologia: l'organo Kundabuffer, un'appendice fittizia che, secondo la sua dottrina, è stata impiantata negli esseri umani per limitare la loro percezione della realtà e impedire loro di raggiungere una piena consapevolezza. L'implicazione è chiara: la soppressione della scienza di Mesmer non fu solo un errore accademico, ma un ostacolo deliberato o involontario all'evoluzione spirituale dell'umanità.


Braid e Charcot: I Nuovi Abiti dell'Antica Ignoranza

Gurdjieff si concentra poi sulla "riscoperta" dell'ipnotismo, attribuita dalla scienza ufficiale al professore inglese James Braid e al medico francese Jean-Martin Charcot. Con un tono sarcastico e disincantato, Gurdjieff smonta la narrazione trionfalistica che circonda queste figure. Afferma categoricamente che Braid presentava "sintomi molto evidenti di proprietà hassnamussiane" e Charcot aveva i "caratteri tipici di un figlio di papà". "Hassnamussiane" nel linguaggio di Gurdjieff si riferisce a persone con una mentalità ristretta e dogmatica, incapaci di pensiero originale. "Figlio di papà" suggerisce mancanza di merito e dipendenza da privilegi ereditari. Questi epiteti non sono semplici insulti, ma critiche profonde alla loro incapacità di autentica scoperta. Gurdjieff insiste: "tipi terrestri di questo genere non avrebbero mai potuto scoprire qualcosa di nuovo". La vera storia, come la racconta Gurdjieff, è molto più "piccante" e rivelatrice dell'ignoranza e della fortuna che spesso guidano le cosiddette scoperte scientifiche. Egli narra l'aneddoto dell'abate Pedrini e della suora Eufrosina. La suora, tormentata da "possessioni demoniache" durante la contemplazione di un ritratto incorniciato, finì per rivelare all'abate che queste esperienze erano legate alla fissazione di una gemma sulla cornice, una "turchese persiano". L'abate, incuriosito, coinvolse il dottor Bambini. Attraverso esperimenti con il turchese persiano, scoprirono che "quasi tutti gli esseri tricerebrali" cadevano in uno stato simile fissando oggetti brillanti e luminosi. Notarono anche che le manifestazioni di questo stato variavano a seconda delle "emozioni esseriche predominanti vissute in precedenza" e dell'oggetto brillante. Questa "scoperta" casuale e empirica, diffusa tra i "sapienti contemporanei di 'nuova formazione'", fu poi, come sempre, "farneticata" e "per puro caso" si scoprì che in quello stato "era possibile cambiare istantaneamente le impressioni vecchie in nuove". Questo portò all'applicazione terapeutica, chiamando il metodo "trattamento ipnotico" e i praticanti "medici ipnotisti". Gurdjieff critica aspramente il fatto che, nonostante l'applicazione pratica, nessuno abbia saputo "rispondere" alla domanda fondamentale su cosa sia questo stato e perché gli uomini ne siano soggetti. Centinaia di "teorie" e migliaia di volumi hanno solo "confuso ancor più" la mente già "abbastanza confusa" degli esseri umani. Il risultato è un ramo della scienza che ha avuto "effetti ancor più nefasti delle fantasiose invenzioni escogitate dagli antichi pescatori greci e dagli esseri contemporanei della comunità di Germania". Questa è una condanna schiacciante, che equipara la moderna "scienza" dell'ipnotismo a mere fantasticherie, priva di una reale comprensione dei principi sottostanti.


Il Filo Rosso dell'Ignoranza e l'Orgoglio Accademico

La critica di Gurdjieff a Braid e Charcot non è una mera disputa sulla paternità di una scoperta, ma un attacco frontale all'intera epistemologia della scienza moderna. Egli suggerisce che l'approccio meccanicistico e la tendenza a "beccare a morte" qualsiasi deviazione dal paradigma stabilito hanno impedito una comprensione più profonda della natura umana. La scienza, invece di essere un mezzo per la verità, è diventata un sistema chiuso, autoreferenziale, dominato dall'orgoglio e dall'inerzia. La storia dell'abate Pedrini e della suora Eufrosina è emblematica: una scoperta fondamentale, nata da un contesto non accademico e da osservazioni empiriche, viene poi cooptata e distorta dalla scienza ufficiale, che si attribuisce il merito senza comprenderne la vera essenza. Braid e Charcot diventano così non scopritori, ma meri ri-catalogatori di fenomeni già osservati e compresi (almeno in parte) da altri, e in modo più completo da Mesmer. In conclusione, la visione di Gurdjieff è quella di una scienza che, accecata dalla sua stessa arroganza e dai suoi limiti metodologici, ha sistematicamente respinto e denigrato le vere intuizioni, preferendo abbracciare versioni edulcorate e incomplete della realtà.



Post popolari in questo blog

Gurdjieff: Cosa significa realmente "Cercare di non esprimere Emozioni Negative"

Di tutte le indicazioni e i suggerimenti di Gurdjieff per l'attuazione pratica delle sue idee, quello che sembra essere stato più persistentemente frainteso è la sua raccomandazione di "cercare di non esprimere negatività". A prescindere da quanto spesso si possa ricordare agli studenti che il Lavoro potrebbe riguardare l'evoluzione psicologica, non si tratta di psicoterapia. Non si tratta di sopprimere o reprimere sentimenti, comportamenti e reazioni. Non si tratta di imparare a fingere di essere al di là della reattività. Non si tratta di migliorare la propria personalità per apparire una persona più gentile o più spirituale. Ho visto persone scoraggiate e frustrate con se stesse per anni, che si chiedevano se stessero fallendo, se non si stessero "impegnando abbastanza" quando riferivano che, nonostante tutti gli sforzi che avessero cercato di mettere in atto, continuavano a sperimentare periodicamente stati interiori di rabbia, ansia, risentimento, irrit...

La morte di Gurdjieff (Dr. William J. Welch)

Fui chiamato al telefono. Da Parigi giunse voce che Gurdjieff fosse gravemente malato, e mi fu chiesto se avessi potuto spedire al suo medico di Parigi dell’albumina sierica che era stata recentemente resa disponibile negli Stati Uniti. Gurdjieff non era stato molto bene quando arrivò a New York nell’inverno del 1948, ma non sembrava gravemente malato e non si era mai messo a letto. Era tormentato da una tosse tracheale spasmodica, un rombo profondo, gorgogliante, che rifletteva non solo un’infiammazione cronica alla base dei suoi polmoni, ma anche il suo amore per le Gaulois Bleu, la popolare sigaretta francese con tabacco nero turco aspro e grasso. La sua circonferenza addominale era eroica, e la sua presenza nel bagno turco, anche se non pantagruelica, era quantomeno all’altezza del Balzac di Rodin. Fu così che con i ricordi del vigore non più giovane, ma robusto e invecchiato di Gurdjieff, udii con incredulità, nella tarda estate del 1949, della sua forza in diminuzione e del deter...

Gurdjieff: "Ogni persona che incontri, compreso te stesso, è una merda".

La notizia dell’arrivo del Signor Gurdjieff a Chicago, nell’inverno del 1932, mi mise in apprensione. A tutt’oggi, a distanza di quasi trent’anni e con il senno del poi, ancora non riesco a capire perché non lo volessi vedere. Sicuramente, i miei sentimenti nascevano in parte dal fatto che mi ero convinto che forse avevo sbagliato a lasciare il Prieuré nel 1929. A causa della mia dipartita, sentivo di non essere un seguace leale o fedele. Inoltre, se da una parte i suoi scritti mi interessavano veramente e provavo un sincero affetto per Gurdjieff come uomo, dall’altra il mio rapporto con il gruppo di Chicago mi aveva portato a mettere in discussione la validità del suo lavoro sotto ogni aspetto. Ero ancora alla ricerca di prove – qualche qualità nel comportamento dei suoi seguaci – che mi convincessero che egli fosse qualcosa di più di un potente essere umano in grado di ipnotizzare a suo piacere folte schiere di individui. In quel periodo, il mio interesse per i suoi scritti non andav...