Passa ai contenuti principali

L'Universo Olografico: Quando Micro e Macro si Fondono


L'osservazione scientifica ci ha abituati a considerare il cosmo come una scala di grandezze distinte: l'infinitamente piccolo degli atomi e delle particelle subatomiche e l'infinitamente grande delle galassie, degli ammassi galattici e delle strutture su larga scala dell'universo. Tuttavia, una tesi suggestiva propone che queste due dimensioni, apparentemente separate, siano intrinsecamente connesse, fino a fondersi in un tutt'uno coerente. L'argomento centrale risiede nella relazione tra la densità della materia e la sua diffusione nello spazio cosmico: meno densa è la materia, più è pervasiva, suggerendo una fusione tra il micro e il macro.


La Legge della Diffusione e la Scala Atomica

Il punto di partenza di questa tesi è l'osservazione che gli elementi più leggeri e meno densi sono anche i più abbondanti nell'universo. L'idrogeno, con il suo singolo protone ed elettrone, è di gran lunga l'elemento più diffuso, costituendo circa il 75% della massa barionica dell'universo. Segue l'elio, con due protoni, che rappresenta circa il 24%. Gli elementi più pesanti, creati attraverso la nucleosintesi stellare e le esplosioni di supernova, sono progressivamente meno abbondanti. Questa distribuzione non è casuale. Gli atomi più piccoli e leggeri hanno una minore massa e dimensioni ridotte, il che permette loro di essere più facilmente dispersi nello spazio interstellare e intergalattico. Sono i costituenti primari delle vaste nubi di gas che permeano le galassie e riempiono gli spazi tra esse. La loro intrinseca "leggerezza" e la bassa densità li rendono i pionieri della diffusione cosmica.


Dalla Micro-Particella alla Struttura Cosmica

La transizione dal micro al macro si manifesta proprio attraverso questa diffusione. Gli atomi di idrogeno ed elio, i "mattoni" più piccoli, sono i principali attori nella formazione delle strutture su larga scala. Sono loro che, sotto l'influenza della gravità, collassano per formare le prime stelle, le galassie e, in ultima analisi, le reti filamentose che caratterizzano la struttura a larga scala dell'universo. Pensiamo alle vaste nubi di gas primordiale: sono composte da miliardi di miliardi di atomi individuali di idrogeno ed elio. Ognuno di questi atomi, un'entità microscopica, contribuisce alla massa e alla dinamica della nube. Quando queste nubi si contraggono, la gravità aggrega questi atomi, portando alla nascita di stelle e galassie. In questo senso, la diffusione del micro plasma attivamente la formazione del macro. Non sono entità separate che interagiscono, ma piuttosto manifestazioni diverse di un unico processo di auto-organizzazione universale.


L'Ombra Diffusa: Materia Oscura ed Energia Oscura

La tesi acquisisce una risonanza ancora più profonda quando consideriamo i componenti più enigmatici del nostro universo: la materia oscura e l'energia oscura. Sebbene non interagiscano con la luce e siano quindi invisibili ai nostri telescopi, la loro presenza è inferita dagli effetti gravitazionali che esercitano sulla materia visibile e sull'espansione dell'universo. La materia oscura, che costituisce circa il 27% dell'universo, è per sua natura estremamente diffusa. Non si aggrega in stelle o pianeti nel modo in cui fa la materia barionica. Invece, forma un vasto alone che circonda le galassie e si estende ben oltre i loro confini visibili, creando una sorta di "impalcatura" gravitazionale su cui la materia ordinaria può collassare e formare strutture. Le sue particelle ipotetiche, se esistono, sono considerate molto debolmente interagenti e, per definizione, non formano strutture dense e compatte come gli atomi che conosciamo. La loro "leggerezza" in termini di interazione e la loro onnipresenza le rendono l'esempio per eccellenza di come una materia meno densa e meno interagente possa essere la più diffusa e influente sulla scala macroscopica. L'energia oscura, che rappresenta circa il 68% dell'universo, è ancora più enigmatica. Si ritiene che sia una forma di energia intrinseca allo spazio stesso, responsabile dell'accelerazione dell'espansione cosmica. La sua caratteristica distintiva è la sua densità costante (o quasi costante) distribuita uniformemente in tutto lo spazio. Non si concentra in grumi o strutture, ma permea ogni angolo dell'universo. Questa sua natura intrinsecamente diffusa, quasi "senza massa" nel senso tradizionale, la rende la forza dominante che plasma il destino su larga scala del cosmo, spingendolo verso un'espansione continua. In questo contesto, la materia oscura e l'energia oscura non sono solo componenti aggiuntive, ma rafforzano la tesi iniziale. Sono le manifestazioni più estreme della diffusione: entità che, pur non essendo materia nel senso convenzionale o avendo interazioni minime, sono le più diffuse e pervasive, esercitando un'influenza dominante sulla struttura e sull'evoluzione dell'universo su scala macroscopica. La loro "leggerezza" o assenza di densità concentrata le rende onnipresenti, e proprio questa onnipresenza le rende le forze trainanti del macrocosmo.


L'Universo Come Ologramma: Un'Interconnessione Profonda

La tesi che micro e macro si fondono può essere interpretata anche attraverso l'analogia dell'universo olografico. In un ologramma, ogni piccola parte contiene informazioni sull'intero. Allo stesso modo, gli atomi più piccoli e diffusi, pur essendo individualmente insignificanti su scala cosmica, portano in sé il potenziale e le "istruzioni" per la formazione di strutture galattiche e cosmiche immense. La loro onnipresenza e la loro natura elementare li rendono i depositari dell'informazione fondamentale che governa l'evoluzione dell'intero universo. Questa prospettiva ci porta a riconsiderare la nostra comprensione dello spazio e della materia. Non esistono barriere rigide tra il mondo subatomico e il mondo delle galassie. Esiste piuttosto un continuum di densità e diffusione, dove la prevalenza della materia meno densa e composta da atomi più piccoli garantisce la sua massima estensione e influenza. È come se l'universo respirasse, con gli elementi più leggeri che si espandono e si contraggono per formare le strutture più complesse. In conclusione, la tesi che "poiché più la materia è meno densa, quindi con atomi più piccoli, più è diffusa nello spazio cosmico, quindi micro e macro si fondono in un tutt'uno" offre una visione affascinante dell'universo. Sottolinea una profonda interconnessione dove le proprietà intrinseche delle particelle più elementari determinano la forma e la struttura delle scale più grandi. Il cosmo non è una collezione di entità isolate, ma un sistema dinamico e integrato, dove il piccolo e il grande sono in realtà manifestazioni diverse della stessa fondamentale realtà.



Post popolari in questo blog

Gurdjieff: Cosa significa realmente "Cercare di non esprimere Emozioni Negative"

Di tutte le indicazioni e i suggerimenti di Gurdjieff per l'attuazione pratica delle sue idee, quello che sembra essere stato più persistentemente frainteso è la sua raccomandazione di "cercare di non esprimere negatività". A prescindere da quanto spesso si possa ricordare agli studenti che il Lavoro potrebbe riguardare l'evoluzione psicologica, non si tratta di psicoterapia. Non si tratta di sopprimere o reprimere sentimenti, comportamenti e reazioni. Non si tratta di imparare a fingere di essere al di là della reattività. Non si tratta di migliorare la propria personalità per apparire una persona più gentile o più spirituale. Ho visto persone scoraggiate e frustrate con se stesse per anni, che si chiedevano se stessero fallendo, se non si stessero "impegnando abbastanza" quando riferivano che, nonostante tutti gli sforzi che avessero cercato di mettere in atto, continuavano a sperimentare periodicamente stati interiori di rabbia, ansia, risentimento, irrit...

La morte di Gurdjieff (Dr. William J. Welch)

Fui chiamato al telefono. Da Parigi giunse voce che Gurdjieff fosse gravemente malato, e mi fu chiesto se avessi potuto spedire al suo medico di Parigi dell’albumina sierica che era stata recentemente resa disponibile negli Stati Uniti. Gurdjieff non era stato molto bene quando arrivò a New York nell’inverno del 1948, ma non sembrava gravemente malato e non si era mai messo a letto. Era tormentato da una tosse tracheale spasmodica, un rombo profondo, gorgogliante, che rifletteva non solo un’infiammazione cronica alla base dei suoi polmoni, ma anche il suo amore per le Gaulois Bleu, la popolare sigaretta francese con tabacco nero turco aspro e grasso. La sua circonferenza addominale era eroica, e la sua presenza nel bagno turco, anche se non pantagruelica, era quantomeno all’altezza del Balzac di Rodin. Fu così che con i ricordi del vigore non più giovane, ma robusto e invecchiato di Gurdjieff, udii con incredulità, nella tarda estate del 1949, della sua forza in diminuzione e del deter...

Gurdjieff: "Ogni persona che incontri, compreso te stesso, è una merda".

La notizia dell’arrivo del Signor Gurdjieff a Chicago, nell’inverno del 1932, mi mise in apprensione. A tutt’oggi, a distanza di quasi trent’anni e con il senno del poi, ancora non riesco a capire perché non lo volessi vedere. Sicuramente, i miei sentimenti nascevano in parte dal fatto che mi ero convinto che forse avevo sbagliato a lasciare il Prieuré nel 1929. A causa della mia dipartita, sentivo di non essere un seguace leale o fedele. Inoltre, se da una parte i suoi scritti mi interessavano veramente e provavo un sincero affetto per Gurdjieff come uomo, dall’altra il mio rapporto con il gruppo di Chicago mi aveva portato a mettere in discussione la validità del suo lavoro sotto ogni aspetto. Ero ancora alla ricerca di prove – qualche qualità nel comportamento dei suoi seguaci – che mi convincessero che egli fosse qualcosa di più di un potente essere umano in grado di ipnotizzare a suo piacere folte schiere di individui. In quel periodo, il mio interesse per i suoi scritti non andav...