Franco Battiato (1945-2021) non è stato solo uno dei più grandi cantautori e musicisti italiani, un artista capace di attraversare generi e sperimentare audacemente, dal pop d'autore alla musica classica, dall'opera al rock progressivo. Battiato è stato, prima di tutto, un ricercatore instancabile dell'Assoluto, un esploratore delle profondità dell'animo umano e dei misteri dell'esistenza. Ed è proprio in questa ricerca che emerge, prepotente e trasformativa, la figura di George Ivanovich Gurdjieff e il suo sistema di sviluppo interiore, noto come la Quarta Via. La connessione tra Battiato e Gurdjieff non è un semplice accostamento intellettuale o una fugace ispirazione; è stata una vera e propria colonna vertebrale del suo percorso artistico e personale, una lente attraverso cui ha filtrato il mondo e ha plasmato la sua visione. Per comprendere appieno la profondità del genio di Battiato, è indispensabile immergersi nel cuore di questo legame esoterico.
Un Viaggio Interiore: L'incontro con Gurdjieff e la Quarta Via
Nato a Ionia (oggi Riposto), in Sicilia, Battiato si affacciò al mondo della musica con un'iniziale fase pop, per poi evolvere verso la sperimentazione sonora negli anni '70, spesso anticipando tendenze e creando sonorità uniche. Tuttavia, fu negli anni '80, in pieno successo commerciale con album come "La Voce del Padrone", che la sua ricerca spirituale si intensificò e venne alla luce un'influenza sempre più marcata: quella della Quarta Via. Battiato stesso ha rivelato di aver frequentato per ben sette anni una scuola gurdjieffiana in Italia. Il suo maestro fu Henri Thomasson (1912-1997), un allievo diretto di Gurdjieff, figura fondamentale per la diffusione degli insegnamenti della Quarta Via nel nostro Paese. Questa esperienza non fu superficiale; fu un periodo di intenso "lavoro su di sé", di studio e di pratica, che permise a Battiato di assimilare profondamente i concetti gurdjieffiani, trasformandoli in linfa vitale per la sua espressione artistica. La Quarta Via è un sistema di conoscenza e sviluppo della coscienza che Gurdjieff ha sintetizzato da antiche tradizioni spirituali orientali ed occidentali. A differenza delle vie "emozionali" (del monaco), "intellettuali" (dello yogi) o del "corpo fisico" (del fachiro), la Quarta Via è pensata per l'uomo moderno, che vive nel mondo e non si isola. Si basa sull'osservazione di sé, sul ricordo di sé e sulla comprensione delle leggi che governano l'essere umano e l'universo, con l'obiettivo di superare il "sonno della coscienza" e raggiungere uno stato di risveglio e consapevolezza.
Le Risonanze Gurdjieffiane negli Album e nelle Canzoni
L'influenza di Gurdjieff è percepibile in quasi tutta la produzione di Battiato, ma in alcuni brani e album emerge in modo particolarmente evidente, quasi come una dichiarazione programmatica:
"Centro di gravità permanente" (dall'album La Voce del Padrone, 1982): Questo è il riferimento più famoso e iconico. Il "centro di gravità permanente" è un concetto chiave della Quarta Via. Non si tratta di stabilità emotiva o di un punto fisso nella vita, ma di un centro interiore di consapevolezza e volontà che l'individuo deve costruire attraverso il lavoro su di sé. È ciò che permette all'Uomo Numero 4 (l'uomo cosciente e sveglio, in contrasto con gli uomini 1, 2 e 3 che vivono meccanicamente) di non essere in balia delle influenze esterne, delle mode o delle proprie reazioni automatiche. Battiato aspirava a questa stabilità, e la sua musica ne divenne un veicolo.
"La Voce del Padrone" (titolo dell'album): Questo titolo stesso è stato spesso interpretato come un richiamo alla metafora gurdjieffiana della carrozza. In questa metafora, il corpo è la carrozza, le emozioni sono il cavallo, l'intelletto è il cocchiere e la coscienza superiore (il vero Sé, il Sé essenziale) è il "padrone" che dovrebbe dare le direttive. L'obiettivo del lavoro è permettere al cocchiere di ascoltare la voce del padrone, per non essere più in balia degli impulsi del cavallo o della casualità del percorso.
"Le sacre sinfonie del tempo" (da L'Arca di Noè, 1982): Il verso "le insidie di energie lunari" è un altro riferimento diretto alla cosmologia gurdjieffiana. Gurdjieff insegnava che la luna è un corpo cosmico che si nutre delle energie biologiche terrestri, e che gli esseri umani, se non sono coscienti e non "lavorano" su di sé, rischiano di disperdere le proprie energie vitali, divenendo "cibo" per la luna. Il lavoro sulla consapevolezza è un modo per "sfuggire" a questa influenza meccanica.
"Egitto prima delle sabbie" (album strumentale, 1978): Il titolo di questo album è un altro riferimento diretto a un concetto gurdjieffiano specifico, ovvero la conoscenza esoterica dell'antico Egitto prima della desertificazione, un'antica scuola che Gurdjieff definisce "cristiana", anche se prima della nascita di Cristo.
"L'Ottava" (nome della casa editrice): Il termine "Ottava" si riferisce alla "Legge dell'Ottava" (o Legge del Sette), un principio cosmico fondamentale negli insegnamenti di Gurdjieff, che spiega i processi di sviluppo e involuzione attraverso sette tappe con due intervalli. Battiato ha utilizzato questo termine più volte, dimostrando una familiarità profonda con la terminologia e i concetti gurdjieffiani.
Temi generali: La costante ricerca di liberazione dalle illusioni, il superamento delle paure e delle "identificazioni" (il processo di identificarsi completamente con pensieri, emozioni, ruoli sociali, perdendo la propria obiettività), la necessità di risvegliarsi dal "sonno" dell'esistenza ordinaria, sono fili conduttori che attraversano l'intera discografia di Battiato e che sono il cuore pulsante della Quarta Via.
Le Danze Sacre di Gurdjieff: Il Corpo come Via per la Coscienza
Un aspetto cruciale della pratica gurdjieffiana di Battiato è stata la frequentazione delle Danze Sacre di Gurdjieff, note anche come "Movimenti". Queste danze non sono semplici espressioni artistiche, ma esercizi psicofisici rigorosi che mirano a sviluppare l'attenzione, la presenza mentale, la coordinazione tra corpo e mente, e l'armonizzazione dei diversi "centri" dell'essere (intellettuale, emozionale, motorio). Battiato, nel corso dei suoi sette anni di studio con Henri Thomasson, ha certamente praticato assiduamente queste danze. Esse rappresentano una via "attiva" al risveglio, un modo per superare gli automatismi del corpo e della mente attraverso movimenti precisi e spesso complessi, che richiedono una profonda concentrazione e un "ricordo di sé" costante. La pratica delle Danze Sacre aiuta a "rompere" le abitudini meccaniche e a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé nel momento presente. L'eco di questa pratica si ritrova, ad esempio, in brani come "Voglio vederti danzare", dove Battiato esprime un desiderio per una danza che non sia solo intrattenimento, ma espressione di un'anima profonda, di un anelito spirituale che si manifesta nel movimento del corpo, richiamando anche altre tradizioni mistiche come le danze sufi.
L'Ottava: La Casa Editrice che Aprì le Porte a Gurdjieff in Italia
L'impegno di Battiato nella diffusione degli insegnamenti di Gurdjieff non si limitò alla musica. Nel 1985, insieme all'amico e collaboratore Francesco Messina, fondò la casa editrice L'Ottava. Questo progetto editoriale fu un atto di grande importanza culturale e spirituale, poiché si propose di pubblicare testi di filosofia, esoterismo e misticismo, molti dei quali inediti o poco conosciuti in Italia. L'Ottava giocò un ruolo fondamentale nel rendere accessibili al pubblico italiano le opere scritte direttamente da Gurdjieff. Sebbene alcune traduzioni di allievi di Gurdjieff (come Ouspensky) fossero già presenti (ad esempio, "Frammenti di un insegnamento sconosciuto" fu pubblicato da Astrolabio nel 1976), L'Ottava fu tra le prime e più influenti a curare la pubblicazione dei testi di Gurdjieff stesso. Tra le opere pubblicate da L'Ottava figurano:
"Vedute sul mondo reale. Gurdjieff parla ai suoi allievi" (1985)
"Racconti di Belzebù al suo piccolo nipote – Vol I" (1988)
"Racconti di Belzebù al suo piccolo nipote – Vol. II" (1990)
Attraverso L'Ottava, Battiato non solo dimostrò la sua profonda devozione agli insegnamenti, ma contribuì attivamente a creare un ponte culturale, permettendo a un pubblico più vasto di avvicinarsi direttamente alle parole del Maestro. Fu un atto di divulgazione coraggioso, in un'epoca in cui certi argomenti erano ancora considerati di nicchia o marginali.
Le Dichiarazioni di Battiato su Gurdjieff e la Quarta Via
Nelle sue rare ma significative interviste e riflessioni, Battiato non ha mai nascosto l'impatto trasformativo degli insegnamenti gurdjieffiani sulla sua vita. Ecco alcune delle sue dichiarazioni più esplicite e illuminanti:
"Per sette anni ho frequentato una scuola gurdjieffiana in Italia, con Henri Thomasson. Quella è stata la mia più grande scuola. Lì ho capito che l'uomo non è quello che crede di essere. È un automa." Questa affermazione sottolinea la natura fondamentale del risveglio gurdjieffiano: la consapevolezza della propria meccanicità.
"Gurdjieff mi ha dato gli strumenti per capire come funziona l'essere umano, come si muovono le energie, come si può tentare di uscire dal sonno." Qui Battiato evidenzia la praticità degli insegnamenti, non una teoria astratta, ma un manuale per la comprensione e l'evoluzione interiore.
"Se uno vive identificato con tutto quello che gli succede, è una marionetta. Non c'è libertà, non c'è scelta. La Quarta Via ti insegna a distaccarti, a osservare, a non identificarti." Un'affermazione chiara sulla necessità di superare l'identificazione, l'ostacolo principale alla libertà interiore.
"Le mie canzoni sono come dei semi. Se uno li innaffia, possono fiorire. Alcuni capiscono, altri no. Non è importante che tutti capiscano tutto." Questa metafora svela il suo intento di inserire significati profondi e stratificati nei testi, destinati a risuonare con chi era pronto per una ricerca più profonda.
"Senza un maestro, senza un gruppo, è molto difficile fare certi percorsi. Si rischia di perdersi." Riconoscimento esplicito del valore della "scuola" nella Quarta Via, un insegnamento che non può essere appreso solo sui libri ma richiede una trasmissione vivente.
Queste parole non sono quelle di un semplice ammiratore, ma di un allievo devoto che ha integrato gli insegnamenti nella sua stessa fibra, trasformandoli in un motore di conoscenza e creazione.
L'Eredità della Scuola di Thomasson Oggi: Continuità e Dispersione
Come si chiama oggi e dove si trova la scuola di Quarta Via che frequentò Battiato? La scuola di Henri Thomasson, intesa come l'organizzazione diretta sotto la sua guida personale, ha cessato di esistere con la sua morte nel 1997. Tuttavia, l'eredità del suo insegnamento e la linea di trasmissione della Quarta Via di Gurdjieff continuano ad essere attive in Italia attraverso diversi gruppi e associazioni. Molti degli allievi diretti di Thomasson e delle generazioni successive hanno continuato il "lavoro" e hanno fondato o partecipato a centri di studio e pratica della Quarta Via. Non esiste un'unica "scuola ufficiale" che abbia ereditato in toto il nome o la struttura originale di Thomasson, ma piuttosto una costellazione di gruppi indipendenti che mantengono vivo l'insegnamento, spesso in diverse città italiane, con una concentrazione probabile nell'area milanese dove Thomasson operava maggiormente. Per chi fosse interessato, la ricerca di "gruppi Gurdjieff Italia", "Associazioni Quarta Via" o "pratica Danze Sacre Gurdjieff" online può portare a trovare centri e incontri che continuano questa tradizione, spesso con un riferimento implicito o esplicito alla linea di trasmissione di Thomasson o di altri allievi diretti di Gurdjieff. È fondamentale, per chi si avvicina, verificare l'autenticità e la serietà dei gruppi, poiché il mondo della spiritualità è vasto e non sempre trasparente.
Il Rischio della Commercializzazione: L'Immagine di Battiato Oggi
Tragicamente, dopo la sua scomparsa nel maggio 2021, la figura di Franco Battiato è diventata, forse inevitabilmente, un faro per il mondo della spiritualità e della crescita personale. Se da un lato ciò testimonia l'immensa portata del suo messaggio, dall'altro ha aperto la porta a un fenomeno di sfruttamento della sua immagine per scopi commerciali. Oggi è estremamente comune imbattersi in pubblicità di:
Corsi di crescita personale e consapevolezza che citano Battiato come ispiratore o testimonial.
Laboratori di Danze Sacre di Gurdjieff che usano la sua figura per attrarre partecipanti.
Percorsi di meditazione, yoga o filosofie orientali che si richiamano ai suoi testi o alla sua ricerca.
Conferenze, seminari e workshop che promettono di "svelare i segreti" dietro le sue canzoni o la sua spiritualità.
Questo fenomeno, se da un lato può portare nuove persone ad avvicinarsi a temi importanti, dall'altro presenta seri rischi:
Semplificazione e banalizzazione: I complessi e rigorosi insegnamenti della Quarta Via o di altre tradizioni esoteriche, che richiedono anni di dedizione e un profondo lavoro interiore, rischiano di essere ridotti a slogan accattivanti o a "pillole" di benessere vendute a caro prezzo.
Marketing opportunistico: La figura di Battiato, così riconosciuta e amata, diventa un potente "brand" che conferisce credibilità immediata a qualsiasi iniziativa, spesso senza una reale affinità con lo spirito autentico della sua ricerca.
Contraddizione con il messaggio: Battiato invitava alla ricerca personale, al discernimento e al superamento dell'illusione. Utilizzare la sua immagine per promuovere percorsi che promettono soluzioni facili o rivelazioni istantanee può essere una beffa al suo stesso insegnamento, che predicava un "lavoro" costante e spesso arduo.
Assenza di supervisione: Non potendo più esprimersi, Battiato non può prendere le distanze da usi impropri della sua figura, lasciando il campo libero a interpretazioni e utilizzi che potrebbero non riflettere la sua vera visione.
L'Eterno Ricercatore
Franco Battiato è stato un ponte tra il visibile e l'invisibile, tra il suono e il silenzio interiore. La sua connessione con Gurdjieff e la Quarta Via non è un dettaglio biografico, ma la chiave di volta per comprendere la profondità e la lungimiranza della sua arte. Egli non si limitò a cantare di spiritualità, ma la incarnò, diventando egli stesso un testimone vivente di un percorso di risveglio. Oggi, mentre la sua immagine viene talvolta sfruttata in un mercato della spiritualità sempre più vorace, resta fondamentale recuperare il rigore e la sincerità della sua ricerca. Il suo lascito più grande non sono solo le canzoni o le dichiarazioni, ma l'invito pressante a intraprendere un proprio "lavoro su di sé", a cercare il proprio "centro di gravità permanente" e a non smettere mai di porsi domande, con l'umiltà e la curiosità di un eterno ricercatore. La sua musica continua a essere una bussola per coloro che, come lui, non si accontentano della superficie e osano guardare "oltre la siepe".