L'Onanismo Mentale Elevato a Sapienza: Come Scienziati e Filosofi Confondono i Loro Giochi con la Verità
Per secoli, l'intelletto umano ha eretto a proprio altare la ragione, glorificando la scienza e la filosofia come le vie maestre per svelare i misteri dell'esistenza. Scienziati e filosofi, spesso avvolti in un'aura di alterigia intellettuale, si sono auto-proclamati custodi della verità, convinti che le loro elaborazioni mentali fossero un ulteriore progresso della comprensione umana. Eppure, come sagacemente suggeriva G.I. Gurdjieff, questa autoproclamata superiorità potrebbe essere una delle più grandi e ridicole illusioni dell'umanità. La sua critica radicale squarcia il velo su una realtà scomoda: l'attività intellettuale, così come la conosciamo, spesso si riduce a un onanismo mentale soggettivo, un mero gioco di concetti e categorie che ci allontana dalla vera natura delle cose.
Definire l'Ignoto con l'Ignoto: Il Circolo Vizioso della Conoscenza
La pietra angolare della critica di Ouspensky è l'osservazione tagliente: la scienza e la filosofia hanno una tendenza intrinseca a definire incognite attraverso altre incognite. Invece di penetrare la realtà profonda dei fenomeni, spesso si limitano a spostare il mistero da un punto all'altro. Pensiamo ai concetti fondamentali: cosa sono l'energia, il tempo, la coscienza in sé? La fisica ci offre equazioni eleganti e modelli predittivi, la filosofia dibatte per millenni, ma la loro vera essenza rimane sfuggente. Introduciamo termini come "materia oscura" o "energia oscura" per spiegare anomalie osservative, ma questi non sono altro che etichette per la nostra ignoranza. Non abbiamo reso noto l'ignoto; abbiamo semplicemente sostituito un "non so" con un "non so che chiamo così". Questo processo crea l'illusione di aver compreso. Si ha l'impressione che, avendo dato un nome a qualcosa o avendolo inserito in un modello matematico o concettuale, si sia afferrata la sua essenza. In realtà, spesso si è solo creato un costrutto mentale che, per quanto utile a certi scopi pratici, non rivela la natura intrinseca del fenomeno. È come credere di conoscere un paese avendo solo studiato la sua mappa, senza mai averne calpestato il suolo.
Lo Psichismo Distorto: La Soggettività Mascherata da Imparzialità
Ma la critica va ben oltre la semplice inadeguatezza dei metodi. Il vero fulcro del problema risiede nello psichismo umano, intrinsecamente fallace e distorto. Scienziati e filosofi, pur proclamando la neutralità del loro approccio, sono esseri umani con un'interiorità complessa e spesso meccanica. Le loro menti non sono strumenti perfetti di percezione e ragionamento, ma piuttosto filtri alterati da:
Pregiudizi inconsci: Radicati nella cultura, nell'educazione o nelle esperienze personali.
Meccanismi automatici del pensiero: La mente umana tende a categorizzare, semplificare, proiettare schemi, spesso in modo inconsapevole e pre-determinato.
Condizionamenti emotivi: Sentimenti e desideri soggettivi possono inconsciamente guidare le conclusioni, plasmando le teorie prima ancora che i dati siano analizzati.
L'assenza di una vera "oggettività": L'essere umano comune vive in uno stato di "sonno", una frammentazione della psiche che preclude l'accesso a una percezione autenticamente oggettiva. Ciò che viene spacciato per oggettività è, nella migliore delle ipotesi, un consenso inter-soggettivo tra menti ugualmente "addormentate".
Di conseguenza, le "scoperte" e le "verità" prodotte da questi processi non sono altro che costrutti mentali proiettati sui fenomeni, maschere concettuali che la mente crea per dare un senso a ciò che non comprende veramente. L'intera impalcatura della conoscenza accademica, da questa prospettiva, si rivela un gioco immaginario, un elaborato auto-inganno in cui categorie e concetti, pur nati dalla mente soggettiva, vengono poi elevati a status di realtà oggettiva.
L'Onanismo Mentale e l'Alterigia Ridicola
È in questo contesto che l'alterigia intellettuale di scienziati e filosofi assume un connotato tragicomico, quasi ridicolo. Convinti di esercitare una funzione superiore della ragione umana, essi si illudono che il loro incessante onanismo mentale – questa stimolazione autoreferenziale di concetti, teorie e dibattiti puramente cerebrali – sia sinonimo di saggezza o di autentica comprensione. La loro "nobile" attività, spesso confinata nelle torri d'avorio delle accademie, rischia di essere un mero esercizio di auto-gratificazione intellettuale, un narcisismo della mente che si compiace della propria complessità, senza mai afferrare la semplicità profonda della realtà. Essi credono di "disvelare", ma in realtà spesso "avvolgono" il mondo in nuove reti di astrazioni che, per quanto logiche sulla carta, non riescono a toccare la vera essenza delle cose. Solo un essere umano con una coscienza sviluppata può sperare di percepire la realtà senza le distorsioni del proprio apparato frammentato, meccanico e soggettivo. Finché scienziati e filosofi continueranno a ignorare questa fondamentale limitazione del proprio strumento cognitivo, e a glorificare i loro costrutti mentali come verità assolute, la loro alterigia rimarrà un monito beffardo ai limiti della ragione non illuminata, un eterno "imperatore nudo" che, pur vestito di sofisticate teorie, non riesce a nascondere la sua fondamentale ignoranza. La vera nobiltà intellettuale non risiede nel credere di sapere, ma nel riconoscere con onestà i propri limiti e nell'aspirare a una conoscenza che trascenda i giochi illusori della mente. L'ignorante autentico non è colui che non sa, ma chi si ostina a non voler imparare, convinto di aver già compreso.
L'Uomo N.4: La Soglia della Vera Scienza e Filosofia
Nel contesto delle idee di Gurdjieff e Ouspensky, la critica alla scienza e alla filosofia convenzionale si radicalizza e assume una dimensione ancora più profonda quando si introduce il concetto di Uomo Numero 4 (Uomo N.4). Per comprendere appieno il perché la vera scienza e filosofia comincino solo con questo tipo di individuo, e perché tutto il resto sia da considerare "masturbazione intellettuale elevata a virtù divina", dobbiamo prima inquadrare brevemente la tipologia di uomini secondo la Quarta Via.
Le Tipologie Umane e la Coscienza Ordinaria
Gurdjieff classificava l'umanità in diverse categorie, dai tipi più "inferiori" ai potenzialmente "superiori":
Uomo N.1 (Fisico): Dominato dal centro motore-istintivo, orientato al corpo e alle sensazioni fisiche.
Uomo N.2 (Emozionale): Dominato dal centro emozionale, guidato da sentimenti e reazioni emotive.
Uomo N.3 (Intellettuale): Dominato dal centro intellettuale, orientato al pensiero, alla logica, alle teorie.
La stragrande maggioranza dell'umanità rientra in queste prime tre categorie. La caratteristica fondamentale di questi "uomini ordinari" è che sono meccanici, agiscono e pensano in base a schemi predefiniti, reazioni automatiche e condizionamenti esterni. Soprattutto, vivono in uno stato di sonno o coscienza relativa. Le loro funzioni superiori – come la vera coscienza di sé e la volontà – sono assopite o inesistenti.
L'Uomo N.4: Il Risveglio e l'Inizio della Consapevolezza
L'Uomo N.4 rappresenta il punto di svolta, l'inizio di un processo di sviluppo intenzionale. Non è una persona nata con particolari talenti, ma un individuo che ha cominciato a lavorare su di sé in modo sistematico e cosciente. Le sue caratteristiche distintive sono:
Sviluppo Armonico: A differenza degli uomini N.1, N.2, N.3 che sono sbilanciati su un solo centro, l'Uomo N.4 lavora per equilibrare e armonizzare i suoi centri (intellettuale, emozionale, motorio-istintivo). Questo porta a una maggiore completezza e stabilità interiore. Non è più debole a tal punto da identificarsi con i suoi stessi pensieri e concetti automatici presi in prestito da altri e rimescolati in una nuova miscela meccanica.
Coscienza di Sé (Relativa): Ha frammenti di vera coscienza di sé, non è completamente addormentato. Inizia a "ricordare se stesso" e a osservare i propri meccanismi interni, le proprie reazioni e pregiudizi. Questo è cruciale per l'imparzialità.
Volontà: Non è mosso solo da desideri o reazioni meccaniche, ma inizia a sviluppare una certa dose di volontà vera, ovvero la capacità di agire in modo intenzionale e non condizionato.
Sforzo Cosciente: Ha compreso la propria meccanicità e sta attivamente lavorando per superarla, non solo accumulando informazioni, ma trasformando il proprio essere.
Perché la Vera Scienza e Filosofia Cominciano con l'Uomo N.4
Alla luce di quanto detto finora, la questione diventa cristallina: la vera scienza e filosofia possono emergere solo dall'Uomo N.4. Tutti i prodotti intellettuali degli uomini N.1, N.2 e N.3, per quanto complessi o apparentemente brillanti, sono intrinsecamente viziati e limitati.
Superamento della Soggettività Distorta: Gli scienziati e i filosofi "ordinari" (N.3 in particolare, ma anche N.1 e N.2 che cercano di fare scienza e filosofia dal loro centro dominante) operano con uno psichismo distorto. Le loro percezioni, i loro ragionamenti e le loro conclusioni sono inevitabilmente filtrati da pregiudizi inconsci, condizionamenti emotivi e meccanismi automatici di pensiero. Non possono accedere a una vera oggettività. L'Uomo N.4, avendo iniziato il processo di auto-osservazione e superamento della propria meccanicità, è il primo a poter iniziare a vedere la realtà con meno distorsioni, a liberarsi dalle illusioni proiettate dalla propria mente "addormentata". Solo con una coscienza più desta si può sperare di discernere la realtà dai propri costrutti mentali.
Comprensione Non Solo Intellettuale: La vera comprensione non è puramente intellettuale. Un Uomo N.3 può memorizzare fatti, elaborare teorie complesse e fare sofisticati ragionamenti logici, ma la sua comprensione rimane astratta, disincarnata. L'Uomo N.4, sviluppando tutti i suoi centri in modo armonico, può integrare la conoscenza intellettuale con la comprensione emozionale e un "sentire" fisico più acuto. Ciò significa che la sua "scienza" non è solo teorica, ma è "vissuta", "sentita" e "incarnata". I dati sperimentali ricavati dal solo studio di fenomeni esteriori confinano la scienza in una soggettività inevitabile, la quale, tuttavia, è stata abilmente vestita con un abito di oggettività attraverso vari sofismi e autoinganni della mente. L'Uomo N.4 non si limita a definire un fenomeno, ma può percepirlo in una completezza che è preclusa al solo intelletto.
Motivazione Pura, Non Egoica: Le motivazioni di un uomo ordinario sono spesso egoiche: desiderio di riconoscimento, di potere, di superiorità intellettuale, di sicurezza. Anche la ricerca scientifica o filosofica può essere inquinata da questi fattori, portando a teorie sostenute per prestigio o per inerzia. L'Uomo N.4, invece, ha una motivazione più pura: la ricerca della verità per la verità, il desiderio di conoscenza autentica come parte del proprio sviluppo interiore. Questo riduce la tendenza a proiettare i propri desideri o paure sulla realtà, o a credere ai propri costrutti solo perché gratificanti.
La "Masturbazione Intellettuale Elevata a Virtù Divina"
Se la vera scienza e filosofia richiedono lo sviluppo di un Uomo N.4, allora tutte le elaborate costruzioni intellettuali prodotte dagli uomini N.3 sono una "masturbazione intellettuale elevata a virtù divina".
Masturbazione Intellettuale: Questo termine provocatorio indica un'attività che è fine a se stessa, autoreferenziale e incapace di generare vera "prole", ovvero una conoscenza autentica e oggettiva. È un'esplorazione mentale che non porta a una trasformazione reale dell'essere o a una comprensione profonda della realtà esterna. Non si tratta di acquisire conoscenza per poi applicarla per la trasformazione di sé o della realtà, ma di compiacersi nella mera elaborazione mentale, nel creare modelli e categorie per il piacere di farlo, senza che questi abbiano una vera risonanza con la realtà "oggettiva".
Elevata a Virtù Divina: Questa parte della frase sottolinea l'alterigia e la presunzione di coloro che praticano questa "masturbazione". Non solo si auto-compiacciono delle proprie creazioni mentali, ma le innalzano a verità importanti, a manifestazioni della massima saggezza, quasi fossero rivelazioni divine.
Non si può pretendere di afferrare le verità ultime dell'universo con uno strumento (la mente) che è esso stesso imperfetto, meccanico e "addormentato". La scienza e la filosofia, nel loro senso più elevato, non sono attività puramente cerebrali, ma espressioni di un essere umano in via di sviluppo, che ha iniziato a risvegliarsi. Solo un essere che lavora per diventare Uomo N.4 può trascendere il mero "gioco immaginario" e iniziare a toccare la vera conoscenza. Tutto il resto è un rumore di fondo, per quanto sofisticato, che non porta alla vera comprensione, ma a un'illusoria celebrazione del proprio, limitato, psichismo.