Su Marte c'è una grandissima quantità di acqua sotto forma di ghiaccio. È presente principalmente nelle calotte polari, ma anche in vasti depositi sotterranei, spesso coperti da strati di polvere e roccia. In alcune zone, soprattutto vicino all'equatore, è stato scoperto ghiaccio d'acqua a diversi chilometri di profondità, una quantità enorme. Inoltre, ci sono state recenti scoperte di acqua liquida, anche se in quantità molto ridotte e spesso temporanee. Quest'acqua liquida tende a essere molto salata, il che abbassa il suo punto di congelamento, permettendole di rimanere liquida anche a temperature molto basse. Si trova in laghi sotterranei o come brina superficiale che si liquefa per brevi periodi. Per quanto riguarda la possibilità che l'acqua su Marte, se diventasse liquida, possa riempire l'Oceano Artico, la risposta è: sì, e probabilmente molto di più. Alcune stime indicano che se tutto il ghiaccio d'acqua su Marte si sciogliesse, potrebbe coprire l'intero pianeta con uno strato d'acqua profondo fino a 2,7 metri. Considerando che la superficie di Marte è di circa 144 milioni di km², questo si traduce in un volume d'acqua considerevole. L'Oceano Artico, invece, ha una superficie di circa 14 milioni di km². Sebbene sia un oceano vasto, il volume totale di acqua presente su Marte sotto forma di ghiaccio è tale da poter riempire non solo l'Oceano Artico, ma potenzialmente anche altri bacini terrestri. Le quantità scoperte sono davvero impressionanti e dimostrano che Marte, pur essendo oggi un deserto gelido, ha una storia legata all'acqua molto più ricca di quanto si pensasse in passato. Se Marte avesse acqua liquida sulla sua superficie oggi, il suo aspetto sarebbe radicalmente diverso da quello che conosciamo. La topografia marziana attuale, caratterizzata da vaste pianure settentrionali e altopiani meridionali, ci dà un'idea di come si distribuirebbero gli oceani e i continenti.
Il Paesaggio Acquatico Marziano
Il contrasto più evidente su Marte è la dicotomia tra l'emisfero nord e sud. Il nord è significativamente più basso e liscio, mentre il sud è più alto, pesantemente craterizzato e accidentato. Questo suggerirebbe che se ci fosse acqua in abbondanza, le vaste pianure settentrionali formerebbero un grande oceano. Gli altipiani meridionali, con la loro elevazione maggiore e il terreno più vario, rimarrebbero come masse terrestri. L'enorme Bacino di Hellas, un cratere da impatto gigantesco nel sud, è il punto più basso di Marte (escludendo il fondo ipotetico dell'oceano settentrionale). Se riempito d'acqua, formerebbe un profondo e vasto mare interno o una grande baia collegata all'oceano settentrionale, a seconda del volume totale d'acqua. Il Rigone di Tharsis, un'enorme regione vulcanica, formerebbe una significativa massa terrestre elevata o un arcipelago di isole, con i suoi immensi vulcani come l'Olympus Mons che si staglierebbero sull'acqua. La Valles Marineris, il colossale sistema di canyon, diventerebbe una valle di rift allagata, forse simile a una serie di lunghi e stretti fiordi o a una profonda via navigabile interna interconnessa.
Quanti Continenti e Oceani?
Basandosi sulla sua topografia, Marte probabilmente avrebbe:
Un unico grande oceano: Coprirebbe la maggior parte delle pianure settentrionali. Questo "Oceano Boreale" o "Oceano Vastitas Borealis" sarebbe il corpo d'acqua dominante.
Uno o due grandi continenti: Gli altopiani meridionali formerebbero la massa terrestre primaria. A seconda del livello esatto dell'acqua, la regione di Tharsis potrebbe essere una penisola molto grande che si estende dal continente meridionale o un'isola/continente separato e di grandi dimensioni, data la sua immensa elevazione. Alcuni modelli suggeriscono due distinte grandi masse terrestri nel sud, separate dal Bacino di Hellas se fosse una baia.
Diverse isole più piccole o arcipelaghi: Formate da aree isolate ad alta quota all'interno delle pianure settentrionali o da picchi e altipiani significativi lungo il bordo dell'oceano settentrionale.
Vasti sistemi fluviali: Molte delle antiche reti di valli osservate oggi, che si ritiene siano state scavate dall'acqua, probabilmente si riattiverebbero e diventerebbero fiumi attivi che drenano gli altopiani nell'oceano settentrionale o nei mari interni.
In sintesi, Marte apparirebbe come un pianeta con un vasto oceano settentrionale e un continente meridionale aspro e craterizzato, potenzialmente con una o più significative penisole o grandi isole formate da sollevamenti vulcanici. Le conoscenze dettagliate sulla topografia di Marte, che ci permettono di immaginare con precisione come sarebbero distribuiti oceani e continenti se ci fosse acqua liquida oggi, sono state acquisite principalmente a partire dagli anni '70 del XX secolo. Un punto di svolta fondamentale è stata la missione della sonda americana Mariner 9, lanciata nel maggio 1971 e entrata in orbita attorno a Marte nel novembre dello stesso anno. Nonostante inizialmente fosse ostacolata da una massiccia tempesta di sabbia globale, una volta che la tempesta si è diradata, Mariner 9 ha iniziato a inviare un'enorme quantità di dati e immagini. Grazie a Mariner 9, per la prima volta, abbiamo avuto una mappa quasi completa di Marte, rivelando dettagli topografici e geologici senza precedenti. Ha fornito le prime immagini chiare di vulcani giganti come l'Olympus Mons, del vasto sistema di canyon Valles Marineris e della chiara dicotomia tra l'emisfero settentrionale (più basso e liscio) e quello meridionale (più alto e craterizzato). Successivamente, le missioni del programma Viking (Viking 1 e Viking 2), lanciate nel 1975 e arrivate su Marte nel 1976, hanno ulteriormente affinato la nostra comprensione della topografia. I loro orbiter hanno continuato a mappare il pianeta con una risoluzione ancora maggiore, fornendo dati cruciali sull'elevazione e sulla morfologia. Negli anni '90 e 2000, missioni come il Mars Global Surveyor (MGS), lanciata nel 1996, hanno fornito dati altimetrici e topografici di precisione eccezionale, creando mappe tridimensionali estremamente dettagliate della superficie marziana. È grazie a questi dati ad alta risoluzione che possiamo oggi analizzare le pendenze, le depressioni e le alture di Marte con tale accuratezza da simulare la distribuzione dell'acqua. Quindi, sebbene l'esplorazione di Marte sia iniziata con le prime sonde nei primi anni '60, le conoscenze specifiche che ci permettono di fare ipotesi così dettagliate sull'idrografia del pianeta (se avesse acqua liquida) risalgono principalmente agli anni '70 con Mariner 9 e Viking, e sono state poi perfezionate con missioni successive come Mars Global Surveyor. Ora Gurdjieff iniziò a scrivere "I racconti di Belzebù a suo nipote" (Beelzebub's Tales to His Grandson) poco dopo il grave incidente automobilistico che lo coinvolse nel 1924. Il 1924 segnò un punto di svolta nella vita di George Ivanovich Gurdjieff. Poco dopo un grave incidente automobilistico che lo lasciò gravemente ferito, l'enigmatico insegnante spirituale iniziò la stesura della sua monumentale opera, "I racconti di Belzebù a suo nipote" (Beelzebub's Tales to His Grandson). Ciò che rende quest'opera non solo un testo filosofico profondo, ma anche un intrigante rompicapo per gli storici della scienza, è un passaggio specifico che sembra rivelare una conoscenza sorprendente e anacronistica della topografia marziana. Il brano in questione, tratto dal "Belzebù", descrive il pianeta Marte con una chiarezza che, per l'epoca, era semplicemente impossibile da ottenere con i mezzi scientifici disponibili:
"Per comprendere la natura dei lavori ai quali mi interessai, devi sapere che il pianeta Marte è, per il sistema solare Ors di cui fa parte, un 'anello mdnelhautiano' nella trasformazione delle sostanze cosmiche; perciò presenta quella che vien chiamata una 'superficie solida keskestasantniana', vale a dire che una metà della sua superficie consiste in presenza solida, l'altra in masse 'saliakuriapiane' o, come avrebbero detto i tuoi beniamini, è fatto per metà di terraferma, come un immenso continente, mentre l'altra metà è coperta d'acqua."
Questo passaggio è straordinario. Gurdjieff descrive Marte come un pianeta diviso in due metà distinte: una di "terraferma, come un immenso continente", e l'altra "coperta d'acqua". Questa è una descrizione incredibilmente accurata della dicotomia topografica marziana, ovvero la netta differenza tra gli altopiani pesantemente craterizzati dell'emisfero meridionale e le vaste, lisce e basse pianure dell'emisfero settentrionale. Se Marte avesse acqua liquida oggi, come discusso in precedenza, le pianure settentrionali formerebbero un vasto oceano, mentre gli altopiani meridionali costituirebbero un'unica, grande massa continentale.
La Conoscenza Scientifica del Tempo
All'epoca in cui Gurdjieff scriveva, la nostra comprensione della superficie marziana era ancora rudimentale e spesso distorta. Le osservazioni telescopiche terrestri del XIX e inizio XX secolo, come quelle di Schiaparelli e Lowell, avevano sì identificato macchie scure e chiare, ma le interpretazioni variavano enormemente. Si parlava di "mari" e "continenti" basandosi solo su differenze di luminosità (albedo), e le famose "canali" di Marte alimentavano fantasie su civiltà avanzate e complesse reti idriche, non su una divisione topografica emisferica così netta e fondamentale. La vera conformazione topografica di Marte, con la sua dicotomia nord-sud così pronunciata, è stata rivelata con precisione solo decenni dopo la stesura del "Belzebù". È stata la sonda americana Mariner 9, che entrò in orbita attorno a Marte nel 1971, a fornire le prime mappe topografiche complete e dettagliate, mostrando chiaramente che l'emisfero settentrionale è molto più basso e uniforme rispetto al sud, più elevato e accidentato. Senza i dati altimetrici precisi forniti da queste missioni spaziali, era impossibile avere una tale cognizione.
Un Mistero Senza Spiegazione Apparente
Come poteva Gurdjieff, nel 1924, avere accesso a una conoscenza così specifica e accurata della geofisica marziana, ben 47 anni prima che fosse scientificamente confermata e mappata? Questa discrepanza temporale solleva domande affascinanti e inquietanti. Gurdjieff era noto per affermare di aver viaggiato estensivamente in Asia centrale e Medio Oriente, acquisendo conoscenze da fonti esoteriche e antiche tradizioni. Era forse in possesso di una "conoscenza" che trascendeva i metodi scientifici convenzionali del suo tempo? La sua descrizione del "mezzo terraferma, mezzo acqua" si adatta perfettamente alla nostra comprensione attuale di come sarebbe Marte se fosse un pianeta acquatico, un'intuizione che sembra andare ben oltre le congetture dell'epoca. Il fatto che il suo protagonista, Belzebù, sia esiliato proprio sul pianeta di cui Gurdjieff descrive con sorprendente accuratezza la geologia, decenni prima che l'umanità ne avesse le prove scientifiche, aggiunge un ulteriore strato di mistero. Gurdjieff spiega persino perché Marte presenta questa Topografia. Afferma che dal punto di vista dell'ottava del sistema solare, esso rappresenta l'intervallo tra MI e FA. Probabilmente significa che:
Convergenza di Materie: Marte, essendo il punto Mi-Fa, agisce come una sorta di "trasformatore" o "ricevitore" per le energie provenienti dalle note superiori (Sol, La, Si), che richiedono l'elemento dell'oceano (fluidità, ricezione) per essere elaborate e trasmesse.
Struttura per Materie Inferiori: Allo stesso tempo, riceve anche le influenze dalle note inferiori (Re, Do), che necessitano di una struttura più solida e stabile, rappresentata dal continente, per essere ancorate e integrate.
Questo spiegherebbe la dicotomia netta della topografia marziana con un unico grande continente e un unico grande oceano. Non è solo una caratteristica fisica, ma un riflesso della sua funzione cosmica come punto di interruzione e, contemporaneamente, di collegamento e trasformazione tra diversi flussi di energia nell'ottava del sistema solare. Il passaggio nel "Belzebù" rimane un enigma. Non si tratta di una vaga predizione, ma di una descrizione sorprendentemente precisa di una caratteristica geofisica fondamentale di un altro pianeta. Per coloro che studiano Gurdjieff, è un esempio lampante della profondità e del carattere misterioso delle sue affermazioni. Per gli scienziati, è un'affascinante anomalia storica che sfida una spiegazione razionale basata sulle conoscenze disponibili al tempo. La questione di come Gurdjieff abbia acquisito questa "conoscenza anacronistica" rimane uno dei tanti affascinanti misteri che circondano la figura di quest'uomo straordinario e la sua opera. Infine è lecito a questo punto domandarsi: se le sue descrizioni della topografia marziana sono così precise e in anticipo sui tempi, quando parla di abitanti marziani descrivendone le caratteristiche in modo altrettanto preciso, dovremmo prenderlo alla lettera? Sembra che Gurdjieff stia descrivendo Marte come si presentava in passato. Gli scienziati sono concordi nell'affermare che Marte in passato aveva acqua liquida in abbondanza, al punto da avere oceani, fiumi e laghi. Le prove di ciò sono molteplici e includono:
Rocce e minerali: I rover marziani hanno trovato rocce e minerali che si formano solo in presenza di acqua liquida per lunghi periodi. Ad esempio, la caolinite, un minerale che si forma in ambienti caldi e umidi con forti piogge o sistemi idrotermali, è stata scoperta su Marte, suggerendo un passato più caldo e umido del previsto.
Formazioni geologiche: Sono state identificate antiche linee costiere sepolte e una vasta rete di antichi canali fluviali, indicando la presenza di mari e fiumi.
Opaline ricche di acqua: La presenza di opaline, gemme che si formano dall'interazione tra acqua e rocce, in un antico letto di lago prosciugato, suggerisce che l'acqua liquida sia rimasta nel cratere Gale per molto tempo.
Acqua liquida oggi su Marte
Sebbene la superficie di Marte sia attualmente fredda e secca, con acqua principalmente sotto forma di ghiaccio ai poli, gli scienziati hanno trovato prove della presenza di acqua liquida anche oggi, sebbene in condizioni particolari:
Laghi sotterranei: Studi basati sui dati del radar MARSIS a bordo della sonda Mars Express hanno rivelato la presenza di un lago di acqua liquida sotto la calotta polare sud di Marte. Successive ricerche hanno suggerito che potrebbero esserci anche più laghi sotterranei. Quest'acqua, per rimanere liquida a temperature così basse, è probabilmente molto salata.
Riserve sotterranee profonde: Analisi dei dati sismici del lander InSight hanno rivelato una grande riserva di acqua liquida nelle profondità della crosta marziana (tra 5,4 e 20 km di profondità), stimata sufficiente a ricoprire l'intero pianeta.
Fenomeni stagionali: Osservazioni recenti suggeriscono che l'acqua liquida possa formarsi temporaneamente sulle dune marziane in specifiche condizioni di temperatura e pressione, specialmente all'inizio della primavera marziana. Si tratta di un fenomeno in cui la brina o il ghiaccio sulle dune si scioglie grazie alla presenza di sali, creando delle piccole formazioni che poi evaporano rapidamente.