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L'Astrologia dei Sumeri e dei Babilonesi: Alle Radici del Cosmo e del Destino


L'antica civiltà sumera, fiorita nella Mesopotamia meridionale tra il 4500 e il 1900 a.C. circa, non solo ha gettato le basi per molte delle nostre moderne istituzioni – dalla scrittura cuneiforme alle città-stato, dalle leggi al sistema numerico – ma ha anche posto le fondamenta di una delle più persistenti e affascinanti discipline umane: l'astrologia. Per i Sumeri, l'osservazione del cielo non era un mero passatempo, bensì un atto di profonda devozione religiosa e un tentativo di decifrare la volontà degli dèi, le forze che governavano il loro mondo e il loro destino.


L'Origine dell'Astrologia Sumerica: Un Cielo Popolato di Dèi

L'astrologia sumera non nacque come un sistema complesso e strutturato da un giorno all'altro, ma si evolse gradualmente da millenni di attente osservazioni astronomiche intrecciate con le loro credenze religiose e mitologiche. Per i Sumeri, il cielo notturno era una proiezione del mondo divino, un regno in cui gli dèi si manifestavano e comunicavano con l'umanità. Ogni corpo celeste – il Sole, la Luna, i pianeti visibili e le stelle – era associato a una divinità specifica o a un insieme di influenze divine. Questa visione "animistica" del cosmo era fondamentale: gli dèi erano attivamente coinvolti negli affari umani, e il loro umore e le loro intenzioni potevano essere letti attraverso i movimenti e i fenomeni celesti. Le prime forme di osservazione astronomica erano probabilmente legate a necessità pratiche: la regolazione del calendario agricolo, la previsione delle stagioni, la determinazione dei tempi propizi per le semine e i raccolti. Tuttavia, ben presto, le anomalie celesti – eclissi, comete, apparizioni insolite di stelle o pianeti – cominciarono ad essere interpretate come presagi, segni inviati dagli dèi per avvertire di eventi futuri, buoni o cattivi. I sacerdoti, in particolare i baru (interpreti di presagi), erano gli specialisti incaricati di osservare il cielo e interpretare questi segni. Le loro osservazioni erano meticolosamente registrate su tavolette d'argilla, formando cataloghi astronomici che, nel corso dei secoli, divennero sempre più dettagliati e sofisticati. Questi registri non erano solo liste di eventi celesti, ma contenevano anche le interpretazioni associate, creando un corpus di conoscenza che sarebbe stato la base per l'astrologia babilonese e assira successive.


La Visione Cosmica Sumerica: Un Universo Ordinato e Interconnesso

Al centro della cosmologia sumera vi era l'idea di un universo ordinato, ma allo stesso tempo vulnerabile alle decisioni divine. Gli dèi principali erano spesso associati a specifiche sfere cosmiche:

  • An (o Anu): Il dio del cielo e il padre degli dèi, la sua influenza si estendeva su tutto ciò che era celeste.

  • Enlil: Il dio del vento, dell'aria e della tempesta, la sua sfera era il mezzo attraverso il quale gli dèi interagivano con il mondo.

  • Enki (o Ea): Il dio dell'acqua dolce, della saggezza, della magia e delle arti, associato agli abissi cosmici.

  • Nanna (o Sin): Il dio della Luna, legato all'illuminazione notturna, alla misurazione del tempo e spesso associato alla fertilità e alla profezia.

  • Utu (o Shamash): Il dio del Sole e della giustizia, portatore di luce e di verità.

  • Inanna (o Ishtar): La dea dell'amore, della guerra e della fertilità, spesso associata al pianeta Venere, una delle divinità più complesse e potenti del pantheon sumero.

  • Nebo (o Nabu): Dio della scrittura e della saggezza, associato al pianeta Mercurio.

  • Nergal: Dio della morte e del mondo sotterraneo, associato al pianeta Marte.

  • Marduk: Dio patrono di Babilonia, in seguito associato a Giove e al potere regale.

  • Ninurta: Dio della guerra e dell'agricoltura, associato a Saturno.

Queste associazioni planetarie non erano rigide come quelle che si sarebbero sviluppate in seguito nell'astrologia ellenistica, ma rappresentavano un legame intrinseco tra il dio, il suo potere e la sua manifestazione celeste. Gli eventi celesti non erano considerati "cause" dirette, ma piuttosto "segni" o "messaggi" divini. Un'eclissi lunare, ad esempio, non "causava" un disastro, ma era un segnale che il dio della Luna, Nanna, era in collera o in pericolo, e che quindi un disastro poteva verificarsi, a meno che non fossero intraprese le opportune azioni rituali per placare la divinità.


I Segni Zodiacali Sumerici: Un Precursore Imperfetto

È fondamentale chiarire che i Sumeri, a differenza dei Babilonesi successivi e poi dei Greci, non avevano un sistema zodiacale nel senso in cui lo intendiamo oggi, con 12 costellazioni fisse che definiscono i "segni" di nascita. La concezione moderna dello zodiaco, con le sue 12 case e la suddivisione del percorso annuale del Sole in archi di 30 gradi, è un'invenzione successiva, che si consolidò in Mesopotamia durante il periodo neo-babilonese (VII-VI secolo a.C.) e fu pienamente sviluppata dagli astrologi greci. Tuttavia, i Sumeri furono i primi a identificare e nominare molte delle costellazioni che sarebbero poi diventate parte dello zodiaco. Essi tracciavano il percorso annuale del Sole attraverso il cielo e riconoscevano gruppi di stelle lungo questa fascia. Queste costellazioni avevano per loro un significato mitologico e spesso venivano utilizzate come punti di riferimento per la misurazione del tempo e la predizione. Ecco alcune delle costellazioni che i Sumeri riconoscevano e che in seguito avrebbero formato la base dello zodiaco:

  • Il Toro Celeste (Gud-anna): Questa costellazione, corrispondente all'attuale Toro, era di grande importanza. Rappresentava il Toro del Cielo inviato dalla dea Ishtar (Inanna) per combattere Gilgamesh. La sua apparizione segnava l'inizio della primavera in tempi antichi.

  • Il Leone (Ur-gu-la): Corrispondente al Leone moderno, era associato al calore estivo e alla potenza.

  • Lo Scorpione (Gir-tab): Un'altra costellazione prominente, lo Scorpione, era legato a figure mitologiche che custodivano le porte degli inferi.

  • Il Capro Pesce (Suḫur-maš): Una creatura mitologica con la parte anteriore di capra e la coda di pesce, che in seguito avrebbe dato origine al Capricorno. Era associato al dio Enki (Ea).

  • L'Acquario (Gu-la / Il Grande): Associato al dio della pioggia e delle acque, simboleggiava la prosperità e l'abbondanza.

  • Il Gemelli (Maš-tab-ba): Spesso raffigurato come due figure in piedi, era associato a divinità gemelle e alla dualità.

  • Le Pleiadi (Mul-mul): Anche se non una costellazione zodiacale in senso stretto, le Pleiadi erano un ammasso stellare di fondamentale importanza per i Sumeri, usate come indicatore agricolo.

È importante notare che queste associazioni non erano legate alla personalità individuale, come nell'astrologia oroscopica moderna. L'astrologia sumera era primariamente astrologia mondana (o "mundana"), cioè si occupava del destino di re, città e nazioni, e della previsione di eventi su larga scala come guerre, carestie, inondazioni o prosperità. Il destino individuale era di minor interesse rispetto al benessere collettivo della città-stato e del suo sovrano.


La Pratica dell'Astrologia Sumerica: Presagi e Interpretazioni

L'attività principale degli astrologi sumeri, i baru, consisteva nella raccolta e nell'interpretazione di presagi. Questi presagi potevano derivare da una vasta gamma di fenomeni:

  • Fenomeni lunari: Le fasi lunari, le eclissi lunari (considerate particolarmente nefaste e spesso richiedenti "sostituti" per il re), l'aspetto della Luna.

  • Fenomeni solari: Le eclissi solari, l'aurora, i raggi solari.

  • Pianeti: I movimenti, le posizioni reciproche (congiunzioni, opposizioni), le levate eliache (la prima apparizione di un pianeta all'alba dopo un periodo di invisibilità), le retrogradazioni. Ogni pianeta aveva il suo significato e le sue influenze.

  • Stelle e costellazioni: L'apparizione di nuove stelle, le comete (spesso viste come presagi di sventura), la posizione delle stelle in relazione ai pianeti o alla Luna.

  • Fenomeni atmosferici: Venti, tempeste, tuoni, fulmini.

Le interpretazioni dei presagi erano spesso basate su analogie e associazioni simboliche. Ad esempio:

  • Se la Luna appariva rossa, era un presagio di guerra o di spargimento di sangue.

  • Se un pianeta era visibile in una certa parte del cielo o in congiunzione con una certa stella, ciò poteva indicare successo o fallimento per il re o il raccolto.

  • Un'eclissi lunare poteva significare un attacco da parte di un nemico o una malattia per il re.

Queste interpretazioni erano formulate nella forma "Se X accade nel cielo, allora Y accadrà sulla terra". Migliaia di queste tavolette "Omens" sono state recuperate dagli archivi mesopotamici, dimostrando la sistematicità con cui questi presagi venivano registrati e consultati.


L'Eredità Sumerica: Le Basi dell'Astrologia Occidentale

Sebbene l'astrologia sumera non fosse l'astrologia zodiacale che conosciamo oggi, essa ha fornito i mattoni essenziali su cui le civiltà successive avrebbero costruito.

  1. L'Associazione Cielo-Terra: I Sumeri stabilirono il principio fondamentale che esiste una correlazione tra gli eventi celesti e gli eventi terrestri, e che il cielo può fornire indizi sul futuro.

  2. L'Identificazione dei Corpi Celesti: Furono i primi a identificare e nominare molti dei pianeti e delle costellazioni che sono ancora in uso oggi, e ad associarli a specifiche divinità e influenze.

  3. La Registrazione Sistematica: La loro meticolosa registrazione degli eventi celesti e delle loro interpretazioni ha creato una base di dati astronomici e astrologici che è stata indispensabile per lo sviluppo futuro della disciplina.

  4. L'Idea del Presagio: Il concetto di presagio celeste, che sarebbe stato centrale nell'astrologia babilonese e poi in quella greca, affonda le sue radici nelle pratiche sumere.

Con l'ascesa dell'Impero Accadico, e poi dei Babilonesi e degli Assiri, l'eredità sumera fu assorbita e raffinata. I Babilonesi, in particolare, svilupparono un'astronomia ancora più avanzata e perfezionarono il sistema zodiacale a 12 segni, influenzati anche dai sistemi egizi. L'astrologia mesopotamica culminò poi con i Greci, che combinarono le conoscenze astronomiche babilonesi con la filosofia greca, la geometria e la matematica, dando vita all'astrologia oroscopica individuale che ancora oggi esercita un'influenza culturale. In conclusione, l'astrologia sumera non era una forma "completa" di astrologia nel senso moderno, ma era la sua culla. Attraverso le loro attente osservazioni, la loro profonda connessione con il divino e il loro desiderio di comprendere l'ordine del cosmo, i Sumeri hanno aperto la strada a millenni di esplorazione del rapporto tra il cielo e il destino umano, lasciandoci un'eredità che continua a meravigliare e affascinare.


L'Astrologia Babilonese: 

La Nascita dello Zodiaco e la Scienza del Destino

La civiltà babilonese, erede e continuatrice della tradizione sumera, dominò la Mesopotamia per quasi due millenni, dal 1894 a.C. al 539 a.C. circa. Fu in questo contesto culturale e scientifico straordinariamente fertile che l'osservazione del cielo, da pratica divinatoria incentrata sui presagi, si trasformò in un sistema astrologico complesso e altamente strutturato. I Babilonesi non solo perfezionarono le tecniche astronomiche ereditate dai Sumeri, ma diedero vita a quello che oggi riconosciamo come il primo vero sistema zodiacale, ponendo le basi per quasi tutta l'astrologia occidentale successiva.


Dalle Radici Sumeriche all'Innovazione Babilonese: L'Origine dell'Astrologia

Come abbiamo visto, le fondamenta dell'astrologia babilonese affondano profonde radici nella civiltà sumera. I Sumeri avevano già stabilito l'idea che il cielo fosse uno specchio della volontà divina e che i fenomeni celesti fossero presagi significativi per il destino di re e nazioni. Avevano identificato molte costellazioni e iniziato a registrare sistematicamente gli eventi astronomici su tavolette d'argilla. Tuttavia, con l'ascesa di Babilonia come potenza dominante, questa conoscenza fu non solo preservata ma incredibilmente espansa e sistematizzata. L'approccio babilonese all'astronomia e all'astrologia si distinse per una meticolosità senza precedenti e per un tentativo di quantificazione e previsione che andava ben oltre la semplice interpretazione di presagi "casuali". I Babilonesi, infatti, furono i primi a sviluppare una vera e propria scienza astronomica. Utilizzarono sofisticate tecniche matematiche, in particolare l'aritmetica e la geometria, per calcolare le posizioni future di pianeti, Sole e Luna. Crearono elaborate effemeridi (tabelle di posizioni celesti) e furono in grado di prevedere con notevole precisione eclissi lunari e solari. Questo livello di previsione astronomica era senza precedenti nel mondo antico e permise loro di passare da un'astrologia basata sull'osservazione post-factum di eventi a un'astrologia che poteva prevedere i presagi. Per i Babilonesi, il cosmo era un gigantesco orologio divino, e la sua comprensione era essenziale per mantenere l'ordine sulla Terra. La connessione tra gli dèi, i corpi celesti e gli eventi terrestri era intrinseca. Ogni pianeta era associato a una divinità maggiore:

  • Sin (Luna)

  • Shamash (Sole)

  • Ishtar (Venere)

  • Nabu (Mercurio)

  • Nergal (Marte)

  • Marduk (Giove)

  • Ninurta (Saturno)

Questa associazione non era puramente simbolica; si credeva che il movimento e l'aspetto del corpo celeste riflettessero l'umore e le intenzioni della divinità associata, influenzando direttamente gli eventi terreni.


La Nascita dello Zodiaco Babilonese: La Cintura dei 12 Segni

La più grande innovazione babilonese fu la formalizzazione del concetto di Zodiaco. I Babilonesi osservarono che il Sole, la Luna e i pianeti visibili (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno) si muovevano attraverso una stretta fascia del cielo. Questa fascia, lunga circa 360 gradi, fu da loro divisa in 12 settori di 30 gradi ciascuno. Ogni settore era associato a una specifica costellazione prominente che si trovava all'interno di quella fascia. Questo sistema, che si sviluppò pienamente intorno al VII-VI secolo a.C., fornì una struttura fissa e misurabile per localizzare i corpi celesti e interpretarne il significato. Le 12 costellazioni zodiacali babilonesi sono sorprendentemente simili a quelle che usiamo oggi, il che testimonia l'immensa influenza della loro tradizione. Ecco le 12 costellazioni babilonesi e le loro approssimative corrispondenze moderne:

  1. Aries (Agricoltore): Inizialmente non un Ariete, ma spesso associato a lavoratori dei campi o a un montone. Segnava l'inizio dell'anno astronomico in primavera.

  2. Taurus (Il Toro): Una delle più antiche e importanti, legata al "Toro del Cielo" sumero, simbolo di forza e fertilità.

  3. Gemini (I Gemelli): Spesso rappresentato come due figure in piedi (i "Grandi Gemelli"), forse associati a Lugal-irra ed Meslamta-ea, divinità infernali.

  4. Cancer (Il Granchio): Talvolta identificato con un granchio o una tartaruga.

  5. Leo (Il Leone): Simbolo di potenza e calore, associato al culmine dell'estate.

  6. Virgo (Il Solco/La Spiga): Rappresentata da una dea della fertilità o da una spiga di grano, simbolo di abbondanza e raccolto.

  7. Libra (La Bilancia): Inizialmente parte della costellazione dello Scorpione (le "chele dello Scorpione"), poi evoluta in una costellazione a sé stante con il significato di equilibrio e giustizia.

  8. Scorpio (Lo Scorpione): Un animale potente e velenoso, spesso associato a figure guardiane del mondo sotterraneo.

  9. Sagittarius (Il Centauro/Arciere): Spesso rappresentato come un arciere, talvolta con corpo di cavallo o scorpione (simboleggiava il dio Pabilsaĝ).

  10. Capricorn (Il Capro Pesce): Un'antica creatura mitologica con la parte anteriore di capra e la coda di pesce, associata al dio Enki/Ea, simbolo di saggezza e abissi.

  11. Aquarius (Il Grande/L'Acquario): Spesso raffigurato come un uomo che versa acqua da un vaso, simboleggiava l'abbondanza delle piogge e le inondazioni vitali.

  12. Pisces (I Pesci): Raffigurato come due pesci legati da una corda, associato all'abbondanza e alla fine dell'anno.

È cruciale sottolineare che, sebbene le costellazioni fossero state mappate, l'astrologia babilonese era ancora prevalentemente astrologia mondana (o "mundana"). Ciò significa che si concentrava sulla previsione di eventi di vasta portata – guerre, carestie, inondazioni, il benessere del re e del regno – piuttosto che sul destino individuale delle persone basato sulla data di nascita. Gli oroscopi individuali, come li conosciamo oggi, iniziarono a svilupparsi molto più tardi, principalmente in epoca ellenistica, quando l'astrologia babilonese si fuse con la filosofia greca.


La Pratica dell'Astrologia Babilonese: Anu-Enlil e Oracoli Reali

Il corpo principale dell'astrologia babilonese era raccolto in testi noti come le Serie Ominali, tra cui la più famosa è l'Enuma Anu Enlil (Letteralmente "Quando Anu ed Enlil", i due dèi supremi del pantheon). Questa era una vasta compilazione di circa 70 tavolette d'argilla che contenevano migliaia di presagi celesti, organizzati sistematicamente con la struttura "Se X (evento celeste), allora Y (evento terrestre)". Questi presagi coprivano ogni aspetto dei fenomeni celesti:

  • La Luna: Eclissi lunari (particolarmente importanti, spesso richiedevano rituali di "sostituzione del re" per deviare il male), la visibilità della Luna nuova, la forma e il colore della Luna, la presenza di "aloni" o "corone" lunari.

  • Il Sole: Eclissi solari (meno frequenti, ma altamente significative), macchie solari, l'aspetto del Sole all'alba o al tramonto.

  • I Pianeti: Le loro posizioni all'interno dello zodiaco, le loro congiunzioni tra loro o con stelle fisse, le levate eliache (quando un pianeta diventa visibile all'alba dopo essere stato nascosto dal Sole), le retrogradazioni (quando un pianeta sembra muoversi all'indietro nel cielo). Ogni pianeta aveva un'influenza specifica e la sua interazione con gli altri era cruciale.

  • Stelle Fisse: L'apparizione di comete o meteore, la visibilità di determinate stelle al sorgere del Sole, o il loro passaggio attraverso il meridiano.

  • Fenomeni Atmosferici: Tuoni, fulmini, piogge insolite, l'aspetto delle nubi.

I baru (indovini/interpreti di presagi) erano figure di spicco a corte, incaricati di monitorare costantemente il cielo e di interpretare i segni per il re. Le loro consultazioni erano di vitale importanza per decisioni statali, come l'inizio di una guerra, la costruzione di un tempio, la nomina di funzionari o la semina dei campi. Un esempio tipico di un presagio dall'Enuma Anu Enlil potrebbe essere: "Se la Luna scompare al 14° giorno (eclissi lunare), allora il re di Akkad sarà deposto e un altro salirà al trono." O ancora: "Se Venere è visibile nell'ovest per tre giorni, allora le terre saranno prospere e i raccolti abbondanti." Questi presagi non erano deterministici nel senso moderno. I Babilonesi credevano che, sebbene gli dèi inviassero avvertimenti, l'uomo potesse agire per placarli o per deviare il male attraverso rituali, preghiere e azioni appropriate.


L'Eredità Duratura dell'Astrologia Babilonese

L'impatto dell'astrologia babilonese sulla storia del pensiero umano è immenso e spesso sottovalutato.

  1. L'Invenzione dello Zodiaco: L'idea di dividere l'eclittica in 12 settori uguali di 30 gradi, ciascuno associato a una costellazione, è un'innovazione babilonese che è stata direttamente ereditata e che costituisce la spina dorsale dell'astrologia occidentale fino ai giorni nostri.

  2. La Struttura del Calendario e del Tempo: Il sistema sessagesimale babilonese (basato sul numero 60) ha influenzato la nostra divisione del tempo (60 secondi in un minuto, 60 minuti in un'ora) e del cerchio (360 gradi).

  3. Metodi Astronomici: Le loro accurate osservazioni e i metodi matematici per prevedere i movimenti celesti sono stati la base per l'astronomia greca, indiana e araba.

  4. Associazioni Planetarie: Le associazioni tra pianeti e divinità, e di conseguenza tra pianeti e specifiche influenze, sono state ampiamente adottate e adattate da culture successive.

  5. Corpus di Presagi: La vastità e la sistematicità dei loro cataloghi di presagi hanno fornito un modello per la divinazione basata sull'osservazione dei fenomeni.

Con la conquista di Babilonia da parte di Ciro il Grande nel 539 a.C., la Mesopotamia divenne parte dell'Impero Persiano. Tuttavia, la sapienza babilonese continuò a fiorire. Furono i Greci, a partire dal IV-III secolo a.C., che assorbirono avidamente questa conoscenza. Combinarono l'astronomia predittiva babilonese con la filosofia greca (in particolare quella stoica), la matematica e l'idea del destino individuale. Fu in quest'epoca ellenistica che l'astrologia si trasformò dall'astrologia mondana babilonese a quella oroscoica, incentrata sul tema natale personale, un'evoluzione che avrebbe dominato l'astrologia per i successivi duemila anni. In sintesi, l'astrologia babilonese non fu solo una pratica divinatoria; fu una vera e propria scienza del suo tempo, un tentativo sistematico e matematicamente avanzato di decifrare i messaggi degli dèi inscritti nel firmamento. La sua eredità, in particolare l'invenzione dello zodiaco, è ancora oggi la pietra angolare di gran parte della nostra comprensione e pratica dell'astrologia.




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