Passa ai contenuti principali

La Creazione del Nostro Universo è la Risposta a un Problema Termodinamico Divino?


Il punto più affascinante emerge quando consideriamo il Sole Assoluto come un sistema chiuso all'inizio dei tempi. Gurdjieff afferma che in questa fase primordiale, gli intervalli dell'Ottava erano perfettamente equidistanti, simili al temperamento equabile musicale. Non c'erano discontinuità o "salti" che richiedessero un impulso esterno. Il Sole Assoluto era autosufficiente, un'entità che "mangiava se stessa" per sostenere la propria esistenza. Qui entra in gioco il Secondo Principio della Termodinamica. Se il Sole Assoluto era un sistema isolato, allora la sua entropia (il grado di disordine o dispersione dell'energia) non avrebbe potuto diminuire. Se il suo "auto-consumo" non era perfettamente reversibile – e nessun processo reale lo è – allora l'energia all'interno di questo sistema chiuso tendeva a degradarsi, portando a un aumento di entropia. La "contrazione" dell'Assoluto, in questa luce, non sarebbe solo una diluizione spaziale, ma anche un processo interno di entropia crescente, una perdita di quel perfetto ordine iniziale. Il sistema, pur autosufficiente, si muoveva verso uno stato di maggiore omogeneità interna, "consumando" la sua stessa differenziazione.


L'Apertura: Quando il Cosmo Combatte il Disordine

La vera svolta nella cosmogonia di Gurdjieff, e il suo parallelo termodinamico, avviene quando il Sole Assoluto "si apre" per creare l'universo. Questo atto di creazione, spesso descritto come il "Grande Raggio di Creazione", trasforma il Sole Assoluto da un sistema isolato a un sistema aperto. Un sistema aperto può scambiare energia e materia con il suo ambiente. E in termodinamica, questa è la chiave per contrastare l'aumento di entropia interna. Organismi biologici, ad esempio, mantengono il loro alto grado di ordine assorbendo energia dall'esterno e rilasciando disordine nell'ambiente. Analogamente, l'universo di Gurdjieff, una volta aperto, inizia a "ricevere forze dall'esterno" – gli "shock" necessari per permettere all'Ottava di progredire attraverso i suoi intervalli non equidistanti (i "mi-fa" e "si-do"). Questi influssi esterni non solo permettono la continuazione della vibrazione, ma consentono anche all'universo di mantenere una forma di ordine e di evoluzione, combattendo la tendenza naturale al disordine. La necessità di "lavoro" e "sforzo cosciente" per gli esseri nell'universo, un pilastro dell'insegnamento di Gurdjieff, può essere vista come l'equivalente cosmico di un sistema che si organizza attivamente, a spese di un aumento di entropia su una scala più ampia. In definitiva, reinterpretare la cosmogonia di Gurdjieff attraverso la lente della termodinamica non solo ne illumina la profondità concettuale, ma offre anche un ponte affascinante tra la mistica e la scienza, suggerendo che le grandi narrazioni sull'origine dell'esistenza possono nascondere intuizioni sorprendentemente vicine ai principi che governano il nostro universo fisico. Se gli intervalli dell'ottava fossero perfettamente equidistanti all'interno del Sole Assoluto, senza la necessità di "shock" esterni per superare i punti di frizione (Mi-Fa e Si-Do), ciò implicherebbe un ciclo energetico che non genera surplus, ma solo un consumo continuo. Nel sistema dell'Ottava di Gurdjieff, la funzione degli "shock" esterni è proprio quella di fornire l'energia necessaria per trascendere la tendenza al rallentamento o alla deviazione. Senza questi shock, l'energia si disperde o si degrada. Se il Sole Assoluto "si auto-alimentava" (il "mangiare se stesso" di cui abbiamo parlato), ma ogni ciclo comportava una perdita netta (un processo non perfettamente reversibile), allora ogni "Do" successivo dell'ottava avrebbe una qualità energetica inferiore rispetto al "Do" precedente. L'immagine del "cane che si morde la coda" è perfetta per descrivere questa ciclicità regressiva. Ogni ciclo riporta al punto di partenza, ma con una diminuzione del "volume" o dell'energia disponibile, come se ogni giro fosse leggermente più "stretto" o meno potente del precedente. La visualizzazione del moto a spirale che dall'esterno tende verso un punto centrale, fino alla totale coincidenza, è un'eccellente metafora matematica e fisica per questo processo.

  1. Moto a Spirale Centripeta: Una spirale che si avvolge verso un centro è una rappresentazione intuitiva di un processo che si restringe o si contrae. Immagina una spirale logaritmica che si avvicina sempre più al suo polo. Ogni giro rappresenta un ciclo dell'Ottava, e il progressivo avvicinamento al centro simboleggia la perdita di "volume" o di "presenza" del Sole Assoluto.

  2. Il Centro come Annientamento (0): Il punto centrale della spirale, il suo "limite", rappresenta lo stato finale di massima contrazione o annientamento. Questo è il momento in cui l'1 (il Sole Assoluto) raggiunge lo 0. Non si tratta di una scomparsa improvvisa, ma di una convergenza infinitesimale verso il nulla, dove la sua densità o la sua energia si sono completamente dissipate o auto-consumate.

    Matematicamente, potremmo pensare a una funzione f(n) che descrive il "volume" o l'energia dell'Assoluto dopo n cicli dell'Ottava. Se ogni ciclo comporta una perdita frazionale, f(n) tenderebbe a 0 al tendere di n all'infinito. La spirale visiva rende questo concetto molto più tangibile.

  3. Massima Contrazione: Il raggiungimento del punto centrale rappresenta il massimo della contrazione, lo stato di entropia massima per questo sistema isolato, dove ogni differenziazione o potenziale è stato esaurito.


Implicazioni Cosmologiche

Questa interpretazione rafforza l'idea che la creazione dell'universo (il Raggio di Creazione) non sia stata un atto arbitrario, ma una necessità per il Sole Assoluto. Se lasciato al suo destino come sistema chiuso con un'ottava "imperfetta" (nel senso che portava a consumo), l'Assoluto era destinato a un lento e inesorabile annientamento. L'apertura del Sole Assoluto e la creazione di un universo con intervalli dell'ottava non equidistanti (che richiedono shock esterni) possono essere viste come una soluzione a questo problema di auto-esaurimento. Ricevendo sostanze e influenze dall'esterno, l'universo creato diventa un sistema aperto che può contrastare la sua tendenza entropica, offrendo nuove possibilità per il mantenimento e l'evoluzione della vita e della coscienza. La cosmogonia di Gurdjieff, con il suo affascinante racconto del Sole Assoluto e della nascita dell'universo, offre spunti sorprendenti per dialogare con i concetti della fisica moderna, in particolare con la freccia del tempo e il principio di entropia. Se, come abbiamo esplorato, il Sole Assoluto, in quanto sistema inizialmente chiuso e autosufficiente, fosse destinato a un'inarrestabile "contrazione" – un lento esaurimento della sua essenza verso lo zero, mosso da un'entropia interna crescente – allora la sua decisione di creare l'universo assume una luce completamente nuova: quella di una contromisura radicale per contrastare l'irreversibilità. Il Secondo Principio della Termodinamica ci insegna che l'entropia di un sistema isolato tende sempre ad aumentare, portando a una progressiva dispersione di energia e a un aumento del disordine. Questo processo definisce la freccia del tempo: il tempo scorre in una direzione preferenziale, quella in cui il disordine aumenta e i processi diventano irreversibili. Un uovo rotto non si ricompone, il caffè caldo si raffredda, un universo chiuso tende al caos termico. Nel contesto del Sole Assoluto come sistema chiuso, la sua "ottava equidistante" e il suo "auto-consumo" descrivevano un processo in cui ogni ciclo portava a una perdita netta. Come una spirale che si avvolge inesorabilmente verso il suo centro di annullamento, l'Assoluto era destinato a un'inevitabile dissoluzione. Questa era la sua "freccia del tempo" interna: una tendenza irreversibile verso il nulla. Non c'era modo di invertire questa degradazione intrinseca, se non alterando la natura stessa del sistema.


Sintropia: Il Concetto di Ordine dal Disordine

È qui che il concetto di sintropia entra in gioco, sebbene sia un termine meno diffuso della sua controparte, l'entropia. Coniato dal matematico e filosofo Luigi Fantappiè, la sintropia descrive la tendenza all'organizzazione, alla concentrazione e all'aumento di ordine nei sistemi. Mentre l'entropia è associata alla dispersione e alla morte termica, la sintropia è legata alla vita, alla crescita e alla capacità di un sistema di attrarre energia e informazioni dall'esterno per auto-organizzarsi. Fantappiè suggerì che, sebbene le leggi che governano i fenomeni dissipativi (entropici) siano ben note, potrebbero esistere leggi simmetriche che descrivono fenomeni "sintropici", cioè processi che vanno contro la freccia del tempo.


La Creazione come Atto Sintropico di Reversibilità

La cosmogonia di Gurdjieff può essere interpretata come un maestoso atto di transizione dal dominio dell'entropia irrefrenabile a quello della sintropia (o, quantomeno, della sua possibilità). Il Sole Assoluto, di fronte al suo destino di auto-annientamento, intraprende un'azione radicale: si apre. Questa apertura – la creazione dell'universo e del Raggio di Creazione – trasforma il Sole Assoluto da un sistema isolato e condannato a uno aperto. In un sistema aperto, la freccia del tempo non è più unidirezionale verso il solo disordine. L'universo, ricevendo "sostanze" e "forze" dall'esterno (dai livelli superiori del Raggio di Creazione, che a loro volta derivano dall'Assoluto stesso ma con una nuova dinamica), acquisisce la capacità di contrastare l'aumento di entropia al suo interno. Gli "shock" necessari per far procedere l'Ottava nell'universo creato sono l'equivalente funzionale di quell'energia esterna che alimenta i processi sintropici. Essi permettono all'energia di essere "riciclata", trasformata e persino elevata, anziché semplicemente dissipata. Questo introduce una forma di reversibilità o, più precisamente, di recuperabilità in un processo che altrimenti sarebbe stato irrevocabilmente unidirezionale verso la perdita totale. L'universo diventa un vasto meccanismo attraverso il quale l'energia e la coscienza possono non solo sostenersi, ma potenzialmente evolvere e ritornare a stati di maggiore ordine e unità, anche a costo di generare maggiore entropia nell'ambiente più vasto. In questo senso, la creazione non è solo un atto di espansione, ma una strategia cosmica di salvezza e rigenerazione. L'Assoluto non "annienta" se stesso nello zero, ma si disperde per poi raccogliere e riorganizzare, introducendo la possibilità di un flusso ascendente (sintropico) all'interno di un flusso complessivamente discendente (entropico). L'universo diventa il laboratorio per la "reversibilità" del tempo, dove la coscienza e il lavoro interiore possono tentare di risalire la spirale, non verso l'annientamento, ma verso una riunificazione con la Sorgente originaria, portando con sé l'esperienza e la sostanza raffinata della creazione.



Post popolari in questo blog

Gurdjieff: Cosa significa realmente "Cercare di non esprimere Emozioni Negative"

Di tutte le indicazioni e i suggerimenti di Gurdjieff per l'attuazione pratica delle sue idee, quello che sembra essere stato più persistentemente frainteso è la sua raccomandazione di "cercare di non esprimere negatività". A prescindere da quanto spesso si possa ricordare agli studenti che il Lavoro potrebbe riguardare l'evoluzione psicologica, non si tratta di psicoterapia. Non si tratta di sopprimere o reprimere sentimenti, comportamenti e reazioni. Non si tratta di imparare a fingere di essere al di là della reattività. Non si tratta di migliorare la propria personalità per apparire una persona più gentile o più spirituale. Ho visto persone scoraggiate e frustrate con se stesse per anni, che si chiedevano se stessero fallendo, se non si stessero "impegnando abbastanza" quando riferivano che, nonostante tutti gli sforzi che avessero cercato di mettere in atto, continuavano a sperimentare periodicamente stati interiori di rabbia, ansia, risentimento, irrit...

La morte di Gurdjieff (Dr. William J. Welch)

Fui chiamato al telefono. Da Parigi giunse voce che Gurdjieff fosse gravemente malato, e mi fu chiesto se avessi potuto spedire al suo medico di Parigi dell’albumina sierica che era stata recentemente resa disponibile negli Stati Uniti. Gurdjieff non era stato molto bene quando arrivò a New York nell’inverno del 1948, ma non sembrava gravemente malato e non si era mai messo a letto. Era tormentato da una tosse tracheale spasmodica, un rombo profondo, gorgogliante, che rifletteva non solo un’infiammazione cronica alla base dei suoi polmoni, ma anche il suo amore per le Gaulois Bleu, la popolare sigaretta francese con tabacco nero turco aspro e grasso. La sua circonferenza addominale era eroica, e la sua presenza nel bagno turco, anche se non pantagruelica, era quantomeno all’altezza del Balzac di Rodin. Fu così che con i ricordi del vigore non più giovane, ma robusto e invecchiato di Gurdjieff, udii con incredulità, nella tarda estate del 1949, della sua forza in diminuzione e del deter...

Gurdjieff: "Ogni persona che incontri, compreso te stesso, è una merda".

La notizia dell’arrivo del Signor Gurdjieff a Chicago, nell’inverno del 1932, mi mise in apprensione. A tutt’oggi, a distanza di quasi trent’anni e con il senno del poi, ancora non riesco a capire perché non lo volessi vedere. Sicuramente, i miei sentimenti nascevano in parte dal fatto che mi ero convinto che forse avevo sbagliato a lasciare il Prieuré nel 1929. A causa della mia dipartita, sentivo di non essere un seguace leale o fedele. Inoltre, se da una parte i suoi scritti mi interessavano veramente e provavo un sincero affetto per Gurdjieff come uomo, dall’altra il mio rapporto con il gruppo di Chicago mi aveva portato a mettere in discussione la validità del suo lavoro sotto ogni aspetto. Ero ancora alla ricerca di prove – qualche qualità nel comportamento dei suoi seguaci – che mi convincessero che egli fosse qualcosa di più di un potente essere umano in grado di ipnotizzare a suo piacere folte schiere di individui. In quel periodo, il mio interesse per i suoi scritti non andav...