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Il Monaco e il Mendicante Cieco (Tradizione Buddhista/Asiatica)


Nel cuore di un regno pacifico, ai piedi dell'Himalaya, sorgeva un maestoso monastero, famoso per la devozione e la saggezza dei suoi monaci. Tra di essi, il più rispettato era il Venerabile Ananda, un monaco anziano la cui reputazione di santità e compassione si estendeva ben oltre i confini del tempio. Ananda era noto per le sue lunghe meditazioni, la sua conoscenza delle scritture e, soprattutto, per la sua apparente generosità verso i poveri e i bisognosi. Ogni giorno, dopo la sua preghiera mattutina, si recava all'ingresso del monastero e distribuiva elemosine ai mendicanti che si radunavano lì, sempre con un sorriso benevolo e parole di benedizione. Un giorno, un nuovo mendicante giunse al monastero. Era un uomo anziano e cieco, con un volto segnato dalla sofferenza ma un'aura di dignità. Si sedette in disparte, non chiedendo nulla, ma attendendo pazientemente. Quando Ananda uscì per la sua distribuzione quotidiana, notò il nuovo arrivato. Con un gesto teatrale, Ananda si avvicinò al mendicante cieco, estrasse una moneta d'oro brillante dalla sua borsa e la fece cadere con un tintinnio udibile nella ciotola del mendicante. "Possa la tua sofferenza essere alleviata, fratello," disse Ananda con voce risonante, assicurandosi che tutti i presenti lo sentissero. La folla mormorò ammirata per la sua grande generosità. Il mendicante cieco ringraziò con un inchino e si ritirò. Tuttavia, un giovane novizio del monastero, di nome Kamala, che aveva osservato la scena, sentì un sottile disagio. Kamala era un ragazzo di cuore puro, e aveva notato che, mentre Ananda era sempre generoso con le monete d'oro quando c'era molta gente a guardare, era stranamente più parsimonioso quando era solo o quando i mendicanti erano pochi.

La settimana successiva, il mendicante cieco tornò. Questa volta, però, c'era una tempesta imminente, e solo pochi mendicanti erano rimasti all'ingresso del monastero. Ananda uscì, e vedendo pochi testimoni, si avvicinò al mendicante cieco e, con un gesto rapido e discreto, lasciò cadere una piccola moneta di rame nella sua ciotola. "Che tu possa trovare pace," mormorò, senza il solito tono risonante.

Kamala, che si era nascosto per osservare, vide tutto. Il suo cuore si strinse. La sua ammirazione per Ananda iniziò a vacillare.

Il giorno dopo, il mendicante cieco tornò ancora. Questa volta, era una giornata di festa nel villaggio, e quasi tutti erano a casa a celebrare. Solo il mendicante cieco era rimasto all'ingresso. Ananda uscì, e non vedendo nessuno, si avvicinò al mendicante. Invece di dargli qualcosa, Ananda si chinò, prese la piccola moneta di rame che aveva dato il giorno prima, la ripose nella sua borsa e disse con voce brusca: "Oggi non c'è nulla. Il monastero ha bisogno di risorse. Vai via." E si ritirò rapidamente.

Il mendicante cieco, pur non vedendo, percepì l'azione e le parole. Un'espressione di profonda tristezza, ma anche di comprensione, si dipinse sul suo volto.

Kamala, sconvolto, non riusciva a credere ai suoi occhi e alle sue orecchie. Quella sera, non riusciva a dormire. Il mattino seguente, decise di parlare con il mendicante cieco. Lo trovò seduto sotto un albero, con la sua ciotola vuota.

"Venerabile mendicante," disse Kamala, "ho visto ciò che il Maestro Ananda ti ha fatto. Mi vergogno per il suo comportamento. Come puoi sopportare tale ipocrisia?"

Il mendicante cieco sorrise debolmente. "Giovane novizio," rispose, "non c'è nulla da sopportare. Il Maestro Ananda non è diverso da molti altri. La sua 'generosità' è un vestito che indossa per essere ammirato. Quando non ci sono occhi a guardare, il vestito cade, e si rivela la sua vera natura, quella dell'attaccamento e dell'egoismo."

"Ma allora," chiese Kamala, "come si può distinguere la vera compassione dall'ipocrisia?"

Il mendicante cieco prese la mano di Kamala e la strinse. "La vera compassione," disse, "non cerca spettatori. Non ha bisogno di lode. Non cambia in base alle circostanze. È una fonte che sgorga dal cuore, che tu sia solo o in mezzo a una folla. La vera generosità è quando la mano destra non sa cosa fa la sinistra. E la vera saggezza è riconoscere che la virtù ostentata è spesso solo un'ombra, non la sostanza."

Kamala capì. La lezione non era solo sull'ipocrisia di Ananda, ma sulla sua stessa cecità nel non averla riconosciuta prima, e sulla necessità di guardare oltre le apparenze, sia negli altri che in se stessi, per trovare la vera via della compassione e della saggezza.


Significato:

Questa storia è un potente monito contro l'ipocrisia spirituale e la virtù ostentata. Ananda rappresenta coloro che compiono buone azioni non per un genuino desiderio di aiutare o per compassione, ma per ottenere ammirazione, status sociale o per mantenere una facciata di santità. La storia rivela che la vera moralità e la vera compassione non dipendono dal pubblico o dalle circostanze, ma sono intrinseche all'individuo. L'ipocrisia è una forma di auto-inganno e di inganno degli altri, che alla fine porta alla perdita di autenticità e alla corruzione dell'anima. Il mendicante cieco, pur non vedendo con gli occhi, "vede" la verità del cuore di Ananda, insegnando a Kamala (e a noi) a guardare oltre le apparenze.




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