Il cielo notturno ha sempre affascinato l'umanità, spingendoci a scrutare le stelle e a tessere narrazioni cosmologiche. Ma cosa accadrebbe se una cultura antica, senza l'ausilio di telescopi o strumenti moderni, possedesse conoscenze di corpi celesti invisibili a occhio nudo, anticipate di secoli rispetto alla scienza occidentale? È proprio questo il cuore del mistero dei Dogon, una popolazione del Mali, nell'Africa occidentale, e della loro sorprendente familiarità con Sirio B, la "stella nana" compagna di Sirio.
Chi Sono i Dogon?
I Dogon sono un gruppo etnico noto per la loro ricca cultura, le loro tradizioni artistiche e, in particolare, per la loro complessa e profonda cosmogonia. Le loro tradizioni orali sono state studiate in profondità dagli antropologi francesi Marcel Griaule e Germaine Dieterlen a partire dagli anni '30. Attraverso decenni di lavoro sul campo, Griaule e Dieterlen hanno documentato una vasta gamma di credenze e pratiche Dogon, rimanendo particolarmente colpiti dalla sofisticatezza delle loro conoscenze astronomiche. I Dogon sono originari della regione dell'altopiano centrale del Mali, nell'Africa occidentale. Si trovano a sud della curva del fiume Niger, vicino alla città di Bandiagara. Alcuni gruppi sono anche stanziati nei territori confinanti con il Burkina Faso. La loro area principale è caratterizzata dalla falesia di Bandiagara, un'imponente scogliera di arenaria che si estende per circa 150 km. I Dogon si sono stabiliti in quest'area circa mille anni fa, in parte per sfuggire alle conversioni forzate all'Islam.
Sirio e la Sua Compagna Invisibile
Sirio, la stella più luminosa del nostro cielo notturno, è da tempo oggetto di venerazione e osservazione in molte culture. Tuttavia, Sirio non è una stella solitaria. Fa parte di un sistema binario: Sirio A, la gigante luminosa che vediamo, e Sirio B, una nana bianca molto più piccola, incredibilmente densa e debole, invisibile a occhio nudo. La scoperta scientifica di Sirio B è relativamente recente. La sua esistenza fu ipotizzata per la prima volta nel 1844 dall'astronomo tedesco Friedrich Bessel, che notò irregolarità nel movimento di Sirio A, suggerendo la presenza di un compagno invisibile che la influenzava gravitazionalmente. Sirio B fu poi osservata e confermata solo nel 1862 dall'astronomo americano Alvan Graham Clark, utilizzando uno dei telescopi più avanzati dell'epoca.
Le Conoscenze Dogon su Sirio B: Il "Po Tolo"
Ciò che rende straordinarie le tradizioni Dogon è che la loro cosmologia descrive dettagliatamente una stella che corrisponde in modo sorprendente a Sirio B. I Dogon chiamano questa stella "Po Tolo", e affermano che è la compagna più importante di Sirio (che chiamano "Sigi Tolo"). Le descrizioni Dogon di Po Tolo includono diversi punti chiave che risuonano con le conoscenze astronomiche moderne su Sirio B:
Invisibilità: I Dogon affermano che Po Tolo è invisibile all'occhio umano.
Densità Incredibile: Descrivono Po Tolo come una stella incredibilmente pesante, fatta di un materiale che chiamano "sagala" e che è "più pesante di tutto il ferro sulla Terra". Questa è un'affermazione notevolmente accurata per una nana bianca, che è un oggetto astronomico estremamente denso. Sirio B, infatti, ha una massa paragonabile a quella del Sole, ma è compressa in un volume simile a quello della Terra.
Orbita Ellittica e Periodo: I Dogon sanno che Po Tolo orbita attorno a Sigi Tolo (Sirio A) in un'orbita ellittica e descrivono un periodo orbitale di circa 50 anni. Il periodo orbitale scientificamente calcolato di Sirio B attorno a Sirio A è di circa 50,1 anni.
Posizione del Compagno: I Dogon descrivono anche l'esistenza di una terza stella nel sistema di Sirio, chiamata "Emme Ya Tolo", che sarebbe una compagna di Po Tolo. Sebbene l'esistenza di questa terza stella non sia stata confermata scientificamente, l'accuratezza delle altre descrizioni aggiunge un ulteriore strato di mistero.
La Grande Domanda: Come Facevano a Saperlo?
La questione più intrigante è ovviamente: come potevano i Dogon, senza strumenti astronomici avanzati, conoscere dettagli così specifici su una stella invisibile, secoli prima che la scienza occidentale la scoprisse?
Diverse teorie sono state proposte per spiegare questo enigma:
Trasmissione di Conoscenze Antiche: Alcuni suggeriscono che i Dogon potrebbero aver ereditato queste informazioni da civiltà antiche con conoscenze astronomiche più avanzate, magari attraverso rotte migratorie o contatti culturali. Tuttavia, mancano prove concrete di tale trasmissione.
Contatto Extraterrestre: Una delle teorie più controverse e affascinanti, resa popolare dal libro "The Sirius Mystery" di Robert Temple (1976), propone che le conoscenze Dogon siano state trasmesse loro da esseri extraterrestri giunti dalla regione di Sirio. Questa teoria, sebbene popolare in certi circoli, è ampiamente respinta dalla comunità scientifica per la mancanza di prove verificabili.
Osservazione con Metodi Sconosciuti: Alcuni hanno ipotizzato che i Dogon possano aver sviluppato metodi di osservazione del cielo non ancora compresi dalla scienza occidentale, o che abbiano avuto accesso a fenomeni ottici rari o insoliti. Tuttavia, la scala delle loro conoscenze su Sirio B sembra andare ben oltre ciò che sarebbe possibile con l'occhio nudo o con semplici ingrandimenti.
Coincidenza o Interpretazione Errata/Contaminazione: Questa è la teoria più scettica e prevalente tra gli accademici. Essa suggerisce che le descrizioni di Griaule e Dieterlen potrebbero essere state il risultato di un'eccessiva interpretazione, di una combinazione di coincidenze linguistiche e concettuali, o persino di una "contaminazione" culturale. Si potrebbe ipotizzare che i Dogon abbiano acquisito alcune di queste informazioni da contatti con occidentali dopo la scoperta di Sirio B, e che queste informazioni si siano poi integrate nelle loro tradizioni. Tuttavia, Griaule e Dieterlen insistevano sulla profondità e l'antica origine delle conoscenze, documentate decenni prima che la questione di Sirio B fosse ampiamente conosciuta.
Implicazioni e Dibattito
Il caso Dogon continua a essere oggetto di dibattito e fascino. Se le loro conoscenze su Sirio B fossero realmente indigene e preesistenti al contatto occidentale, ciò avrebbe implicazioni profonde sulla nostra comprensione delle capacità delle civiltà antiche e sulla trasmissione della conoscenza. Indipendentemente dalla spiegazione, la precisione delle loro descrizioni rispetto a un oggetto celeste invisibile e scoperto solo di recente, rimane un fatto straordinario. Il mistero di Sirio B e dei Dogon ci ricorda che la conoscenza può manifestarsi in forme inaspettate e che il patrimonio culturale e le tradizioni orali delle popolazioni indigene possono celare intuizioni profonde sul mondo che ci circonda. È un invito a mantenere una mente aperta e a continuare a esplorare i confini della conoscenza umana. I Dogon stessi non attribuiscono la loro conoscenza di Sirio B (Po Tolo) a osservazioni empiriche o all'invenzione di strumenti, ma piuttosto a un'origine mitologica e divina.
I Nommo: Gli Insegnanti Cosmici
Secondo la cosmogonia Dogon, la loro conoscenza astronomica e gran parte della loro cultura provengono da esseri anfibi chiamati Nommo. Questi esseri sono descritti come creature metà umane e metà serpenti o pesci, inviate dal dio creatore supremo, Amma. La leggenda narra che i Nommo giunsero sulla Terra da una stella compagna di Sirio (Po Tolo) a bordo di un'arca volante o "granai celeste" che atterrò con un grande impatto, portando con sé non solo la conoscenza delle stelle, ma anche l'agricoltura, le arti, l'organizzazione sociale e le leggi morali. I Nommo sono visti come portatori di ordine e civiltà.
La Rivelazione Originale
La conoscenza di Sirio B, della sua densità, del suo periodo orbitale di 50 anni e persino dell'ipotetica terza stella Emme Ya Tolo, sarebbe stata parte di questa rivelazione originale da parte dei Nommo. Non si tratta quindi di una conoscenza acquisita attraverso l'osservazione scientifica come la intendiamo noi, ma di un sapere sacro e primordiale, tramandato oralmente di generazione in generazione e integrato profondamente nella loro complessa struttura rituale e sociale. Questo sapere è custodito con grande segretezza ed è rivelato solo a individui selezionati e qualificati, come gli iniziati più anziani o i sacerdoti, attraverso lunghi processi di apprendimento e rituali specifici. Gli antropologi Marcel Griaule e Germaine Dieterlen riuscirono a documentare queste informazioni solo dopo decenni di fiducia e profondo coinvolgimento con gli anziani Dogon.
Significato Cosmologico
Per i Dogon, Po Tolo (Sirio B) non è solo un oggetto astronomico, ma ha un profondo significato cosmologico e simbolico. Rappresenta il "seme più piccolo" e la fonte della creazione e dell'ordine nell'universo. La sua danza orbitale di 50 anni intorno a Sirio A è celebrata con la cerimonia del Sigui, un festival fondamentale che avviene ogni 60 anni (che alcuni interpretano come due cicli orbitali Dogon di 50 anni, o come un riferimento a un altro ciclo). Questa cerimonia è un momento di rinnovamento spirituale e di riconnessione con le origini cosmiche. In sintesi, i Dogon spiegano la loro straordinaria conoscenza di Sirio B come un dono divino, una rivelazione diretta da esseri superiori (i Nommo) che sono giunti dal sistema stellare di Sirio. È una conoscenza sacra e integrata nella loro visione del mondo, non il frutto di un'indagine scientifica empirica.
Chi Sono i Nommo?
I Nommo sono esseri primordiali, anfibi e spesso descritti come ermafroditi, con caratteristiche che fondono l'umano con il serpente o il pesce. Il loro nome, "Nommo", significa "fare bere" nella lingua Dogon, riflettendo il loro legame vitale con l'acqua, simbolo di vita, fertilità e purezza. Sono considerati i Maestri dell'Acqua, i Monitor, i Maestri o gli Istruttori. La loro origine è direttamente legata al dio creatore supremo, Amma, che è anche il dio del cielo. Amma, nel suo atto di creazione dell'universo, generò i Nommo per portare ordine e ristabilire l'equilibrio dopo un primo atto creativo imperfetto (spesso associato al ribellione di Ogo, il "Volpe Pallida", un altro importante personaggio mitologico che introdusse il disordine nel mondo). I Nommo sono spesso rappresentati in coppie di gemelli, a sottolineare il principio di dualità e complementarità (maschile/femminile, ordine/disordine, luce/oscurità) che è fondamentale nella filosofia Dogon. Hanno occhi rossi, lingue biforcute e braccia flessibili senza giunture.
Perché Vennero Qui? La Discesa dell'Arca Celeste
Secondo la mitologia Dogon, i Nommo vennero sulla Terra con uno scopo ben preciso: ristabilire l'ordine cosmico e civilizzare l'umanità. La loro venuta non fu casuale, ma una diretta conseguenza della necessità di purificare e riorganizzare il mondo dopo il caos generato dalle azioni di Ogo. La leggenda più dettagliata e affascinante descrive la loro discesa a bordo di una "Arca Celeste" o "granaio volante". Quest'arca è un simbolo potentissimo nella cultura Dogon, che spesso ne costruiscono rappresentazioni a forma di cesto di foglie secche. L'arca è descritta come:
Rotante e brillante: suggerendo un movimento dinamico e una luminosità propria.
Contenente il seme della vita: a bordo dell'arca, i Nommo portarono con sé le prime otto coppie di esseri umani (gli antenati dei Dogon), tutte le specie animali e vegetali terrestri, e persino il fango necessario per costruire i granai dei villaggi Dogon.
Legata a una catena di rame: questa catena permetteva all'arca di scendere dal cielo, come il Sole attraversa il cielo.
L'atterraggio dell'arca è descritto come un evento catastrofico ma purificatore. Si narra che l'arca atterrò con un grande impatto, creando un serbatoio d'acqua (il "Pozzo dei Nommo") dove gli esseri anfibi poterono vivere, non potendo sopravvivere completamente sulla terraferma.
Cosa Insegnarono i Nommo?
Una volta sulla Terra, i Nommo si dedicarono all'istruzione dell'umanità. Le loro rivelazioni sono la base di tutta la conoscenza Dogon, includendo non solo l'astronomia, ma ogni aspetto della vita:
La Parola e il Linguaggio: Prima dei Nommo, gli umani comunicavano solo con versi e grugniti. Furono i Nommo a insegnare la lingua, la "parola", che per i Dogon ha una forza creatrice intrinseca (spesso identificata con il concetto di Nommo stesso come "energia spirituale della parola").
L'Agricoltura: Insegnarono le tecniche agricole, in particolare la coltivazione del miglio, la coltura principale dei Dogon.
Le Arti e i Mestieri: Rivelarono le arti della tessitura, della metallurgia (in particolare la forgiatura del ferro), della lavorazione del legno e di altre abilità artigianali.
L'Organizzazione Sociale e Morale: Introdussero le leggi, i rituali, le strutture sociali e i principi morali che governano la società Dogon, inclusi i matrimoni e le cerimonie.
La Conoscenza Cosmica: Il punto più dibattuto e affascinante. I Nommo rivelarono la struttura dell'universo, inclusa la conoscenza del sistema di Sirio:
L'esistenza di Sirio B (Po Tolo), la sua invisibilità, la sua densità straordinaria e il suo periodo orbitale di 50 anni.
L'esistenza di una terza stella nel sistema di Sirio, Emme Ya Tolo, e del pianeta da cui i Nommo sarebbero originari.
La conoscenza che la Terra gira attorno al Sole, che Giove ha quattro lune principali e che Saturno ha gli anelli – dettagli che la scienza occidentale scoprì solo molto più tardi con l'invenzione del telescopio.
Perché Andarono Via (o Rimasero)?
La questione della partenza dei Nommo è meno definita rispetto al loro arrivo e alla loro funzione. Non c'è una chiara narrazione di una "partenza" definitiva come la si potrebbe intendere per visitatori extraterrestri in altre mitologie. Invece, i Nommo sono visti come esseri immortali e onnipresenti che, dopo aver fondato l'ordine e la conoscenza sulla Terra, si sono ritirati ma continuano a vegliare e a interagire con il mondo. Piuttosto che una partenza fisica, si parla di un loro ritiro in luoghi sacri e nascosti, spesso associati all'acqua, come fiumi, laghi, o le profondità della Terra. Sono considerati ancora presenti, sebbene invisibili, e la loro influenza si manifesta attraverso fenomeni naturali (come la pioggia e l'acqua, essenziali per la vita nel Sahel) e la continuità delle tradizioni Dogon. Per i Dogon, il contatto con i Nommo non è finito; è un'interazione continua attraverso i rituali, le cerimonie (come il Sigui, che rievoca il ciclo di Sirio B) e la pratica della loro complessa religione. I Nommo sono spiriti ancestrali che continuano a influenzare la vita quotidiana e spirituale del popolo Dogon. Non sono "andati via" nel senso di essere tornati sulla loro stella, ma piuttosto si sono integrati nel tessuto spirituale e fisico del mondo Dogon, diventando i guardiani della conoscenza che hanno portato.
Il Continuo Fascino dei Nommo
La figura dei Nommo è un pilastro della cosmogonia Dogon, un ponte tra il cielo e la Terra, tra il divino e l'umano. La loro storia, con le sue sorprendenti corrispondenze astronomiche, continua a sfidare le nostre preconcette nozioni sulla storia della scienza e sull'origine della conoscenza, rendendo i Dogon un caso di studio unico nel panorama delle civiltà antiche. Che siano stati realmente visitatori da un altro mondo o figure mitologiche che condensano profonde intuizioni cosmiche, i Nommo rimangono una testimonianza della ricchezza e della profondità del pensiero umano, capace di costruire sistemi di conoscenza elaborati e misteriosi ben prima dell'avvento della scienza moderna.