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Gurdjieff: "Il mio Nome è Legione" - Dal Racconto Biblico all'Uomo dai molti "io"


La frase "Il mio nome è Legione, perché siamo in molti" risuona attraverso i secoli, portando con sé un profondo significato che va oltre il suo contesto originale. Nata da un racconto biblico di possessione demoniaca, questa espressione è diventata un potente simbolo della molteplicità interna dell'essere umano, un concetto esplorato in profondità anche da figure come il mistico e filosofo George Gurdjieff.


L'Origine Biblica: Un Incontro Trasformativo

L'episodio della Legione è narrato nei Vangeli Sinottici (Marco 5,1-20; Matteo 8,28-34; Luca 8,26-39), con la versione di Marco che offre il resoconto più dettagliato e vividamente descrittivo.

Gesù e i suoi discepoli erano appena sbarcati sulla riva orientale del Mare di Galilea, nella regione dei Geraseni (o Gadareni). Appena misero piede a terra, furono accolti da uno spettacolo inquietante: un uomo posseduto da uno spirito impuro. Quest'uomo viveva in una condizione di disperazione e isolamento, confinato tra i sepolcri – luoghi di morte e impurità. Era noto per la sua forza sovrumana e la sua incontenibile furia: nessuno riusciva a trattenerlo, nemmeno con catene e ceppi, che spezzava con facilità. Giorno e notte, si aggirava tra le tombe e i monti, gridando e percuotendosi con pietre, un'immagine straziante di tormento interiore ed esteriore.

Quando l'uomo vide Gesù, gli corse incontro e si prostrò, ma la voce che uscì dalla sua bocca non era la sua. Era la voce degli spiriti che lo abitavano, che gridarono: "Che vuoi da me, Gesù, Figlio dell'Altissimo? Ti scongiuro, per Dio, non tormentarmi!". Gesù, con la sua autorità divina, aveva già intimato allo spirito di lasciare l'uomo.

Fu a questo punto che avvenne il dialogo cruciale. Gesù chiese allo spirito: "Qual è il tuo nome?" La risposta fu agghiacciante e rivelatoria: "Il mio nome è Legione, perché siamo in molti." Il termine "Legione" evocava immediatamente l'immagine di un'unità militare romana, composta da migliaia di soldati (fino a 6.000 uomini). Questo nome non indicava solo un gran numero di demoni, ma anche una forza organizzata, potente e difficile da sconfiggere. I demoni, riconoscendo il potere di Gesù, lo supplicarono di non mandarli via dalla regione.

Nelle vicinanze, una grande mandria di circa duemila porci pascolava sul monte. I demoni chiesero a Gesù il permesso di entrare in essi. Gesù acconsentì. E così, gli spiriti immondi uscirono dall'uomo ed entrarono nei porci. L'intera mandria, in preda a una furia inspiegabile, si precipitò giù dal pendio ripido, annegando nel mare.

La scena generò terrore tra i guardiani dei porci, che fuggirono a raccontare l'accaduto in città e nelle campagne. La gente accorse per vedere. Trovarono l'uomo che era stato posseduto ora seduto, vestito e perfettamente lucido. La sua trasformazione era così radicale da ispirare timore nella popolazione locale, che, forse spaventata da un potere così grande o preoccupata per la perdita economica dei porci, pregò Gesù di lasciare la loro terra.

Prima di partire, l'uomo liberato chiese a Gesù di poterlo seguire. Ma Gesù gli diede un compito diverso: "Va' a casa tua, dai tuoi, e racconta loro quanto il Signore ti ha fatto e come ha avuto pietà di te." L'uomo obbedì e divenne il primo testimone della potenza di Gesù nella regione della Decapoli.

Questo racconto biblico non è solo una dimostrazione del potere di Gesù sul male, ma è anche un potente simbolo della molteplicità e del conflitto interiore che possono affliggere un individuo.


Dall'Uomo Posseduto all'Uomo Meccanico di Gurdjieff

La frase "Il mio nome è Legione" ha trasceso il suo contesto biblico per descrivere metaforicamente la natura frammentata dell'essere umano. Ed è qui che possiamo tracciare un parallelismo affascinante con le idee del filosofo armeno George Ivanovich Gurdjieff (1866/1877 – 1949). Gurdjieff, fondatore di un sistema di auto-sviluppo spirituale noto come "Il Quarto Cammino", sosteneva che la maggior parte delle persone vive in uno stato di sonno ipnotico, o "sonno di veglia". Secondo Gurdjieff, l'uomo ordinario non possiede un "Io" unificato e permanente, una coscienza centrale e stabile. Al contrario, è un agglomerato di numerosi e contraddittori "io" temporanei e mutevoli.


I Molteplici "Io"

Gurdjieff spiegava che ogni pensiero, ogni sensazione, ogni desiderio, ogni umore che attraversiamo è un diverso "io". Quando siamo arrabbiati, è un "io" che emerge; quando siamo felici, è un altro; quando prendiamo una decisione, un altro ancora. Questi "io" sono spesso in conflitto tra loro, tirando l'individuo in direzioni diverse.

  • Non c'è un padrone: Secondo Gurdjieff, non esiste un "io maestro" o un "padrone" che diriga la nave dell'individuo. L'uomo è come un'automobile senza conducente, guidata a turno da passeggeri diversi, ognuno con le proprie intenzioni e destinazioni.

  • La meccanicità: Questa frammentazione porta alla meccanicità. Le nostre reazioni, i nostri pensieri e i nostri comportamenti sono spesso automatici, dettati dalle circostanze esterne o da abitudini radicate, piuttosto che da una volontà cosciente e unificata. L'uomo meccanico è preda di influenze esterne, dei suoi istinti e delle sue emozioni fluttuanti, senza un vero controllo.

  • La Legione Interiore: In questo senso, l'uomo ordinario è veramente una "legione". Non è posseduto da demoni esterni, ma da una miriade di "io" interni che prendono il controllo a rotazione, spesso senza che l'individuo ne sia consapevole. Questa legione interiore genera contraddizioni, incoerenza e un senso di vuoto o mancanza di scopo. Si può desiderare una cosa in un momento e l'opposta nel momento successivo, perché sono "io" diversi a desiderare.


Il Risveglio e l'Unificazione

L'obiettivo del Quarto Cammino di Gurdjieff è proprio quello di risvegliarsi da questo sonno e raggiungere un "Io" permanente e unificato. Questo processo non è semplice; richiede un'intensa osservazione di sé e la capacità di riconoscere e distinguere i diversi "io" che emergono. Solo attraverso questa consapevolezza si può iniziare a sviluppare una volontà centrale e a prendere il controllo della propria vita, smettendo di essere una marionetta mossa da forze interne ed esterne. In sostanza, sia il racconto biblico della Legione che la filosofia di Gurdjieff, sebbene in contesti e con linguaggi diversi, affrontano la stessa profonda verità sull'essere umano: la sua intrinseca frammentazione. 




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