Nei profondi recessi della cosmogonia di Gurdjieff, la figura di Belzebù emerge non come un archetipo di ribellione cieca, ma come un essere di straordinaria intelligenza, la cui acuta percezione lo portò a mettere in discussione l'apparente illogicità intrinseca all'amministrazione dell'universo. Ancor prima che la sua ragione fosse pienamente matura, mentre prestava servizio sul "Sole Assoluto" al fianco del Sovrano Signore Eterno, Belzebù manifestò una singolare capacità di individuare incongruenze. La sua natura, giovane e impetuosa, lo spinse a un'indagine audace, che presto risuonò tra i suoi pari, esseri ancora in fase di sviluppo come lui. La forza delle sue convinzioni fu tale da catalizzare un movimento che, per poco, non scatenò una vera e propria rivoluzione nel cuore stesso del Megalocosmo. Questa intuizione primordiale, la sensazione di un disordine fondamentale, è la scintilla che accese la sua cosiddetta "ribellione", un atto di profonda indagine e non di mera insubordinazione.
L'Organo Kundabuffer: La Genesi di una Condizione Anomala
Al centro della critica gurdjieffiana alla condizione umana vi è il concetto dell'organo Kundabuffer, una formazione temporanea innestata nella presenza degli esseri tricerebrali del pianeta Terra. Questo organo conferì loro proprietà che alterarono radicalmente la loro esistenza. Una di queste peculiarità era una fecondità sbalorditiva. I tassi di riproduzione degli esseri terrestri oscillavano drasticamente, con periodi di rapida diminuzione seguiti da improvvise esplosioni demografiche. Si ipotizzava che questa esagerata capacità riproduttiva fosse stata intenzionalmente indotta per mantenere un fragile "movimento cosmico di armonia generale" relativo al rapporto Terra-Luna, suggerendo un urgente bisogno di bilanciamento nel sistema terrestre. Un'altra caratteristica devastante dell'organo Kundabuffer era la sua capacità di annullare i rimorsi di coscienza. Gli esseri umani erano in grado di sottrarsi ai propri obblighi, sia quelli personali che quelli imposti, senza alcun rimorso. La loro aderenza al dovere era dettata unicamente dalla paura o da minacce esterne, un meccanismo che minava la responsabilità intrinseca e favoriva una società basata sulla coercizione. Questo spiega perché i terrestri attuali possiedono l'unico sistema politico che possono permettersi, che non è altro che un risultato esteriore della loro meccanicità fondamentalmente interiore. Infine, l'organo Kundabuffer distorceva la percezione della realtà, inducendo gli esseri a percepire il mondo "alla rovescia". Qualsiasi impressione esterna ripetuta tendeva a cristallizzare in loro dati che portavano a sensazioni di "piacere" e "soddisfazione". Questo li rendeva schiavi della meccanicità e delle illusioni superficiali, impedendo loro di accedere a una comprensione più profonda e oggettiva dell'esistenza. L'organo, in sostanza, agiva come un filtro distorto, intrappolando gli esseri terrestri in un ciclo di comportamenti automatici e di piacere illusorio, allo scopo di garantire che producessero le energie utili al nutrimento della Luna, così da rendere più sicura la sua stabilità, altrimenti avrebbe subito un collasso orbitale e si sarebbe schiantata sulla Terra, provocando un'immane catastrofe nel sistema solare.
Le "Imprevidenze" Cosmiche e la Radice della Rivolta di Belzebù
La critica più severa di Gurdjieff si concentra su quelle che egli definisce "imprevidenze" da parte degli Esseri Cosmici Supremi, decisioni che ebbero ripercussioni catastrofiche sulla Terra. La "seconda imprevidenza, quasi criminale" è direttamente collegata alla sfortunata decisione di innestare l'organo Kundabuffer. Il "sentimento di rivolta" che Belzebù provò, descritto come una "sensazione esserica sarpitimniana", scaturì dalla constatazione di questa imperdonabile mancanza di lungimiranza. Come fu possibile, si chiedeva Belzebù, non prevedere, durante il calcolo dei movimenti armonici cosmici, la collisione tra la cometa Kondur e il fragile pianeta Terra? Se un tale evento fosse stato anticipato, nessuna delle sciagure che ne seguirono si sarebbe verificata, né sarebbe stato necessario impiantare l'organo Kundabuffer, fonte di innumerevoli sofferenze. Gurdjieff sottolinea come, anche dopo la rimozione dell'organo, non fu previsto che le sue proprietà si sarebbero cristallizzate nella discendenza, a causa di una legge cosmica fondamentale. Ciò ha intrappolato gli esseri terrestri in una situazione paradossale: pur possedendo il potenziale per sviluppare i "corpi esserici superiori" – ovvero raggiungere stati di coscienza elevati e durevoli – la cristallizzazione congenita delle conseguenze del Kundabuffer rende questo sviluppo quasi impossibile. Le loro "parti esseriche superiori" sono condannate a un'esistenza continua in "rivestimenti planetari esteriori", una condizione di stasi evolutiva che Belzebù trovava profondamente illogica e deplorevole. Qui Gurdjieff sembra sostenere l'idea di una reincarnazione in corpi fisici ("rivestimenti planetari esteriori"), cosa che esclude invece quando suggerisce che la reincarnazione reale riguarda la "sostituzione del corpo astrale" quando la ragione non si è ancora perfezionata al grado richiesto, e il corpo astrale sta giungendo anch'esso alla morte analogamente al corpo fisico. Il corpo astrale, sebbene possieda una vita immensamente più lunga di quella del corpo fisico terrestre, anch'esso non gode di un'immortalità assoluta, questa è riservata solo al terzo corpo, il corpo dell'anima, il quale si forma dalla materia che costituisce l'emanazione del Sole Assoluto, e per questa ragione è incorruttibile, quindi immortale in senso assoluto.
Limitazioni Pratiche della Ragione di Angeli e Arcangeli
Un aspetto sorprendente della filosofia di Gurdjieff è la sua esposizione delle limitazioni della ragione degli Angeli e Arcangeli, specialmente in contesti pratici. Egli suggerisce che una conoscenza acquisita attraverso lavoro cosciente e sofferenza intenzionale, ossia l'esperienza diretta dei "partk-dolg-doveri-esserici" possa rendere un semplice essere tricerebrale più competente in alcune aree rispetto a un Angelo o un Cherubino. Nonostante la loro "Ragione divina" e la loro elevata perfezione, gli esseri superiori possono mancare di una comprensione empatica e di una previsione pratica, proprio perché non hanno sperimentato personalmente le conseguenze delle loro decisioni. Questo spiega come le "imprevidenze" cosmiche, dall'errore sulla cometa Kondur all'innesto del Kundabuffer, potessero accadere: una ragione puramente astratta o teorica può non cogliere le complessità e le ramificazioni del mondo materiale delle scale inferiori e delle sue leggi. Gurdjieff esprime ciò in questo passaggio del "Belzebù":
"E in effetti la risposta era emersa in maniera inopinata nel senso che il mio vecchissimo amico marziano contava di averla da individui in possesso di dati e possibilità ben superiori a quelli dei miei amici di Saturno, che erano semplici esseri tricerebrali ordinari, e probabilmente non sospettava che in molti casi, rispetto a problemi di questo genere, certi esseri tricerebrali ordinari, che ottengono le loro conoscenze su ogni sorta di verità cosmiche grazie soltanto ai propri partk-dolg-doveri-esserici, sono più competenti di qualsiasi Angelo o Cherubino che, pur avendo un Essere ben preparato e pur essendo perfezionato ai massimi gradi di Ragione, verso i problemi pratici può rivelarsi il tipo d'Individuo così definito dal nostro sempre onorato Mullah Nassr Eddin: "Non comprenderà mai le sofferenze altrui, quand'anche possieda la Ragione divina e l'autentica natura di un Diavolo, chiunque non le abbia provate di persona".
La Causa Umana nell'Anormalità Attuale
Nonostante le indubbie "imprevidenze" cosmiche abbiano gettato le basi per le calamità terrestri, Gurdjieff attribuisce la causa ultima del caos attuale alle stesse condizioni di vita stabilite dagli esseri umani. Sebbene la causa originaria possa essere rintracciata in errori o imprevidenze da parte di Individui Sacri, il disordine che oggi impera sul pianeta è il risultato delle "anormali condizioni d'esistenza esserica ordinaria" che gli esseri umani stessi hanno gradualmente instaurato nel tempo e che continuano a mantenere. Questo significa che, pur avendo l'organo Kundabuffer cessato la sua funzione, le sue proprietà sono state interiorizzate e perpetuate attraverso le abitudini, i modelli di pensiero e le strutture sociali create dalla razza umana. La meccanicità e la percezione distorta sono diventate parte integrante della loro quotidianità, contribuendo a un ciclo continuo di disfunzione. La chiave per la trasformazione, quindi, risiede nella capacità degli esseri umani di riconoscere e modificare le proprie condotte e strutture interne, andando oltre le conseguenze di un'antica "imprevidenza" cosmica.
Considerazioni Finali
Il "qualcosa di illogico" era, in sintesi, l'evidenza di limiti pratici nella ragione di individui sacri superiori, che, pur eccellendo nella teoria e nell'Essere, mancavano dell'esperienza diretta della sofferenza e delle sue ramificazioni nel mondo materiale. Non aver "provato di persona" le conseguenze delle loro decisioni impediva loro una comprensione completa e una previsione infallibile. Questo è il paradosso che Belzebù individuò: la saggezza divina non era onnicomprensiva in ogni ambito. Il percorso di Belzebù, da ribelle a collaboratore, è un punto cruciale per comprendere la profondità del messaggio di Gurdjieff. Inizialmente, la sua reazione fu dettata da un'indignazione giovanile e ardente di fronte a ciò che percepiva come una manifesta ingiustizia e inefficienza cosmica. Tuttavia, con la maturazione della sua "ragione", Belzebù comprese un principio fondamentale: provocare una ribellione nel Megalocosmo, per quanto motivata, sarebbe stato un atto infinitamente più illogico dell'illogicità che intendeva correggere. Una rivolta avrebbe generato un caos maggiore, distruggendo l'armonia cosmica e portando a conseguenze ancor più imprevedibili e distruttive.
Il cambio di atteggiamento di Belzebù non fu una ritirata, ma un passaggio dalla reazione impulsiva alla comprensione profonda e alla saggezza pratica. Egli comprese che l'opposizione frontale non era la via per la correzione. Invece, una maggiore comprensione delle leggi cosmiche, delle limitazioni intrinseche persino delle intelligenze superiori, e della complessità della gestione universale, lo portò a riconoscere la necessità di una collaborazione costruttiva.
La sua successiva collaborazione con le intelligenze angeliche non significava accettazione passiva dell'illogico, ma piuttosto un impegno a lavorare dall'interno del sistema, utilizzando la sua accresciuta saggezza per contribuire alla correzione delle disarmonie. La sua "ribellione" iniziale si trasformò così in un impulso alla crescita e alla consapevolezza, sia per sé stesso che per il vasto universo che aveva imparato a comprendere in tutte le sue sfaccettature, comprese quelle apparentemente "illogiche". Nel cambio di atteggiamento di Belzebù possiamo rintracciare un evidente incremento della sua comprensione, e quindi un atteggiamento che da "soggettivo e parziale" diventa "imparziale" e quindi, di conseguenza, "oggettivamente giusto". Impossibile essere realmente giusti senza essere prima imparziali. Questa imparzialità è una capacità che Gurdjieff attribuisce a una piena comprensione delle leggi cosmiche fondamentali, e di tutti i risultati da esse prodotte nella varie scale cosmiche. Solo questa comprensione totale può annientare la percezione che ci sia qualcosa di "illogico" nell'universo. E la percezione di "illogicità" non è altro che la misura stessa della propria mancanza di comprensione, imparzialità e giustizia.