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Gurdjieff e "Il Diluvio prima del Diluvio": Come la Fine di Atlantide Risvegliò la Furia del Disgelo Planetario


Il mito di Atlantide, la potente civiltà inghiottita dalle onde, ha affascinato l'umanità per millenni. Descritto da Platone come un'isola-continente avanzata, la sua scomparsa catastrofica è stata oggetto di innumerevoli speculazioni. Sebbene la sua esistenza rimanga nel regno della leggenda, è affascinante esplorare una possibile connessione tra un evento così epocale e fenomeni climatici su vasta scala, come lo scioglimento dei ghiacciai. Questo articolo si addentra in un'ipotesi audace: e se l'inabissamento di Atlantide, situata nel cuore dell'Oceano Atlantico, avesse scatenato una serie di eventi che hanno accelerato il disgelo globale, contribuendo a plasmare il clima che conosciamo oggi?


Lo Scenario Catastrofico: L'Inabissamento di Atlantide

Immaginiamo Atlantide non solo come un'isola, ma come una vasta massa continentale o un arcipelago molto esteso posizionato strategicamente al centro dell'Oceano Atlantico. La sua scomparsa non sarebbe stata un semplice affondamento, ma un evento geologico di proporzioni titaniche, probabilmente innescato da una combinazione di attività tettonica, vulcanismo estremo e, forse, un collasso sismico massivo.

Lo scenario di inabissamento avrebbe potuto svolgersi così:

  1. Terremoti e Onde Sismiche Devastanti: L'inizio del collasso di un continente o di una grande massa terrestre genererebbe terremoti di magnitudo senza precedenti, avvertiti a migliaia di chilometri di distanza. Le onde sismiche avrebbero scosso le placche tettoniche adiacenti, potenziando l'attività vulcanica e innescando frane sottomarine su vasta scala.

  2. Mega-Tsunami Planetari: La scomparsa di una massa terrestre di tali dimensioni causerebbe spostamenti d'acqua enormi e rapidi. Ciò genererebbe mega-tsunami che si propagherebbero in tutte le direzioni attraverso gli oceani. Onde alte centinaia di metri si sarebbero abbattute sulle coste di tutti i continenti, spazzando via città costiere, modificando linee di costa e penetrando nell'entroterra per decine, se non centinaia, di chilometri. Le tracce geologiche di tali eventi potrebbero essere ancora sepolte sotto sedimenti costieri o nelle profonde fosse oceaniche.

  3. Variazioni del Livello del Mare (a Breve Termine): Immediatamente dopo l'inabissamento, il volume di acqua spostato potrebbe causare fluttuazioni temporanee e localizzate del livello del mare, con aree che subiscono un improvviso innalzamento e altre un abbassamento prima che l'equilibrio idrostatico si ristabilisca.

  4. Impatto Vulcanico e Atmosferico: Se l'inabissamento fosse stato accompagnato da eruzioni vulcaniche estese, enormi quantità di cenere e gas (come anidride solforosa) sarebbero state iniettate nella stratosfera. Inizialmente, ciò potrebbe aver causato un "inverno vulcanico", con un raffreddamento globale temporaneo dovuto al blocco della luce solare. Tuttavia, il successivo dissolvimento e la ricaduta di queste particelle avrebbero potuto alterare la composizione atmosferica a lungo termine.

  5. Cambiamenti Oceanografici Immediati: La scomparsa di una tale barriera avrebbe alterato istantaneamente le dinamiche delle correnti oceaniche, creando turbolenze, gorghi e spostamenti di masse d'acqua che avrebbero impiegato tempo per stabilizzarsi in un nuovo equilibrio.


Il Ruolo Cruciale della Corrente del Golfo: Un Flusso Rimodulato

Il fulcro della nostra tesi risiede nella Corrente del Golfo, un elemento vitale della circolazione termoalina atlantica (AMOC). Questa "cintura trasportatrice" oceanica è responsabile del trasporto di immense quantità di calore dalle regioni equatoriali e tropicali verso le alte latitudini settentrionali, in particolare riscaldando l'Europa e influenzando l'Artico.

L'ipotesi è la seguente:

Se Atlantide fosse esistita come una massa continentale o un vasto arcipelago nel centro dell'Atlantico, avrebbe agito come una barriera fisica parziale o totale per la Corrente del Golfo. Anche se la corrente fosse riuscita a superarla, il suo flusso sarebbe stato ostacolato, deviato o rallentato. L'inabissamento di Atlantide avrebbe quindi "liberato" questa barriera, permettendo alla Corrente del Golfo di fluire in modo più diretto, più rapido e con maggiore intensità verso nord.


Le Conseguenze Accelerate sullo Scioglimento dei Ghiacciai

La liberazione e l'intensificazione della Corrente del Golfo post-Atlantide sarebbero state un catalizzatore potente per lo scioglimento dei ghiacciai, agendo attraverso diversi meccanismi:

  1. Maggiore Trasporto di Calore all'Artico: Un flusso più potente e meno ostacolato della Corrente del Golfo avrebbe significato un aumento significativo del trasporto di calore oceanico verso le regioni polari settentrionali. Le acque più calde avrebbero raggiunto aree che prima erano più fredde o inaccessibili al calore diretto, innescando un disgelo accelerato.

  2. Erosione Basale e Laterale dei Ghiacciai: Il contatto diretto delle acque oceaniche più calde con le basi delle piattaforme di ghiaccio galleggianti e i margini dei ghiacciai costieri (come quelli della Groenlandia o delle isole artiche) avrebbe causato un'erosione basale e laterale molto più rapida. Questo processo è oggi riconosciuto come uno dei principali motori del disgelo glaciale, in quanto indebolisce la struttura del ghiaccio, rendendolo più suscettibile a crolli e distacchi di iceberg.

  3. Riduzione della Copertura di Ghiaccio Marino: L'acqua più calda avrebbe impedito la formazione di nuovo ghiaccio marino o accelerato lo scioglimento di quello esistente. La riduzione del ghiaccio marino è cruciale perché il ghiaccio bianco riflette la luce solare (effetto albedo), mentre l'acqua scura la assorbe. Meno ghiaccio significa più assorbimento di calore solare nell'oceano, creando un feedback positivo che amplifica ulteriormente il riscaldamento e il disgelo.

  4. Riscaldamento Atmosferico Indotto: Il maggiore rilascio di calore dall'oceano nell'atmosfera alle alte latitudini avrebbe contribuito a un riscaldamento dell'aria ambiente. Questo calore atmosferico avrebbe accelerato lo scioglimento superficiale dei ghiacciai e delle calotte di ghiaccio continentali, come quella della Groenlandia, attraverso processi di ablazione diretti.

  5. Instabilità dei Ghiacciai Terrestri: Lo scioglimento delle piattaforme di ghiaccio galleggianti (ice shelves) che agiscono da "tappo" per i ghiacciai terrestri (come quelli in Antartide o Groenlandia) li avrebbe destabilizzati. Senza il supporto di queste piattaforme, i ghiacciai terrestri possono scorrere più rapidamente verso l'oceano, aumentando drasticamente il loro contributo all'innalzamento del livello del mare.


Conseguenze a Catena e il Mondo Post-Atlantide

L'accelerato scioglimento dei ghiacciai, innescato o potenziato dalla liberazione della Corrente del Golfo, avrebbe portato a una serie di conseguenze a catena che avrebbero rimodellato il pianeta:

  • Innalzamento del Livello del Mare: Il più ovvio effetto sarebbe stato un innalzamento significativo e relativamente rapido del livello del mare su scala globale. Questo avrebbe inondato vaste aree costiere, spostando popolazioni e alterando gli ecosistemi marini e terrestri. Molti dei "miti del diluvio" in varie culture potrebbero trovare un'eco in questi eventi.

  • Cambiamenti nei Modelli Climatici Globali: La riorganizzazione delle correnti oceaniche e la fusione dei ghiacciai avrebbero alterato i modelli di circolazione atmosferica e oceanica su scala globale. Ciò avrebbe potuto portare a cambiamenti nelle precipitazioni, con nuove aree che diventano desertiche e altre che ricevono piogge torrenziali, e a fluttuazioni estreme della temperatura.

  • Dispersione di Popolazioni e Migrazioni: Le inondazioni costiere e i cambiamenti climatici avrebbero costretto le popolazioni a migrare verso l'interno o verso regioni più ospitali. Questo avrebbe potuto innescare conflitti per le risorse e la diffusione di nuove tecnologie e culture.

  • Trasformazione del Paesaggio: La scomparsa del ghiaccio avrebbe rivelato nuove terre, mentre altre sarebbero state sommerse. Fiumi avrebbero cambiato corso, laghi avrebbero prosciugato o si sarebbero espansi, e la geomorfologia di intere regioni sarebbe stata trasformata.

La scienza moderna ci mostra che le correnti oceaniche sono motori climatici potenti e che la stabilità delle calotte glaciali è un equilibrio delicato. Immaginare un evento così drammatico come la scomparsa di un continente che rimodella questi flussi ci permette di apprezzare la complessità e l'interconnessione dei sistemi terrestri. Forse, il mito di Atlantide, al di là della sua narrazione fantastica, porta in sé un'eco lontana di eventi climatici reali e di un mondo che, molto tempo fa, fu plasmato da forze della natura di indicibile potenza. I cambiamenti sulla Terra non avvengono sempre lentamente; esistono numerose prove scientifiche di eventi bruschi e accelerati che hanno rimodellato il pianeta in tempi geologicamente brevi. 


Eventi di Impatto Cosmico

Gli impatti di asteroidi o comete sono l'esempio più lampante di cambiamenti improvvisi. L'evento che portò all'estinzione dei dinosauri circa 66 milioni di anni fa è il caso più noto. L'impatto di un asteroide di circa 10-15 km di diametro nella penisola dello Yucatán (Cratere di Chicxulub) scatenò:

  • Mega-tsunami globali.

  • Terremoti di magnitudo senza precedenti.

  • Incendi diffusi su scala continentale.

  • L'iniezione di un'enorme quantità di polvere e fuliggine nell'atmosfera, che oscurò il sole per mesi o anni, portando a un "inverno da impatto" con crolli della fotosintesi e stravolgimenti climatici rapidissimi. Questo evento causò un'estinzione di massa che eliminò circa il 75% delle specie sulla Terra.


Grandi Eruzioni Vulcaniche (Province Ignee Grandi o LIPs)

Le Grandi Province Ignee (LIPs) rappresentano periodi di vulcanismo su scala massiccia che possono durare milioni di anni, ma con fasi di eruzioni particolarmente intense che avvengono in tempi relativamente brevi (centinaia o migliaia di anni). Questi eventi rilasciano quantità enormi di gas serra (CO2, metano) o aerosol solforati nell'atmosfera, causando:

  • Riscaldamento globale rapido (se dominano i gas serra) o raffreddamento temporaneo (se dominano gli aerosol).

  • Acidificazione degli oceani.

  • Anossia oceanica (mancanza di ossigeno nell'acqua).

Esempi includono le Trappole del Deccan (coincidente con l'estinzione dei dinosauri, sebbene l'impatto sia considerato il fattore dominante finale) e le Trappole Siberiane (circa 252 milioni di anni fa), associate all'Estinzione di Massa del Permiano-Triassico, il più grande evento di estinzione nella storia della Terra, che vide la scomparsa di circa il 96% delle specie marine e il 70% delle specie terrestri in un lasso di tempo geologicamente brevissimo.


Eventi di Inondazione Glaciale (Megaflood)

Durante le ere glaciali e i periodi di deglaciazione, l'accumulo di enormi volumi d'acqua dietro dighe di ghiaccio instabili può portare a inondazioni catastrofiche e improvvise quando queste dighe cedono.

  • Le Missoula Floods (circa 15.000-13.000 anni fa) nel Nord America ne sono un esempio. Il Lago Missoula, un lago glaciale proglaciale, si svuotò ripetutamente attraverso l'erosione di una diga di ghiaccio, rilasciando volumi d'acqua equivalenti a centinaia di volte la portata dell'Amazonas in pochi giorni. Questi eventi scolpirono profondi canyon e depositarono sedimenti su vaste aree, rimodellando il paesaggio in modo drastico.


Cambiamenti Climatici Abrupti 

(Eventi di Dansgaard-Oeschger e Heinrich)

I carotaggi di ghiaccio della Groenlandia e i sedimenti oceanici hanno rivelato che il clima terrestre, specialmente durante l'ultima era glaciale, non è cambiato sempre gradualmente. Gli eventi di Dansgaard-Oeschger sono stati rapidi riscaldamenti climatici (anche di 5-10°C in pochi decenni) seguiti da un lento raffreddamento, mentre gli eventi di Heinrich sono stati periodi di intensa liberazione di iceberg (armate di iceberg) nell'Atlantico settentrionale, probabilmente legati a collassi rapidi delle calotte glaciali, che causarono raffreddamenti abrupti. Questi eventi dimostrano la capacità del sistema climatico di passare da uno stato all'altro in modo molto rapido, a causa di punti di non ritorno o soglie critiche.


Frane Sottomarine Giganti e Tsunami

Il collasso improvviso di grandi masse di terra o sedimenti sottomarini può generare tsunami devastanti. Un esempio è il Grande Smottamento di Storegga (circa 8.200 anni fa) al largo della costa norvegese, che generò uno tsunami alto decine di metri che colpì le coste della Norvegia, delle Isole Shetland, dell'Islanda e probabilmente della Scozia, avendo un impatto significativo sulle popolazioni mesolitiche costiere. Questo tipo di evento è imprevedibile e rapido, con conseguenze immediate sul paesaggio costiero e sulla vita. Queste prove dimostrano chiaramente che la Terra è soggetta a eventi catastrofici che causano cambiamenti rapidi e su larga scala, molto diversi dai lenti processi di erosione o deriva dei continenti.


Integrando il Concetto di Gurdjieff: "Il Diluvio Prima del Diluvio"

Se l'inabissamento di Atlantide, con la sua liberazione della Corrente del Golfo e il conseguente catastrofico scioglimento dei ghiacciai, fosse avvenuto in un'epoca molto più remota, ad esempio attorno al 10.500 a.C. (oppure a seconda della datazione mitologica proposta da Platone, che parlava di 9000 anni prima di Solone, attorno al 9600 a.C.), questo evento su scala planetaria potrebbe essere ciò che il filosofo e mistico Georges I. Gurdjieff intendeva con l'espressione enigmatica "Il Diluvio prima del Diluvio". Gurdjieff, nei suoi scritti e insegnamenti, alludeva a cataclismi preistorici che avrebbero cancellato civiltà avanzate e conoscenze, lasciando solo frammenti e miti. Un evento di tale portata – la scomparsa di un continente, tsunami globali, e un drastico rimodellamento climatico con innalzamento dei mari – si adatterebbe perfettamente alla descrizione di un disastro epocale che precede i diluvi più "recenti" e localizzati, di cui abbiamo maggiori tracce storiche e archeologiche. "Il Diluvio prima del Diluvio" rappresenterebbe quindi il mega-cataclisma primordiale che ha resettato la civiltà umana su scala globale, spingendo i sopravvissuti a ricominciare da zero in un mondo drasticamente alterato.


Il "Diluvio Successivo": Gli Eventi Alluvionali del 3000 a.C.

A distanza di millenni da un ipotetico "Diluvio prima del Diluvio", l'umanità avrebbe avuto il tempo di ricostruire e fiorire, specialmente nelle fertili valli fluviali. Ed è proprio in questo contesto che si inseriscono gli eventi alluvionali attorno al 3000 a.C., che possono essere associati al "diluvio successivo" di cui parlano molte tradizioni, compreso il racconto biblico. Questi eventi non furono globali come l'ipotetico cataclisma atlantideo, ma ebbero un impatto devastante e duraturo sulle civiltà nascenti in regioni chiave.

Zone Coinvolte e Loro Impatto

Il focus principale di questi eventi alluvionali è la Mesopotamia, la "terra tra i due fiumi" (Tigri ed Eufrate), culla di alcune delle prime e più significative civiltà umane (Sumeri, Accadi). Tuttavia, eventi simili si sono verificati anche in altre regioni.

  1. Mesopotamia:

    • Zone Coinvolte: Le città sumere lungo il Tigri e l'Eufrate, come Ur, Kish, Shuruppak, Uruk, Lagash e altre.

    • Cause: Le inondazioni in Mesopotamia erano principalmente il risultato di piogge torrenziali e/o scioglimento rapido delle nevi nelle montagne anatoliche e armene, che alimentavano i fiumi Tigri ed Eufrate. Il terreno pianeggiante e alluvionale della Mesopotamia era particolarmente vulnerabile a questi straripamenti, che potevano trasformarsi in eventi di proporzioni catastrofiche. Le dighe e i sistemi di irrigazione rudimentali dell'epoca erano insufficienti a contenere tali volumi d'acqua.

    • Impatto: Queste inondazioni non furono necessariamente simultanee o di pari entità in tutte le città, ma ebbero un impatto locale o regionale estremamente distruttivo, distruggendo insediamenti, campi agricoli e infrastrutture. L'acqua e il fango avrebbero spazzato via intere comunità, lasciando dietro di sé distruzione e disperazione.

  2. Altri Eventi Regionali Coevi (o con prove di inondazioni significative):

    • Valle dell'Indo: Sebbene meno documentati archeologicamente per questo periodo specifico rispetto alla Mesopotamia, le civiltà della Valle dell'Indo (come Harappa e Mohenjo-Daro) vivevano in un ambiente fluviale simile ed erano soggette a inondazioni. Ci sono prove di cicli di inondazioni e abbandono in alcune aree.

    • Nilo: Anche l'Egitto era basato sul Nilo, ma le sue inondazioni erano generalmente più prevedibili e benefiche (deposizione di limo fertile). Tuttavia, periodi di inondazioni eccezionalmente alte potevano causare danni.

    • Cina (Fiume Giallo): La storia antica cinese è ricca di riferimenti a grandi inondazioni del Fiume Giallo, spesso personificate come disastri divini o prove per i governanti.


Prove Scientifiche a Supporto

Le prove di questi eventi alluvionali del 3000 a.C. non provengono da un singolo strato di diluvio globale, ma da scoperte archeologiche e geologiche regionali:

  1. Stratigrafia Archeologica:

    • Ur (scavi di Leonard Woolley, anni '20): Woolley scoprì uno spesso strato di argilla pura, priva di reperti archeologici, che si estendeva per diversi metri sotto gli strati abitati. Questo strato di limo e argilla, interpretato come il deposito di un'enorme inondazione, era spesso quasi 3 metri in alcune fosse, indicando un evento di grande portata. Sopra questo strato "sterile" riprendeva la civiltà, con ceramiche diverse, suggerendo una rottura e una rinascita. La datazione di questo strato a Ur è stata stimata intorno al 2900 a.C.

    • Kish: Anche a Kish furono trovati strati di alluvione risalenti a circa il 3000-2900 a.C., e un altro intorno al 2600 a.C., indicando più eventi distinti di inondazione.

    • Shuruppak: Altri scavi hanno rivelato prove di inondazioni catastrofiche a Shuruppak, la città di Utnapishtim, il "Noè" sumero. La datazione di questi strati è anch'essa intorno al 2900 a.C.

  2. Geologia e Sedimentologia:

    • L'analisi dei sedimenti fluviali in Mesopotamia ha confermato la presenza di grandi eventi di inondazione nel passato. Questi strati di argilla e limo sono consistenti con il tipo di depositi lasciati da inondazioni di fiumi come il Tigri e l'Eufrate. La granulometria e la composizione dei sedimenti possono indicare l'energia e la fonte dell'acqua.

  3. Letteratura Cuneiforme:

    • Il supporto più affascinante proviene dai testi antichi stessi. L'Epopea di Gilgamesh e altri testi sumeri e accadici contengono racconti dettagliati di un grande diluvio. La versione sumera più antica, il Poema di Atrahasis, descrive una catastrofe alluvionale mandata dagli dei. Questi racconti, nati proprio in Mesopotamia, sono stati quasi certamente ispirati da eventi alluvionali reali di proporzioni devastanti che hanno lasciato un'impronta indelebile nella memoria collettiva. Il fatto che questi testi emergano dalla regione dove sono state trovate le prove archeologiche rafforza il legame.


Conclusione: Due Diluvi, Due Scenari

In quest'ottica, la distinzione tra "Il Diluvio prima del Diluvio" e il "diluvio successivo" diventa molto chiara. Il primo, un cataclisma di portata globale come l'inabissamento di Atlantide, avrebbe rappresentato un'era di cambiamenti planetari drastici, portando l'umanità sull'orlo dell'estinzione e modificando radicalmente la geografia e il clima del mondo. Il secondo, gli eventi alluvionali del 3000 a.C. in Mesopotamia (e forse altrove), pur essendo regionali, furono sufficientemente devastanti da essere tramandati attraverso generazioni, dando origine ai miti del diluvio universale che conosciamo oggi. Questi ultimi, supportati da chiare prove archeologiche e testuali, rappresentano le memorie storiche di catastrofi naturali che, sebbene non globali, erano di portata apocalittica per le società che le subirono.




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