Dal Medioevo Oscuro al Complesso di Superiorità: Viaggio nell'Ego Occidentale (con Appunti a Margine degli Arabi)
Nell'immaginario collettivo occidentale, il Medioevo è spesso dipinto come un'epoca di oscurità per l'Europa, in netto contrasto con la fioritura culturale e scientifica del mondo islamico. Eppure, raramente ci soffermiamo su come questo contrasto fosse percepito dall'altra parte della barricata: dagli storici e cronisti arabi che, durante le Crociate, si trovarono a contatto diretto con i "Franchi" (come chiamavano gli europei occidentali). Le loro descrizioni, spesso permeate da shock culturale e un senso di superiorità, dipingono un quadro degli occidentali come rozzi, ignoranti e, a volte, persino "bestiali". Lungi dall'essere semplici pregiudizi, questi resoconti offrono una prospettiva storica inestimabile e ci ricordano che la civiltà è un concetto relativo, mutevole nel tempo e nello spazio. Esaminiamo il contributo di tre figure autorevoli le cui opere offrono uno sguardo impietoso, ma prezioso, sul divario culturale tra Oriente e Occidente nel Medioevo.
1. Usama ibn Munqidh (1095-1188):
Il Cavaliere che Vide i Franchi da Vicino
Tra i più noti e affascinanti cronisti arabi del periodo delle Crociate spicca Usama ibn Munqidh, un principe, cavaliere, diplomatico e letterato siriano. Le sue memorie, il "Kitāb al-Iʿtibār" (Libro delle Riflessioni o Libro degli Insegnamenti), non sono una cronaca storica in senso stretto, ma piuttosto una raccolta di aneddoti, osservazioni e riflessioni personali. Usama ebbe contatti frequenti e prolungati con i crociati, sia in battaglia che durante periodi di tregua, sviluppando una conoscenza intima delle loro usanze, che trovava spesso incomprensibili o riprovevoli. Le sue osservazioni sui Franchi sono una miniera d'oro per comprendere le percezioni arabe:
Medicina Rudimentale: Usama racconta con orrore episodi di pratiche mediche franche che gli sembravano barbare. Descrive un caso in cui un medico franco amputò la gamba di un cavaliere per una ferita che un medico musulmano avrebbe curato con impacchi, o un altro in cui la testa di una donna fu rasata e poi incisa per curare la "possessione", causando la morte della paziente. Per Usama, la medicina franca era primitiva e pericolosa, un netto contrasto con le avanzate conoscenze mediche islamiche.
Mancanza di Igiene: La pulizia personale era un punto dolente. Usama allude ripetutamente alla scarsa igiene dei Franchi, abituato com'era ai bagni pubblici e alle abluzioni rituali del mondo islamico. Il contrasto era evidente e spesso motivo di disprezzo.
Comportamenti e Usanze Stravaganti: Descrive i Franchi come privi di buone maniere, impulsivi e a volte selvaggi. Racconta di un cavaliere franco che, vedendo Usama recitare, lo tirò per la barba, credendo di fare un gesto di amicizia. Tali episodi sottolineano una profonda incomprensione delle rispettive etichette sociali.
Giustizia e Onore: Sebbene Usama mostri a volte un certo rispetto per il coraggio individuale dei Franchi, condanna spesso la loro giustizia sommaria e la loro incapacità di mantenere la parola data in modo affidabile come i musulmani.
Il tono di Usama è spesso quello di un osservatore divertito e sbalordito, ma anche profondamente critico, che paragona costantemente la rozzezza franca alla raffinatezza islamica.
2. Ibn Jubayr (1145-1217):
Il Viaggiatore che Documentò la Desolazione Franco-Siriana
Ibn Jubayr fu un geografo e viaggiatore andaluso che, nel 1184, intraprese un pellegrinaggio alla Mecca, che lo portò ad attraversare ampi territori controllati dai crociati in Siria e Palestina. Il suo "Rihla" (Viaggio) è una dettagliata cronaca dei luoghi visitati, dei popoli incontrati e delle loro usanze. Sebbene non si soffermi quanto Usama sui singoli aneddoti, la sua descrizione del paesaggio e delle città sotto dominio franco è eloquente. Ibn Jubayr dipinge un quadro di oppressione e declino economico nelle terre franche, specialmente in contrasto con la prosperità delle città musulmane vicine:
Povertà e Arretratezza: Nelle aree controllate dai Crociati, Ibn Jubayr nota una minore prosperità e una maggiore povertà rispetto alle regioni musulmane. Questo era spesso attribuito alla tirannia dei signori franchi e alla loro incapacità di gestire le risorse in modo efficiente.
Mancanza di Raffinatezza Urbana: Le città franche, pur avendo alcune fortificazioni imponenti, erano descritte come meno vivaci e meno pulite rispetto ai centri urbani islamici. La mancanza di strutture avanzate, come ospedali o università (comuni nel mondo islamico), contribuiva a questa percezione di arretratezza.
Disordine e Ingiustizia: Sebbene riconosca che alcuni Franchi potevano essere tolleranti, il quadro generale che emerge è di un'amministrazione meno equa e più arbitraria rispetto a quella islamica. I musulmani che vivevano sotto il dominio franco erano spesso soggetti a tassazioni elevate e ingiustizie.
La sua opera, pur essendo più un diario di viaggio che un'analisi etnografica, offre un'importante testimonianza di come l'impatto della presenza franca fosse percepito come negativo sul benessere e sulla civiltà delle regioni occupate.
3. Imad ad-Din al-Isfahani (1125-1201):
Il Segretario di Saladino e il Narratore della Vittoria
Imad ad-Din al-Isfahani fu un celebre storico, scrittore e segretario del sultano Saladino, la figura simbolo della resistenza musulmana contro i crociati. La sua opera più importante, "al-Fath al-Qussi fi al-Fath al-Qudsi" (La Conquista Sublima della Santa Conquista), è una dettagliata cronaca delle campagne di Saladino, in particolare della riconquista di Gerusalemme. Come storico di corte, la sua narrativa è inevitabilmente intrisa di una prospettiva musulmana trionfalistica, che glorifica le gesta di Saladino e denigra i nemici crociati. Nelle sue descrizioni, i Franchi sono spesso dipinti con tratti negativi per esaltare la grandezza islamica:
Ferocia e Barbarie: Imad ad-Din enfatizza la brutalità dei Franchi, descrivendo la loro ferocia in battaglia e le loro atrocità. Questo serviva a giustificare la "guerra santa" contro di loro e a dipingerli come nemici disumani, privi di pietà o onore.
Ignoranza e Mancanza di Fede: I Crociati sono spesso ritratti come ignoranti in materia religiosa (dal punto di vista islamico) e spiritualmente corrotti. La loro "fede" era vista come una deviazione dalla vera via, e la loro sete di conquista come mera avidità.
Arroganza Ingiustificata: Nonostante la loro presunta superiorità tecnologica (come le armature pesanti), la loro arroganza era spesso rappresentata come la causa della loro disfatta, un segno della loro cecità di fronte alla giustizia divina.
L'opera di Imad ad-Din è meno interessata alle sfumature culturali di Usama, concentrandosi invece sulla narrazione epica del conflitto e sulla demonizzazione del nemico, contribuendo a rafforzare l'immagine dei Franchi come barbari e "bestie" da sconfiggere.
Un Ricordo Utile per l'Alterigia Moderna
Le cronache di Usama ibn Munqidh, Ibn Jubayr e Imad ad-Din al-Isfahani, pur con le loro diverse angolazioni e scopi, convergono nel presentare un'immagine degli occidentali del XII secolo come incivili, primitivi e a volte selvaggi agli occhi raffinati del mondo islamico. Queste descrizioni, per quanto scomode per la sensibilità moderna, sono cruciali per una comprensione completa delle interazioni culturali dell'epoca. Ci ricordano che la civiltà è un concetto dinamico e che ogni cultura tende a valutare le altre attraverso il proprio prisma. Oggi, in un'epoca di globalizzazione e di rinnovate tensioni tra "Oriente" e "Occidente", è utile riflettere su queste antiche percezioni. L'Occidente moderno, con la sua innegabile influenza e il suo spesso presunto primato culturale e tecnologico, potrebbe cadere nella stessa alterigia che, ironicamente, i nostri antenati manifestavano nei confronti degli "altri". La lezione di questi storici arabi è un monito contro l'etnocentrismo e un invito all'umiltà intellettuale.