La figura degli angeli e arcangeli ha popolato l'immaginario religioso per millenni, evocando visioni di esseri eterei, messaggeri divini, custodi celesti e incarnazioni della perfezione morale e spirituale. Dal cherubino biblico all'arcangelo Gabriele, queste entità sono tradizionalmente percepite come puramente spirituali, incorporee, infallibili e intrinsecamente connesse a un Dio trascendente e onnipotente. Georges Ivanovich Gurdjieff, il controverso mistico e maestro spirituale armeno del XX secolo, smantella radicalmente queste concezioni. Nelle sue opere, in particolare ne "I Racconti di Belzebù a Suo Nipote", Gurdjieff presenta una cosmologia complessa e meccanicistica dove gli angeli e arcangeli non solo sono descritti in termini sorprendentemente non tradizionali, ma le loro azioni e la loro stessa natura mettono in discussione ogni preconcetto. Lungi dall'essere entità incorporee di pura luce, Gurdjieff li raffigura come "funzionari cosmici" con corpi fisici, soggetti a errori e a leggi fisiche universali, la cui interazione con l'umanità è stata tutt'altro che quella di benevoli guide celesti.
1. La Natura Materiale degli Esseri Superiori: "Tutto è Materia, Cambia Solo la Densità"
Il primo e più scioccante punto di divergenza tra la visione di Gurdjieff e le tradizioni è la natura degli angeli e arcangeli. Nelle religioni abramitiche (Cristianesimo, Ebraismo, Islam), gli angeli sono esseri creati da Dio, spesso intesi come puri spiriti o con corpi glorificati che trascendono la materialità terrena. Sono descritti come privi di sessualità, fame, sete o sonno, e la loro esistenza è al di fuori delle leggi della fisica come le conosciamo. Gurdjieff capovolge questa prospettiva. Nel suo universo, "tutto è materia", un principio fondamentale che permea ogni livello dell'esistenza. La differenza tra un sasso, un essere umano, un arcangelo e persino il "Assoluto" (il Creatore) risiede non nell'essere o meno materia, ma nella sua densità, vibrazione e grado di raffinazione. Un arcangelo, pur essendo infinitamente più "sottile" e "perfetto" nella sua costituzione rispetto a un essere umano, possiede comunque una forma di materialità. Questa "materia sottile" è ciò che permette loro di interagire con le leggi cosmiche e di esistere come entità distinte. Questa concezione implica che gli angeli e arcangeli non sono astratti principi spirituali, ma entità concrete, con una loro struttura e funzionamento interno, seppur su un piano di esistenza che va oltre la nostra percezione sensoriale ordinaria. Possiedono corpi, che Gurdjieff potrebbe definire "corpi superiori" o "corpi sottili" (come il corpo Kesdjan e il corpo dell'Anima, che gli esseri umani devono sviluppare), ma anche un corpo "fisico" nel senso di essere una manifestazione tangibile, seppur raffinatissima, della materia cosmica. Questo "corpo fisico" è intrinseco alla loro esistenza e al loro operato nell'economia universale.
2. Funzionari Cosmici Soggetti a Leggi e Errori: Addio All'Infallibilità Divina
Nelle religioni tradizionali, gli angeli sono spesso dipinti come esseri infallibili, puri, obbedienti alla volontà divina e incapaci di peccato (con l'eccezione degli angeli caduti, ma anche in quel caso si tratta di una ribellione contro la perfezione, non di un errore di calcolo o giudizio nel senso gurdjieffiano). Sono agenti perfetti di un ordine divino. Gurdjieff demolisce anche questo mito. Angeli e arcangeli, pur essendo di un ordine di intelligenza e perfezione molto superiore a quello umano, sono presentati come "funzionari" o "servitori" dell'Assoluto, incaricati di mantenere l'equilibrio e il funzionamento dell'immenso sistema cosmico. In questo ruolo, non sono immuni da errori di giudizio, da calcoli imprevidenti o da conseguenze non volute delle loro azioni, anche se per scopi cosmici superiori. L'esempio più lampante e cruciale è l'introduzione dell'Organo Kundabuffer. Secondo la narrazione di Belzebù, in un'epoca remotissima, per prevenire una catastrofe cosmica causata dalla prematura acquisizione della coscienza oggettiva da parte degli esseri tricerebrali (antenati degli umani), un Consiglio di Esseri Superiori, presieduto dall'Arcangelo Luisos (o Sakaki), decise di impiantare negli esseri un organo provvisorio, il Kundabuffer. L'intento era quello di limitare la loro percezione della realtà, rendendoli incapaci di vedere la verità oggettiva e di comprendere il loro vero scopo, distogliendoli da una comprensione pericolosa. L'idea era che l'organo sarebbe stato rimosso una volta superato il pericolo. Tuttavia, a causa di una "imprevidenza" da parte degli esseri superiori, le conseguenze dell'organo Kundabuffer si cristallizzarono nella psiche umana, lasciando l'umanità in uno stato di "sonno", meccanicità, autoinganno e incapacità di percepire la realtà oggettiva. Questo non fu un atto malvagio, ma una conseguenza non intenzionale di un'azione benintenzionata, presa in un contesto di emergenza cosmica.
Questo episodio rivela che gli esseri superiori gurdjieffiani:
Operano in un contesto di leggi e necessità cosmiche, non per capriccio divino.
Prendono decisioni che hanno conseguenze profonde, anche a lungo termine.
Possono commettere errori di valutazione o calcolo, non per malizia, ma per complessità delle dinamiche universali.
Non sono "salvatori" o "intercessori" nel senso tradizionale, ma figure che hanno contribuito, seppur involontariamente, allo stato attuale di deviazione dell'umanità dal suo vero potenziale.
3. Implicazioni e Confronto con le Tradizioni Religiose
La visione gurdjieffiana crea un abisso con le dottrine consolidate:
Libero Arbitrio e Responsabilità Umana: Nelle tradizioni, la condizione umana (il "peccato originale", la "caduta") è spesso attribuita a una scelta di disobbedienza umana o all'influenza di un "angelo caduto" malvagio (es. Lucifero). In Gurdjieff, la deviazione dell'umanità è una conseguenza diretta di un intervento "benevolo" degli esseri superiori, seppur mal calcolato. Questo sposta l'asse della responsabilità: l'uomo è condizionato non da una colpa morale primordiale sua, ma da un meccanismo imposto. Questo, paradossalmente, rende ancora più urgente e difficile il lavoro di risveglio individuale, in quanto l'uomo deve superare una limitazione strutturale imposta da "altri".
Nessuna Intercessione o Grazia Esterna: Se gli angeli hanno contribuito al nostro "sonno", non ci si può aspettare da loro alcuna salvezza o grazia esterna. L'evoluzione e il risveglio sono un compito esclusivamente umano, che richiede sforzo intenzionale, sofferenza cosciente e un lavoro rigoroso su se stessi. La "Quarta Via" di Gurdjieff non prevede preghiere ad angeli per ottenere favori o protezione.
Un Cosmo Freddo e Meccanico: La visione di Gurdjieff è meno "consolatoria" delle teologie tradizionali. Non c'è un Dio antropomorfo che si preoccupa delle sorti individuali o che invia angeli per proteggere. C'è un sistema universale dove le leggi operano implacabilmente, e anche gli esseri superiori sono parte di questo meccanismo, svolgendo funzioni specifiche per il mantenimento dell'armonia complessiva, anche se ciò significa imporre limitazioni a un'altra specie.
4. "Angeli in Astronave": Eco nell'Ufologia Moderna
L'osservazione che questa immagine di "angeli in astronave" risuona con certe interpretazioni dell'ufologia moderna è estremamente perspicace. Questo è un punto di contatto affascinante che collega la cosmologia di Gurdjieff ad alcune teorie contemporanee:
Antichi Astronauti e Dei-Alieni: Alcune teorie dell'ufologia, come quelle associate ad autori come Erich von Däniken ("Gli Dei Erano Astronauti"), suggeriscono che le figure divine, angeliche o mitologiche di antiche civiltà non fossero esseri spirituali, ma visitatori extraterrestri altamente avanzati che interagirono con l'umanità primitiva. Questi "dei" o "angeli" avrebbero portato conoscenze, tecnologie e forse anche alterato la genetica umana. L'idea di Gurdjieff di esseri superiori che viaggiano attraverso il cosmo e intervengono sulla biologia/psiche umana (con il Kundabuffer) ha una sorprendente risonanza con questo filone.
Tecnologia e Materia Sottile: Se gli esseri superiori di Gurdjieff possiedono corpi (anche se sottili) e operano in un universo dove tutto è materia, allora i loro spostamenti tra pianeti o sistemi solari richiederebbero mezzi di trasporto. Questi "mezzi" non sarebbero necessariamente le astronavi metalliche che immaginiamo, ma potrebbero essere veicoli costruiti con materiali a densità diverse, che sfruttano principi fisici avanzati (es. campi di forza, manipolazione dello spazio-tempo) per coprire distanze immense. Questa idea si allinea con alcune teorie ufologiche che postulano velivoli extraterrestri capaci di manovre impossibili per la nostra tecnologia, suggerendo una comprensione superiore delle leggi della fisica.
Non Indifferenza, Ma Funzionalità: Sia Gurdjieff che alcune teorie ufologiche presentano gli "alieni" o "esseri superiori" non come divinità onnipotenti e benevoli nel senso tradizionale, ma come entità che interagiscono con l'umanità per scopi che rientrano in un quadro cosmico più ampio, spesso al di là della nostra comprensione. L'intervento non è per "salvare" o "punire", ma per adempiere a una funzione o a una necessità superiore nel grande schema delle cose. La "gestione" del Kundabuffer da parte degli arcangeli gurdjieffiani è un parallelismo quasi perfetto con l'idea di manipolazione o osservazione umana da parte di razze aliene.
Conclusione: Un Cosmo Senza Certezze Facili
La visione di Gurdjieff su angeli e arcangeli è una delle più radicali e meno comprese del suo vasto sistema. Essa ci costringe a ripensare non solo la natura del divino e del sacro, ma anche il nostro posto nell'universo. Lungi dall'essere figure eteree di pura benevolenza, gli esseri superiori di Gurdjieff sono entità concrete, operanti all'interno di leggi cosmiche, capaci di errori e le cui azioni hanno avuto un impatto determinante sulla condizione umana. Questa prospettiva, sebbene priva delle rassicurazioni offerte dalle fedi tradizionali, offre una sfida: il risveglio e l'evoluzione non sono doni o grazie calate dall'alto, ma il frutto di un lavoro arduo e cosciente che l'individuo deve intraprendere su se stesso. E in un universo dove anche gli arcangeli necessitano di "mezzi" per viaggiare tra le stelle e possono commettere "imprevidenze" che modellano la realtà umana, la nostra ricerca di comprensione e auto-perfezione assume una dimensione ancora più urgente e autonomamente responsabile. Questo ci spinge a guardare non solo in alto, ma anche profondamente dentro di noi, riconoscendo che la nostra "caduta" non è solo morale, ma anche una questione di fisica e meccanismi cosmici, la cui comprensione è il primo passo verso una vera liberazione.