Il pensiero oggettivo è lo sguardo dall'Alto. Uno sguardo libero, che vede. Senza questo sguardo posato su di me e che mi vede, la mia vita è la vita di un cieco, che va dove l'impulso lo spinge, senza sapere perché o come. Senza questo sguardo posato su di me, non posso sapere di esistere. Ho il potere di elevarmi al di sopra di me stessa e di vedermi liberamente... di essere visto. Ho il potere di impedire che il mio pensiero sia schiavo. Per questo, deve abbandonare tutte le associazioni che lo tengono prigioniero, passivo. Deve tagliare i fili che lo legano a tutte queste immagini, a tutte queste forme; deve liberarsi dalla costante attrazione dell'emozione. Deve sentire il potere che ha di resistere a questa attrazione, di vederla mentre si eleva costantemente al di sopra di essa. In questo movimento il pensiero diventa attivo; diventa attivo nell'atto di purificarsi; e in questo modo acquisisce uno scopo, un unico scopo: pensare "io", realizzare "ch...