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Visualizzazione dei post da 2024

Gurdjieff e la concezione del Bene e del Male (Alfred R. Orage)

Reese: Se ricordo bene, in origine non esisteva una concezione del bene e del male come quella che abbiamo ora; è nata dall’idea di positivo e negativo. È una degenerazione di queste idee, in cui uno stato come la fame, per esempio, può essere considerato malvagio. Orage: Ricorda che questi concetti di bene e di male non sono mai entrati nell’esperienza dell’uomo fino a quando la ragione oggettiva non è degenerata. C’era una discriminazione di valori prima di allora, ma era disinteressata: differenze qualitative derivanti da differenze di natura. Dopo il declino della ragione oggettiva, questa discriminazione venne associata al centro emozionale e ai suoi interessi, e il bene e il male presero il posto del positivo e negativo. Lucille: Non era presente alcun elemento neutralizzante, vero? Orage: Ricorda che un certo essere introdusse il concetto di bene e il male nel mondo. Fu fatto notare il suo errore, che non aveva sufficientemente sottolineato l’elemento neutralizzante. Sorge la do...

Il Sufismo e la Quarta Via di Gurdjieff: Una Relazione Controversa

Le origini del “Lavoro”, il sistema insegnato dal maestro spirituale esoterico greco-armeno, George Ivanovich Gurdjieff (c. 1866-1949), rimangono oscure e le sue fonti sono state ricercate in una serie di tradizioni religiose, più comunemente nel Buddismo, Cristianesimo e Sufismo.[1] Questo capitolo s’interroga sull’affermazione che l’insegnamento di Gurdjieff sia ampiamente derivato da fonti islamiche, in particolare dal Sufismo dell’Asia centrale. Gurdjieff parlò del suo sistema come di “Cristianesimo Esoterico”, e la sua cosmologia ha un debito con il neoplatonismo, in particolare con le opere di Giamblico, (Azize, 2010). Tuttavia, il suo allievo John Godolphin Bennett (1897-1974) credette che il Sufismo fosse la fonte ultima dell’insegnamento di Gurdjieff. Nel seguente capitolo, quest’influenza viene identificata in quattro aree del Lavoro. In primo luogo, i viaggi di Gurdjieff alla ricerca della saggezza, raccontati in forma romanzata in “Incontri con uomini straordinari” (1963), ...

La morte di Gurdjieff (Dr. William J. Welch)

Fui chiamato al telefono. Da Parigi giunse voce che Gurdjieff fosse gravemente malato, e mi fu chiesto se avessi potuto spedire al suo medico di Parigi dell’albumina sierica che era stata recentemente resa disponibile negli Stati Uniti. Gurdjieff non era stato molto bene quando arrivò a New York nell’inverno del 1948, ma non sembrava gravemente malato e non si era mai messo a letto. Era tormentato da una tosse tracheale spasmodica, un rombo profondo, gorgogliante, che rifletteva non solo un’infiammazione cronica alla base dei suoi polmoni, ma anche il suo amore per le Gaulois Bleu, la popolare sigaretta francese con tabacco nero turco aspro e grasso. La sua circonferenza addominale era eroica, e la sua presenza nel bagno turco, anche se non pantagruelica, era quantomeno all’altezza del Balzac di Rodin. Fu così che con i ricordi del vigore non più giovane, ma robusto e invecchiato di Gurdjieff, udii con incredulità, nella tarda estate del 1949, della sua forza in diminuzione e del deter...