Passa ai contenuti principali

Il Viaggio delle Sagge Bugie di Mullah Nasreddin


Nasreddin Hodja era stanco, ma la sua fatica non era dovuta alle lunghe ore in sella al suo asino, bensì alla proverbiale pigrizia che affliggeva i villaggi della regione. Tutti rimandavano la cura della loro anima come se fosse un debito insignificante. "Domani," dicevano. "Dopo il raccolto." "Quando il tempo sarà più fresco." Con il suo asino e il suo turbante sbilenco, Nasreddin decise che era il momento di un'emergenza spirituale. La verità era troppo lenta; ci voleva una bugia a fin di bene.

La sua prima tappa fu Rūstā-ye Takhīr, noto per la sua arte nel procrastinare. Nasreddin si posizionò al centro della piazza e batté le mani.

"Ascoltate, gente di Takhīr! Ho una notizia terribile! Il Sultano ha firmato un nuovo decreto. Da oggi, ogni minuto che una persona passa senza riflettere sulla propria condotta o senza dedicarsi a un atto di gentilezza... dovrà pagare una Tassa sulla Sospensione Spirituale! Dieci monete d'argento per ogni ora di pigrizia interiore accumulata. E il calcolo parte da stamattina!"

Gli abitanti si guardarono orripilati, e in un attimo, molti iniziarono a compiere atti affrettati di meditazione e carità.

"Solo chi ha la prova di aver già compiuto un piccolo sforzo interiore oggi sarà esente. Affrettatevi! Non sapete quanti debiti state già accumulando!"

La vera ricchezza non tollera il differimento. È il valore che diamo all'attimo presente.

Proseguì fino a Rūstā-ye Kund, un villaggio così apatico che l'erba cresceva più velocemente delle loro intenzioni. Lì, Nasreddin mormorò una finta e drammatica profezia.

"Amici! Ascoltate un antico oracolo! Ho saputo che il destino ha legato l'evoluzione dell'anima alla terra! Se non vi impegnate a migliorare voi stessi entro domani a mezzogiorno... tutti i vostri raccolti di fagioli e lenticchie si trasformeranno in pietre dure e indigeribili! Parlo di sassi che vi spezzeranno i denti!"

Tutti amavano i fagioli. La minaccia agricola ebbe successo, e la piazza si svuotò in un attimo in un fervore di buona volontà. A volte, l'unico modo per muovere un uomo è minacciare ciò che ama mangiare.

Arrivato a Rūstā-ye Ghaflat, il villaggio dell'oblio spirituale, Nasreddin riservò la sua bugia più profonda. Si sedette in silenzio fino a quando un piccolo gruppo si radunò. La sua voce era un sussurro spaventoso.

"Ahimè, gente di Ghaflat, temo di aver viaggiato invano. Ho saputo un segreto: la pigrizia in questo villaggio è così radicata che le vostre anime non si stanno formando correttamente. Voi avete un corpo e un nome, ma l'anima deve essere creata attraverso il lavoro. Se rimandate la vostra introspezione, la vostra gentilezza, il vostro risveglio, quando il vostro corpo morirà, non ci sarà nulla da salvare. Voi non esisterete più. Sarete solo un mucchio di cenere che non ha mai formato l'essenza eterna di sé. Il vostro ricordo svanirà perché non c'è anima a ricordarlo."

La paura che non rimanesse nulla di sé, nemmeno come ricordo, li colpì al cuore e l'attività interiore riprese con un fervore cupo. L'esistenza è un dono, ma l'anima è un lavoro. Senza sforzo, l'anima è un sogno non realizzato.

A Rūstā-ye Khwāb-Ālūde, dove il problema era l'eccesso di sonno, Nasreddin cambiò tono.

"Ascoltate! Ho scoperto una malattia che si diffonde tra i pigri! Il Contagio Felino! Se non lavorate immediatamente sulla vostra coscienza, inizierete a miagolare e a inseguire i topi!"

L'idea di perdere la loro dignità umana terrorizzò l'anziano del villaggio.

"Sì! E non potrete più pronunciare una singola parola di saggezza, solo Miao! Sarete condannati a leccarvi il pelo e dormire per sempre al sole. È la punizione per chi usa l'intelligenza solo per rimandare!"

La vera essenza umana si manifesta nell'intenzione e nell'azione, non nell'ozio.

Gli abitanti di Rūstā-ye Bahāne erano maestri nel trovare giustificazioni.

"Avviso Ufficiale!" annunciò Nasreddin. "Le Guardie del Sultano stanno arrivando! Confischeranno il simbolo della vostra intelligenza! Ho un ordine: chiunque sia sorpreso a dare una scusa per la propria ignoranza interiore, o a rimandare una buona azione... perderà immediatamente il suo turbante! E non solo! Il turbante confiscato verrà usato per lucidare gli stivali delle Guardie!"

L'idea di un'onta così grande, che il loro orgoglioso copricapo fosse ridotto a straccio, li fece arrossire.

"Non abbiate scuse, gente! Un turbante pulito è un segno di una mente pulita! Iniziate a lavorare, o vi ritroverete con la testa nuda e la vergogna!"

La scusa è il rifugio della mente pigra. L'azione è l'unico vero copricapo.

A Rūstā-ye Har-gīz, l'indolenza era tale che nessuno si degnava di aiutare i vicini. Nasreddin indicò il suo asino, che come al solito, sembrava indifferente a tutto.

"Osservate il mio asino, miei amici! Sapete perché è così calmo e saggio? Perché in un'altra vita, era un uomo che rimandava il suo sviluppo spirituale! E come punizione, è stato trasformato in ciò che simboleggiava: un animale da soma, privo di libero arbitrio e condannato alla noia eterna!"

Continuò, con tono cupo: "E la sua maledizione è contagiosa! Chi di voi non compie una buona azione entro sera, si risveglierà con il desiderio irresistibile di mangiare solo fieno e di tirare un carretto! Non commettete lo stesso errore del mio asino!"

La vita senza uno scopo superiore ci riduce a semplici creature di abitudine.

Il villaggio finale, Rūstā-ye Harthā, era il più materialista. Qui, l'evoluzione interiore era vista come una perdita di tempo. Nasreddin annunciò con aria misteriosa:

"Amici, ho trovato una vecchia mappa! C'è un tesoro sepolto nel centro di questo villaggio! Ma c'è una condizione... l'unico modo per dissotterrarlo è dimostrare di aver lavorato sulla propria anima. Il forziere si aprirà solo con la chiave della consapevolezza!"

La folla impazzì e i più avidi iniziarono a scavare immediatamente. Nasreddin intervenne con una sghignazzata.

"Fermatevi! Se scavate con le mani avide di denaro, troverete il forziere, sì, ma dentro ci sarà solo... sabbia e vecchi calzini logori! Il vero tesoro, l'oro vero, apparirà solo se scavate in voi stessi prima di scavare la terra. Solo una buona azione disinteressata rivelerà la vera ricchezza!"

L'ironia li costrinse a riconsiderare l'ordine delle loro priorità. Il vero valore della vita non è ciò che si accumula, ma ciò che si crea dentro di sé.

Dopo il suo lungo viaggio, Nasreddin si allontanò al trotto leggero del suo asino. Sapeva che le sue "bugie" non avrebbero generato santi, ma avevano scosso gli abitanti dalla loro apatia. Aveva sostituito il "domani" della pigrizia con l'"oggi". La saggezza, a volte, ha bisogno di un travestimento buffo per essere ascoltata.





Post popolari in questo blog

Gurdjieff: Cosa significa realmente "Cercare di non esprimere Emozioni Negative"

Di tutte le indicazioni e i suggerimenti di Gurdjieff per l'attuazione pratica delle sue idee, quello che sembra essere stato più persistentemente frainteso è la sua raccomandazione di "cercare di non esprimere negatività". A prescindere da quanto spesso si possa ricordare agli studenti che il Lavoro potrebbe riguardare l'evoluzione psicologica, non si tratta di psicoterapia. Non si tratta di sopprimere o reprimere sentimenti, comportamenti e reazioni. Non si tratta di imparare a fingere di essere al di là della reattività. Non si tratta di migliorare la propria personalità per apparire una persona più gentile o più spirituale. Ho visto persone scoraggiate e frustrate con se stesse per anni, che si chiedevano se stessero fallendo, se non si stessero "impegnando abbastanza" quando riferivano che, nonostante tutti gli sforzi che avessero cercato di mettere in atto, continuavano a sperimentare periodicamente stati interiori di rabbia, ansia, risentimento, irrit...

La morte di Gurdjieff (Dr. William J. Welch)

Fui chiamato al telefono. Da Parigi giunse voce che Gurdjieff fosse gravemente malato, e mi fu chiesto se avessi potuto spedire al suo medico di Parigi dell’albumina sierica che era stata recentemente resa disponibile negli Stati Uniti. Gurdjieff non era stato molto bene quando arrivò a New York nell’inverno del 1948, ma non sembrava gravemente malato e non si era mai messo a letto. Era tormentato da una tosse tracheale spasmodica, un rombo profondo, gorgogliante, che rifletteva non solo un’infiammazione cronica alla base dei suoi polmoni, ma anche il suo amore per le Gaulois Bleu, la popolare sigaretta francese con tabacco nero turco aspro e grasso. La sua circonferenza addominale era eroica, e la sua presenza nel bagno turco, anche se non pantagruelica, era quantomeno all’altezza del Balzac di Rodin. Fu così che con i ricordi del vigore non più giovane, ma robusto e invecchiato di Gurdjieff, udii con incredulità, nella tarda estate del 1949, della sua forza in diminuzione e del deter...

Gurdjieff: "Ogni persona che incontri, compreso te stesso, è una merda".

La notizia dell’arrivo del Signor Gurdjieff a Chicago, nell’inverno del 1932, mi mise in apprensione. A tutt’oggi, a distanza di quasi trent’anni e con il senno del poi, ancora non riesco a capire perché non lo volessi vedere. Sicuramente, i miei sentimenti nascevano in parte dal fatto che mi ero convinto che forse avevo sbagliato a lasciare il Prieuré nel 1929. A causa della mia dipartita, sentivo di non essere un seguace leale o fedele. Inoltre, se da una parte i suoi scritti mi interessavano veramente e provavo un sincero affetto per Gurdjieff come uomo, dall’altra il mio rapporto con il gruppo di Chicago mi aveva portato a mettere in discussione la validità del suo lavoro sotto ogni aspetto. Ero ancora alla ricerca di prove – qualche qualità nel comportamento dei suoi seguaci – che mi convincessero che egli fosse qualcosa di più di un potente essere umano in grado di ipnotizzare a suo piacere folte schiere di individui. In quel periodo, il mio interesse per i suoi scritti non andav...