Esiste un persistente malinteso su alcune idee di Gurdjieff che suggerisce un destino piuttosto cupo per l'anima umana: l'idea che, al momento della morte, le anime di coloro che non hanno intrapreso un percorso di sviluppo interiore siano attratte e assorbite dalla Luna. Questa narrazione fraintende profondamente la natura dell'anima stessa e il ruolo cosmico del nostro satellite. La realtà è ben diversa e si basa su un principio fondamentale: l'anima non è un dato di fatto intrinseco, ma una potenziale acquisizione. Per chiarire questo equivoco, dobbiamo innanzitutto distinguere tra due stati fondamentali dell'essere umano: l'involuzione e l'evoluzione. La maggior parte degli esseri umani vive un'esistenza che, dal punto di vista energetico e spirituale, potremmo definire "involutiva". Questo significa che l'individuo non ha compiuto gli sforzi necessari per formare e cristallizzare un'anima, intesa come un corpo sottile permanente, un centro di coscienza unificato capace di trascendere la dissoluzione fisica. Senza tale lavoro interiore e senza la creazione di un'anima, l'individuo rimane un organismo biologico complesso, ma fondamentalmente transitorio. Quando un individuo in questo stato "involutivo" muore, non c'è alcuna anima preesistente che possa essere "mangiata" dalla Luna. Semplicemente, non c'è un'anima da assorbire o da salvare, perché non è mai stata formata. La morte, in questo contesto, segna la disintegrazione completa dell'organismo fisico e la dissipazione delle sue energie. L'individuo, non avendo sviluppato un principio di continuità cosciente, cessa di esistere come entità individuale al di là del corpo. Al contrario, un individuo che intraprende un percorso di evoluzione interiore, attraverso un lavoro consapevole su di sé, può gradualmente formare e cristallizzare un'anima. Questo processo implica la trasmutazione e l'elevazione delle energie interiori, portando alla creazione di un corpo sottile o di un'entità permanente. L'anima, in questo senso, è una conquista, il frutto di un'evoluzione intenzionale. Un'anima così formata è un principio di continuità che non è soggetto alla dissoluzione del corpo fisico né all'influenza attrattiva della Luna. L'individuo evoluto, avendo creato un'anima, si è innalzato al di sopra del ciclo di assorbimento lunare. Pertanto, se un'anima viene formata, non può essere "mangiata" dalla Luna, perché ha trasceso quel livello di esistenza. Allora, quale ruolo gioca la Luna in questo schema cosmico? La Luna non è una "divoratrice di anime". La sua funzione è quella di attirare e assimilare l'energia che viene liberata nel processo di morte e dissoluzione sulla Terra di qualsiasi tipo di vita organica. Consideriamo anche il parallelo con i processi energetici noti della fisica: la scissione e la fusione atomica.
Scissione (e Dissoluzione): Quando un atomo viene scisso, viene liberata un'enorme quantità di energia. Allo stesso modo, al momento della morte di un organismo biologico (sia esso umano, animale o vegetale), avviene una "scissione" o dissoluzione. Il corpo, precedentemente un'unità coesa e organizzata, si disintegra nei suoi elementi costitutivi. Questo processo di rottura e disorganizzazione rilascia un'ondata di energia vitale che era precedentemente contenuta e organizzata nell'organismo vivente. È questa energia "libera" che la Luna è destinata ad assorbire.
Fusione (e Unione): Anche nella fusione atomica, dove due nuclei si uniscono per formarne uno più pesante, si libera una quantità considerevole di energia. Analogamente, nei processi di unione e creazione nella vita (come la riproduzione, l'unione sessuale, la crescita), si generano e si scambiano intense energie. Anche qui, se questa unione sessuale non viene elevata o trasmutata a un livello superiore attraverso un lavoro interiore, l'energia sprigionata è soggetta al ciclo di assorbimento lunare.
In sintesi, la Luna non è un destino infernale per le anime, ma un sistema di bilanciamento energetico per le forze cosmiche. Le anime, se formate attraverso l'evoluzione interiore, trascendono questo ciclo. Per coloro che non hanno formato un'anima, non c'è nulla di sostanziale da "mangiare", ma solo l'energia residua della loro dissoluzione che viene riassorbita nel grande ciclo dell'universo.
