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Gurdjieff: Il Significato del Natale (Beryl Pogson)


Signora Pogson: Nel parlare del Natale dobbiamo renderci conto che prima che possa esserci una nuova verità, dev’esserci una sorta di congiunzione, proprio come dev’esserci per avere una nascita fisica. Ci deve essere una qualche congiunzione con il Lavoro. Se riesci a unirti a certe idee e vederne il bene, potrebbe succedere qualcosa. Inizi forse innamorandoti di alcune idee del Lavoro o di un esempio di uno dei maestri del Lavoro; ma poi devi congiungerti tu stesso con alcune delle idee del Lavoro. C’è una lettura di Maurice Nicoll che riporta: 

“Ora ci sono due tipi di persone qui. Ci sono ancora persone che amano se stessi, anche nel Lavoro. Sembrano amare il Lavoro anche se, in realtà, amano se stessi nel Lavoro. E poi ci sono altri che iniziano ad amare il Lavoro. Se inizi ad avere una congiunzione con il Lavoro, è come qualcuno che parla in te, come l’araldo. Se provi affetto per esso, puoi unirti al Lavoro e qualcosa di nuovo può iniziare a nascere”. 

Questo è, in un certo senso, il significato del Natale. Il Natale è anche un momento per espandere le nostre relazioni. Questo è rappresentato esternamente come fare la spesa e comprare cose per le persone, ma internamente significa aprirsi alle persone. Parleremo del diagramma 1 di seguito. Se tu guardi la tua vita nel tempo orizzontale, vedi il “Natale → Natale → Natale”, uno dopo l’altro. Quando eri nell’Essenza, da bambino, avevi delle belle impressioni del Natale. Poi i Natali continuano e le persone invecchiano e guardano indietro ai Natali passati e li confrontano, pensando ai Natali che avevano. Questo è un uomo meccanico. Tornano indietro, confrontandosi sempre. Vedi come arrivano le emozioni negative qui? Avviene sempre quando si confronta. Ma questo è solo lungo la linea orizzontale. Quando si confronta, l’immaginazione entra in gioco. “È stato un Natale meraviglioso”, dici. Ma lo era davvero? Pensi solo ai bei Natali del passato, alla bella festa, al bel vestito. Ma qualcosa non andava da qualche parte. Ora notate invece questa persona cosa ha scritto: “Siate grati quando il Natale sarà finito”. Il Lavoro invece insegna qualcosa di diverso – che il Natale è ADESSO. Ho parlato prima dell’Eone del nostro vero destino, nei nodi dove si trova il “Vero Io”, in particolari periodi dell’anno, in particolare il solstizio d’inverno quando il Sole rinasce, possiamo essere connessi con questo. E qui è possibile sperimentare la gioia di una connessione con le influenze superiori. Qui si incontrano tutti i nostri Natali. Questo vale per i nostri Natali a Dorton, che sono tutti, in un certo senso, uno. Dalla mente logica possiamo ricordare diversi Natali a Dorton, ma è tutto un Natale, semplicemente questa esperienza di stare tutti insieme, perché le persone che non sono più nel corpo sono presenti in questi momenti. Sono nell’Eone. (20 dicembre 1960)


Timore e Fede

(24 Dicembre 1959)

Signora Pogson: La prima frase del messaggio degli angeli a Natale era “Non abbiate timore”. Perché era questo?

X: Non potrebbe essere in contrasto con i timori tanto spesso richiamati nell’Antico Testamento?

Signora Pogson: Qui il timore è meglio descritto come “timore reverenziale”, il timore reverenziale che dovrebbe essere provato dal livello inferiore verso quello superiore. Le persone non hanno abbastanza timore reverenziale. Poi ci sono gli altri tipi di paure di cui soffriamo – paure materiali, paure del futuro e del destino, paure per la salute – che stanno alla base delle festività natalizie, ma che possono essere assorbite se, come i Pastori, avessimo quello che viene chiamato “la grande impresa”: il timore della rivelazione di Dio. Era a questo timore che si riferiva il messaggio degli angeli. Gli angeli possono davvero parlare con loro, ma solo se hanno il timore di Dio. La fede e il timore sono strettamente connessi, perché il timore può essere dissipato solo con la fede. Nella Lettera di san Paolo ai Filippesi (4,6) dice: “Non angustiatevi per nulla; ma in ogni cosa, con la preghiera, la supplica e il ringraziamento, le vostre richieste siano rese note a Dio”. Il significato della parola greca usata per indicare l'”essere ansiosi” è: “avere una mente divisa”; e questo illustra chiaramente che con l’ansia siamo alla mercé di piccoli “io” che ci trascinano in diverse direzioni. Quando siamo divisi c’incolliamo a qualcosa e non sentiamo nient’altro. Veniamo trascinati via. Quando siamo divisi dalle piccole paure del Natale non riusciamo a sentire gli angeli. Non saremo aperti al messaggio. Una delle paure materiali menzionate riguardava il nostro destino, ma nel Lavoro sappiamo che il nostro destino viene considerato, e la nostra più grande preoccupazione è riuscire a realizzarlo. Nella morsa dei piccoli “io” abbiamo paure in ogni momento, ma scompaiono quando possiamo osservare da una posizione più alta. Ci viene detto che Koestler ebbe una meravigliosa visione del ricordo di sé, e mentre tornava da essa si accorse di un piccolo pensiero fastidioso ai margini della sua mente che gli ricordava una noiosa esigenza della vita ordinaria. Poi si ricordò che doveva essere giustiziato il giorno successivo. La memoria del Lavoro non è abbastanza forte per registrarla e dire: “Dobbiamo avere questo nella nostra memoria”. A Dame Julian, in una rivelazione, è stato detto ripetutamente che “Tutto andrà bene”. Questo ricordo è rimasto con lei per il resto della sua vita. È un esempio di shock profondamente sentito accompagnato dal ricordo di sé. Con il Pastori, lo stesso angelo comandava e anche confortava nel liberarli dalla Grande Paura che, quando si sente, inghiotte tutte le paure minori.


26 dicembre 1959

Signora Pogson: La domanda è: come ricordare le esperienze di lavoro superiori quando la sensazione di “io” è nei piccoli “io”. Questo richiede fede. Tutti dobbiamo fare qualcosa per preservare la memoria di questi momenti di certezza; quando uno ha bisogno di essi, sono lì. Chiedere è necessario. Dobbiamo avere bisogno di questi momenti; ma dobbiamo anche assemblare i momenti di certezza che abbiamo avuto, perché ci siano accessibili. Stavamo parlando ieri di due tipi di paura. Un tipo di paura appartiene ai piccoli “Io” e alle divisioni esterne della mente. Un altro timore è il timore di Dio: timore reverenziale. I pensieri di ansia sono una delle cause più frequenti delle emozioni negative: piccole paure per qualcosa che potrebbe non accadere mai. Abbiamo parlato anche di destino, ma l’uomo non vuole conoscere il suo vero destino. Nell'”io” più profondo tutto ciò che desideri è realizzare il tuo destino superiore, perché quando eri cosciente hai scelto quel destino e hai visto il modello della tua vita, e sapevi cos’era possibile fare. A volte cerchi di vedere nell’immaginazione diretta quale potrebbe essere stata questa visione, cosa eri in grado di vedere prima di tornare in questo corpo? Allora sapevi che era possibile, che avevi abbastanza doni e forza per ciò che era destinato, purché lo schema fosse seguito. L’importante è seguire lo schema e non spezzarlo. Diventa una vita sprecata se lo schema è rotto. Poi la vita dev’essere vissuta di nuovo. Per anni l’Essenza è soffocata e dimentichiamo lo schema. Poi si presenta una vaga sensazione che c’è qualcosa, e cerchiamo un significato. Tutte le grandi religioni hanno delle istruzioni, e la gente va verso una di queste religioni per imparare. Il Lavoro ha queste istruzioni. Quindi per molto tempo devi seguire le istruzioni del Lavoro; allora il bambino che è in te ti mostrerà la strada e ti porterà nella giusta direzione, anche se potresti non sapere dove ti sta portando. Quando le persone hanno percorso per molto tempo la via, le cose diventano più semplici. Poi inizi a vedere. Dai nostri genitori e dall’ambiente che ci hanno fornito otteniamo determinate caratteristiche contro cui lavorare. Aiutano nello sviluppo della “personalità” – ciò che possiamo usare nella vita – e della “falsa personalità”. Questo è il nemico contro cui l’Essenza deve lavorare e di cui ha bisogno per diventare forte. Quando pensi di scegliere i tuoi genitori, la pensi in questo modo? Dal punto di vista dei genitori, bisogna sviluppare i propri figli e attrezzarli nel miglior modo possibile per il mondo.

Frank Sinclair racconta che una volta, alla fine di una lezione sui movimenti, Gurdjieff disse:

"In questo periodo (a Natale), molte persone pregano. Le loro preghiere arrivano solo fino a un certo punto nell'atmosfera. Puoi risucchiare dentro di te questa forza".

Sinclair racconta che Martin Benson, uno dei primi allievi di Gurdjieff, disse che dopo il suo incidente automobilistico del 1924, Gurdjieff andava nei caffè frequentati dalle prostitute per "nutrirsi" delle loro vibrazioni.

Gurdjieff gli disse: "Vai in chiesa, Benson, e ruba. Le loro preghiere non raggiungeranno Dio. Rubale".

Sinclair dice che Louise March, e la sua allora futura moglie Beatrice, ricordano anche la sua ingiunzione al Wellington Hotel il giorno di Natale del 1948 di uscire e "aspirare", "rubare" o "risucchiare" le energie riversate "da milioni di persone in preghiera".

Louise March ha raccontato il suo ricordo di questo esercizio:

"Vorrei fare un vero regalo di Natale. Immagina Cristo. È lì, da qualche parte nello spazio".

Il signor Gurdjieff forma un ovale con entrambe le mani.

"Stai in contatto, ma verso l'esterno, la periferia. Attingi da lì, attira, "io". Accomodati in te, "Sono". Fallo ogni giorno. Desiderio diventare Cristo. Diventare. Essere".



The Work Life: Based on the Teachings of G. I. Gurdjieff, P. D. Ouspensky and Maurice Nicoll 
(Beryl Pogson)

The Fourth Way and the Internet: Esotericism, Secrecy, and Hiddenness in Plain Sight
(Carole M. Cusack; University of Sydney)





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